L’assemblea dei soci di Romagna Acque-Società delle Fonti Spa si è riunita all’Hotel Globus di Forlì e ha approvato all’unanimità il preconsuntivo di bilancio 2018 e il budget previsionale 2019.
Dopo le situazioni siccitose del 2017, l’andamento idrologico del 2018 – con i rilevanti apporti alla diga di Ridracoli registrati nei primi sei mesi – ha permesso un maggiore utilizzo della risorsa dallo stesso invaso e una conseguente riduzione sia della produzione da falda che dagli impianti ravennati Bassette e Standiana, che prendo l’acqua dal Po. La fornitura da Ridracoli copre circa il 53% del fabbisogno totale.
In questa fase finale di anno, peraltro, si cerca di salvaguardare il volume invasato al fine di attenuare possibili criticità nell’approvvigionamento idrico.
I dati del bilancio
Il preconsuntivo 2018 quantifica un valore della produzione di euro 58.634.363. Il risultato prima delle imposte è di 9.879.627 euro, superiore di oltre 1 milione di euro rispetto al budget, e pari a circa il 16,8% del valore della produzione. Il budget 2019 individua un valore della produzione di euro 59.760.762, con un incremento di 1.126.399 rispetto al preconsuntivo 2018 e con un utile di esercizio previsto in 4.910.724 euro.
Il piano degli investimenti e la riorganizzazione
I nuovi obiettivi generali della pianificazione sono orientati a dare adeguata risposta agli aspetti di sicurezza dell’approvvigionamento idrico. Nel triennio 2019-2021 si prevede un valore di investimenti infrastrutturali di circa 30 milioni.
I principali interventi previsti sono:
Il raddoppio della condotta Russi-derivazione Cotignola, (9,4 milioni) che consentirà di incrementare le portate erogabili dall’impianto della Standiana e di aumentare la sicurezza di approvvigionamento dell’entroterra lughese e faentino
A Ravenna, la realizzazione del secondo tratto del Canale Carrarino-collegamento alla Canaletta Anic (3,4 milioni) che aumenterà l’affidabilità di approvvigionamento del potabilizzatore Bassette
A Rimini, la condotta San Giovanni in Marignano-Morciano (6,9 milioni) i cui lavori dovrebbero avviarsi ad inizio 2019, che consentirà il collegamento diretto dei due comuni all’Acquedotto della Romagna
A Forlì, l’intervento di miglioramento statico del serbatoio pensile di corso Diaz (850 mila euro), che dovrebbe iniziare entro la primavera 2019
Infine l’intervento principale dal punto di vista strategico, ovvero la condotta Standiana-Forlimpopoli-Casone-Torre Pedrera (un progetto la cui prima fase prevede un intervento di 79,9 milioni).
In attuazione degli indirizzi impartiti dai soci nel 2015, è stata avviata la verifica della possibilità di fare di Romagna Acque un polo di aggregazione di tutti i beni del servizio idrico integrato attualmente gestiti da HERA ma di proprietà delle società degli asset presenti sul territorio romagnolo. Le società degli asset che attualmente detengono tali beni nel territorio romagnolo sono AMIR S.p.A. Rimini (Provincia di Rimini), SIS S.p.A. Riccione (Provincia di Rimini), Unica Reti S.p.A. (Provincia di Forlì-Cesena), AREA Ravenna dentro Ravenna Holding S.p.A. (Provincia di Ravenna), T.E,AM. S.r.l. (Provincia di Ravenna). Nel progetto delineato dai Soci di Romagna Acque, che sono anche soci delle società degli asset, la suddetta aggregazione avrebbe fra l’altro il vantaggio di semplificare l’assetto regolatorio per ATERSIR, riducendo il numero dei soggetti coinvolti e generando un consistente flusso di denaro destinato interamente agli investimenti dell’area romagnola.
Questa riorganizzazione permetterebbe alla Società, in prospettiva, di poter contare ogni anno su ulteriori significative risorse per gli investimenti (circa dieci milioni all’anno). Un presupposto importante, considerando che per rendere la Romagna sicura dal punto di vista idropotabile anche per i prossimi decenni, viste le attuali tendenze climatiche, serviranno appunto ulteriori investimenti: sia in termini di manutenzione e potenziamento delle reti, sia per quanto riguarda la previsione di nuove strutture di stoccaggio. L’articolato studio che la società ha affidato al DICAM dell’Università di Bologna in questi anni sta dando le indicazioni fondamentali al riguardo, individuando le zone dell’Appennino nelle quali potrebbe essere opportuno realizzare piccoli invasi a rafforzamento degli attuali. Le zone individuate, su cui si valuterà se intervenire, sono Modigliana-Tredozio, Acquacheta (San Benedetto), Cella (Bidente-Rabbi) e Gualchiere (Bagno di Romagna).
