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Riziero Santi su Unione Valconca:”non è un bancomat, troppa demagogia e populismi”

Ho comunicato la mia cessazione dello svolgimento della funzione di Presidente che svolgevo, per spirito di servizio, dato lo stato di necessità che si è manifestato soprattutto dopo le dimissioni e le cessazioni dei presidenti precedenti. Una storia lunga e travagliata. Troppo lunga a mio parere.

Non trovo corretto che si lasci per così tanto tempo l’Unione senza una governance effettiva, e che la si tiri così alla lunga nel dare una soluzione ad un problema serio, di ruolo e di identità, dell’Ente Unione. L’Unione, per delega dei comuni stessi, gestisce servizi fondamentali per i cittadini, come la Polizia Locale, lo Sportello Unico delle Attività Produttive, la Protezione Civile, l’informatica, la Centrale Unica di Committenza.

L’Unione non può essere considerata, com’è passato nell’immaginario collettivo, un doppione dei comuni, una struttura residuale e addirittura dannosa. Non è tollerabile che siano in primis certi amministratori a dare questa immagine dell’Unione. Io mi batto per l’Unione e per i servizi associati che diversamente i comuni non sarebbero in grado di gestire, ma soprattutto mi batto per l’assunzione di responsabilità e per la chiarezza: o nell’Unione ci si crede, e ci si stà in tutto e per tutto, oppure non ci si crede e si esce. Se ci si sta senza crederci – e senza un progetto – si producono danni enormi. La si lascia alla balia degli eventi e del caso. Peraltro tutti i colleghi lo sanno benissimo: per come si articola e si sviluppa il sistema istituzionale locale, regionale e nazionale, l’Unione è un ente dal quale non si può prescindere.

Ma se l’Unione la si fa vivere solo come bancomat, per ottenere i contributi pubblici, alla fine perde l’anima, si svuota di significato, di contenuti e di ruolo; perde la sua funzione. Muore. E’ ciò che sta avvenendo.

La Regione Emilia-Romagna ha fatto di tutto in questi anni per sviluppare le aggregazioni e le Unione. La nostra in particolare. Ha riconosciuto l’ambito, ha assegnato risorse, ha approvato un Piano di Riordino che considera espressamente le difficoltà delle Unioni come la nostra, assegnando risorse aggiuntive a fronte di un progetto triennale di sviluppo.

Di contro a livello locale si è rimasti ai buoni propositi, non si è sviluppato alcun ragionamento vero intorno al futuro dell’ente, mentre si tengono atteggiamenti bellicosi, rivendicazionisti, rinunciatari. Si assiste ad una sorta di “trumpismo nostrano” fatto di protezionismo municipale, screditamento dei servizi associati e di demagogia e populismo.

Gli attacchi strumentali sulla “vicenda Rsa”, tutta maturata nel clima dello scaricabarile, il disimpegno di Comuni nella gestione di certe funzioni come la CUC che provocano danni economici ingenti all’ente, l’indisponibilità di fornire i servizi dell’Unione del personale minimo necessario e di trasferire nuove funzioni, il confinamento nei singoli comuni – come se fosse cosa solo loro e non di una comunità che deve stare insieme – della discussione sul “progetto di sviluppo” dell’Ente che deve dare accesso al Prt e quindi ai contributi regionali, l’impossibilità – dopo mesi – di dare una governance all’ente, fino allo sfratto dai locali in uso all’Ente, con l’intimazione di lasciarli dal 1 gennaio 2019. Sono tutti segnali di una carenza progettuale, indeterminatezza e mancanza di volontà che penalizza l’ente ed i cittadini.

C’è un problema culturale e di visione nella gestione degli enti locali, che va affrontato mettendo mano all’ordinamento, superando le normative farraginose in vigore e arrivando ad un nuovo sistema istituzionale organico delle autonomie locali, che prenda atto del risultato del Referendum del 5 dicembre 2016.

Sul piano più locale, e riferito nello specifico all’Unione Valconca, occorre invece:
1. Razionalizzazione e adeguamento delle Funzioni gestite integralmente in Unione in coerenza con quanto previsto dal Prt.
2. Adeguamento/aggiornamento delle Convenzioni e dello Statuto.
3. Uniformazione dei Regolamenti e degli applicativi.
4. Semplificazione delle procedure, specializzando nel contempo le persone.
5. Adeguamento degli organici, della logistica e dell’organizzazione, con la contestuale razionalizzazione delle strutture dei comuni.

Quindi occorre subito una governance, individuata su un progetto politico organico, e occorre portare subito in approvazione l’accordo applicativo del PRT 2018. Sono curioso di capire se sono io che sbaglio, ecco perché ho dato ancora una volta strada.

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