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Romagna: diminuisce quantità e prezzo della frutta

Senza entrare nel fondamento scientifico delle cause, lo stravolgimento del clima è sotto gli occhi di tutti anche nella nostra regione a forte vocazione agroalimentare. La produzione ortofrutticola durante la stagione estiva 2019 si è caratterizzata per un quantitativo di prodotto inferiore rispetto agli anni precedenti, accompagnato da una contrazione dei prezzi medi della frutta estiva.

 

A questo bisogna sommare la continuazione della diminuzione, in atto da diverso tempo, delle superfici sfruttate per la coltivazione, oltre a problemi sanitari specifici per il mutamento delle condizioni ambientali con violenti episodi di maltempo e la continua concorrenza sleale dei Paesi a basso costo: questo è il desolante scenario delineato dall’analisi dei dati rilevati dalla Camera di Commercio della Romagna – Forlì-Cesena e Rimini, in collaborazione con la Commissione prezzi.

 

La Camera di Commercio della Romagna – Forlì-Cesena e Rimini tiene costantemente monitorato l’andamento dei prezzi nel settore agricolo di Forlì-Cesena, in stretta sinergia con la Commissione prezzi, per implementare il listino prezzi dei prodotti con una cadenza settimanale. Questa attività offre l’opportunità di tenere sotto controllo le quotazioni dei prodotti agricoli lungo tutto l’anno, fornendo informazioni preziosissime per il mantenimento della trasparenza del mercato ortofrutticolo e per i piani di analisi delle dinamiche di mercato anche a livello locale.

Grazie all’analisi dei dati riferiti all’andamento dei prezzi della frutta estiva nel territorio di Forlì-Cesena si riscontra la flessione delle quotazioni del prodotto e la riduzione dei quantitativi disponibili per l’immissione nel mercato in conseguenza al verificarsi di svariati eventi climatici avversi, che hanno improvvisamente alterato le condizioni meteo-climatiche e sanitarie fra la fine della primavera e l’inizio della stagione estiva. Sul prodotto finale si ripercuote in termini di scarsa produzione e di qualità piuttosto modesta, che spinge da tempo molti coltivatori alla riconversione di parte rilevante dei campi a superficie colture autunnali.

 

Come viene fatto notare dal Presidente della Camera di Commercio della Romagna, Alberto Zambianchi, il territorio romagnolo deve perfino affrontare l’emergenza sanitaria dell’arrivo di parassiti alieni (come la cimice asiatica). Fattori devastanti per un territorio leader per i suoi pescheti, con la Pesca Nettarina di Romagna prima in Europa ad essere tutelate dal marchio IGP che ne garantisce l’origine e la tracciabilità. 

In questo nuovo e, in gran parte immaginato, contesto economico-produttivo e ambientale servono urgentemente delle forme di sostegno alle imprese per portare avanti processi di innovazione. In assenza di provvedimenti efficaci non si può assolutamente escludere che il passaggio alle colture tipiche dell’autunno in sostituzione di quelle tradizionali estive sia il primo passo verso una nuova agricoltura territoriale, che introduca nuovi frutti più adatti alle condizioni estreme come il camu camu ricchissimo di vitamina C (decine di volte più del kiwi, parte delle coltivazioni rilevanti per la nostra porzione di regione, ma che risente anche della siccità in aumento), il black sapote già introdotto in Sicilia e la quinoa già sbarcata nei campi romagnoli.

 

Considerando l’effetto negativo delle condizioni climatiche che non fanno brillare la stagione turistica regionale, è urgente l’introduzione della variabile del cambiamento climatico nella pianificazione politica e strategica.

 

Foto: Couleur / Pixabay

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