Si svolge oggi a Trieste la cerimonia di premiazione della RoundItaly Genova-Trieste, che ha visto la Class 40 di MyO, Karnak, aggiudicarsi il primo posto della spettacolare regata che ha visto unite le due capitali della vela italiana: Genova e Trieste.
L’evento, organizzato dallo Yacht Club Italiano e la Società Velica di Barcola e Grignano, è la regata offshore più lunga del Mediterraneo, con 1.130 miglia di navigazione lungo le coste italiane ed un unico e scenografico passaggio obbligato nello Stretto di Messina.
Partita il 16 Settembre – giorno dell’inaugurazione del Salone Nautico – da Genova, ha circumnavigato l’Italia concludendosi a Trieste di fronte a Piazza dell’Unità d’Italia proprio nei giorni della Barcolana.
Oggi le premiazioni, che vedono vincitore nella categoria Class 40 la barca a vela Karnak dell’armatore Marco Bianchini con l’equipaggio formato da Stefano Raspadori, Alberto Bona e Andrea Caracci.
L’equipaggio è arrivato dopo 7 giorni, 14 ore, 41 minuti e 20 secondi di navigazione, risultato che è valso il primo posto di categoria e il secondo di regata. Il tempo di percorrenza della Karnak è stato considerato come riferimento per la categoria Class 40 lungo la rotta Genova-Trieste, record da provare a superare nella prossima edizione.
Le parole dell’armatore Marco Bianchini: “Grande soddisfazione per come la barca si è comportata e naturalmente i complimenti all’equipaggio. Non posso nascondere tuttavia l’invidia per non aver potuto partecipare a causa di un intervento al ginocchio. Il prossimo appuntamento, a cui questa volta parteciperò, sarà il Giro del Mondo Class 40”.
Per celebrare l’importante vittoria, abbiamo intervistato Stefano Raspadori, lo skipper ravennate che ha portato la Karnak alla vittoria.
Cosa significa per te il mare?
“Per me il mare è sinonimo di libertà: la possibilità di partire sempre per nuove avventure. Ho iniziato da bambino come gioco e piano piano si è trasformato nel mio lavoro e nel mio stile di vita”.
Hai navigato l’Oceano per tanti anni. Quali sono le conseguenze del cambiamento climatico che hai visto con i tuoi occhi?
“Purtroppo il cambiamento climatico ha influito tantissimo su quelle che una volta erano delle sicurezze: soprattutto in Oceano, non si hanno più certezze sugli alisei e le loro rotte. Oggi siamo molto più dipendenti dall’informazione tecnologica”.
Quanto incidono le condizioni meteo sul successo di una regata?
“Incidono totalmente. Le scelte tattiche fatte sulla meteorologia sono fondamentali per la vittoria”.
Durante la RoundItaly sei stato nominato RECO, ovvero Responsabile Ecologico di bordo: la persona che a bordo ha la responsabilità di evitare il più possibile gli sprechi e incentivare comportamenti corretti ed ecologicamente responsabili, per combattere l’inquinamento marino e aumentare l’attenzione sul tema dei rifiuti nelle acque. Come hai trovato lo stato del nostro mare?
“Sono stato felicemente sorpreso di non vedere rifiuti in mare, soltanto due palloni da spiaggia da bambini. Quello che invece mi ha colpito è che non abbiamo visto animali marini. Mi aspettavo qualche balena nel Tirreno e molti più delfini, invece abbiamo incontrato questi stupendi animali solo due volte: nel mare della Puglia e nel medio Adriatico. Penso che la “colpa” possa essere dovuta alle temperature troppo calde delle acque: questo fa sì che gli animali tendano a rimanere più sul fondo. Le alte temperature del mare hanno anche causato le tante bonacce che ci siamo trovati ad affrontare”.
Vivi la tua vita come una costante sfida con te stesso. Come superi i tuoi limiti?
“Come tutti, con energia e voglia di fare. Questo sport è il mio stile di vita, la mia passione. Il mio modo di essere felice”.