I sindacati della scuola sul piede di guerra nonostante l’approvazione in parlamento degli ultimi provvedimenti governativi per concludere l’anno scolastico e ripartire con quello nuovo.
Come fanno sapere le organizzazioni sindacali, in provincia di Rimini ci sono 39 scuole statali e 94 paritarie per un totale di 133 3.468 docenti e 739 docenti di sostegno per un totale di 4.207; in 1.055 fanno parte del personale ATA (amministrativo tecnico ausiliario). Gli alunni sono così divisi: 3.753 scuola infanzia, 14.025 scuola primaria, 9.388 scuola primo grado, 14.998 Scuola secondo grado, per un totale di 42.164
Riguardo le motivazioni dello sciopero, questa la comunicazione di FLC CGIL, CISL SCUOLA, UIL SCUOLA RUA, SNALS CONFSAL, GILDA UNAMS:
“Riunione inconcludente quella di ieri, 4 giugno, voluta dalla ministra Azzolina con la presenza del Presidente del Consiglio. Un incontro che ha messo in evidenza la sostanziale inconsistenza dell’azione di governo sulla scuola; ad oggi non si va oltre alle generiche intenzioni di tornare alle attività in presenza, ma senza alcun progetto definito e concretamente praticabile. Certamente non poteva scaturire dalla conferenza di ieri, che ha visto oltre cinquanta partecipanti, espressione variamente articolata di rappresentanze del mondo civile e della scuola”, dice un comunicato di tutte le sigle sindacali del mondo della scuola.
“Salvo che per un salutare richiamo alla realtà rivolto in modo pressante da Regioni, Province e Comuni, non sono emerse idee risolutive rispetto al lungo elenco di problemi ancora una volta prodotto.
Oltre alle indicazioni fornite dal CTS della Protezione Civile e da osservare per riaprire in sicurezza le scuole a settembre, è parsa da tutti condivisa la convinzione che la Didattica a distanza non possa considerarsi sostitutiva di un modello di scuola il cui fondamento è rappresentato anche dal diretto rapporto che si sviluppa in una situazione di diretta presenza.
I Sindacati, presenti anche con i rispettivi vertici confederali, hanno rivendicato l’urgenza di un piano operativo, di cui non vi è al momento alcuna traccia.
Non si può rimanere nella sostanza fermi, in attesa che l’abbassarsi della curva epidemiologica – prosegue il comunicato – ci riconsegni ad una normalità, come è sembrato di cogliere nelle parole della ministra, che ripropone lo stesso atteggiamento assunto anche in momenti precedenti, nei quali si sono seguite le consuete prassi amministrative, prescindendo dal carattere di straordinarietà determinato dalla pandemia.
Un sistema già sovraccarico di elementi burocratici che ne minano l’efficienza, ha oggi più che mai bisogno di liberarsene, e ciò richiede un provvedimento legislativo organico per consentire la riapertura in sicurezza a settembre, che tutti assumono a parole come obiettivo, ma che va perseguito rapidamente nei fatti.
È questa la ragione fondamentale tra quelle che hanno indotto tutti i sindacati della scuola a proclamare uno sciopero non etichettabile come corporativo, tanto che lo stesso Premier, proprio nell’incontro di ieri, ha affermato di condividerne gli obiettivi.
Lunedì 8 giugno lavoratrici e lavoratori – annunciano i sindacati – sosterranno con forza queste ragioni con uno sciopero che comporta l’astensione da tutte le attività individuali e collettive: sciopereranno per chiedere che sia possibile un ritorno a settembre alle attività in presenza, che si diano per questo alla scuola risorse e personale stabile, ricordando che saranno docenti, amministrativi, dirigenti, tecnici e collaboratori i soggetti su cui ricadrà direttamente l’onere di far ripartire la scuola e di farla funzionare al meglio”, conclude la nota delle orgnizzazioni sindacali della scuola.