Per favorire ulteriormente la messa in pratica di questi investimenti infrastrutturali, inoltre, va detto che la Società sta anche riorganizzando in maniera ancor più efficiente la propria organizzazione interna (nei prossimi tre anni si prevedono 5 posti di lavoro in più, grazie a 21 assunzioni a fronte di 16 pensionamenti), e che si sta lavorando anche alla costruzione di una società in house di ingegneria in grado di poter garantire qualità realizzativa degli interventi e tempistiche adeguate.
Gli investimenti sull’energia
Con il concludersi del 2018 si conclude anche il primo piano energetico di Romagna Acque (2014-2018). L’attuazione del piano ha principalmente aumentato la capacità dell’azienda di autoprodurre energia elettrica, e l’indice di dipendenza energetica si attesta oggi a 0,69. Dal prossimo anno si avvierà un secondo piano energetico con l’obiettivo di consolidare la massima capacità autoproduttiva, con un complessivo efficientamento di impianti ed apparecchiature e con una riprogettazione della rete con monitoraggi aggiuntivi volti a ridurre i consumi. Il nuovo piano quadriennale prevede fra l’altro la realizzazione di tre nuovi impianti fotovoltaici e l’obiettivo di arrivare a un indice di dipendenza energetica di 0,6.
Ricerca e sviluppo
Anche il 2018 ha visto proseguire la costante e crescente collaborazione con il mondo universitario. Oltre al già citato rapporto con il DICAM di Bologna, e a quelli con altre Università (Perugia, Scienze Ambientali Ravenna) e diversi Enti di ricerca (è stato rinnovata per tre anni, ad esempio, la convenzione con il Centro Ricerche Marine di Cesenatico) va citato in particolare il rapporto con l’Università di Urbino e con la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa per quanto riguarda la ricerca su un tema emergente, anche a livello legislativo: quello dei cosiddetti “pagamenti ecosistemici” (PSEA).
A dicembre 2018 si sono svolti alcuni incontri territoriali (a Forlì, Rimini, Riccione e Ravenna) con i rappresentanti dei soci, per raccontare lo stato dell’arte del progetto, le cui prossime fasi prevedono fondamentali incontri con gli stakeholder territorio per territorio.
Lo studio in corso ha infatti alcuni obiettivi prioritari:
Identificare ed esprimere il valore della risorsa “acqua” e dell’ambiente circostante per la società;
Identificare meccanismi attraverso cui il valore della risorsa idrica (economico, biofisico, sociale) possa essere conservato e remunerato;
Condurre valutazioni in merito a come sia possibile prendere in considerazione e integrare i costi ambientali e della risorsa.
Il progetto nasce dalla volontà di adeguarsi alle direttive comunitarie e nazionali, sviluppando contemporaneamente un approccio innovativo che valorizzi realmente la risorsa idrica e permetta di superare le attuali contraddizioni del quadro regolatorio: e si pone in linea con le modalità operative adottate dalla Società fin dai principi della propria attività, che l’hanno portata a investire nella conservazione e nella valorizzazione del territorio.
Ora sono appunto previsti quattro incontri territoriali con gli stakeholder: i Comuni, in primis, ma anche altri enti e soggetti territoriali interessati al tema. La tempistica prevista è abbastanza stringente: i quattro incontri dovranno infatti svolgersi entro le prime settimane del 2019, e saranno fondamentali per discutere assieme sul tema del valore della risorsa idrica.
Le case dell’acqua
Nel triennio 2019-2021 è stata affidata dagli enti soci a Romagna Acque la realizzazione e gestione delle nuove Case dell’Acqua: si prevede la realizzazione di dieci Case all’anno per i prossimi tre anni.
L’acqua gassata avrà una tariffa di 0,05 euro al litro fin dal primo anno, mentre dal secondo anno anche l’acqua liscia refrigerata avrà una tariffa di 0,025 al litro (resterà invece gratis l’acqua liscia non refrigerata). La redditività derivante dalla gestione delle Case dell’acqua verrà destinata a iniziative di sensibilizzazione e promozione di un consumo razionale dell’acqua nei luoghi pubblici, come scuole e ospedali.