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Rimini, Callà (Fipe) punta il dito contro il green pass: “Va tolto”

Gaetano Callà, presidente Fipe-Confcommercio della provincia di Rimini si scaglia contro le limitazioni in vigore e in particolare contro il green pass.  “complicano la programmazione dell’attività in vista della stagione turistica, sia sul fronte della clientela che per i dipendenti. Già dallo scorso anno avevamo lanciato l’allarme per denunciare le difficoltà nel trovare personale qualificato per i pubblici esercizi. Sul fronte occupazione, serve spingere sulla decontribuzione del lavoro dipendente per liberare le aziende da impegni a cui non riescono più a fare fronte per mancanza di liquidità

“Le incognite per un pubblico esercizio che deve programmare l’attività in vista della bella stagione e della ripartenza del turismo continuano ad essere numerose. Crediamo che, vista la situazione attuale– dice Gaetano Callà, presidente di Fipe-Confcommercio della provincia di Rimini – sia arrivato il momento di allentare le restrizioni create per contrastare la fase acuta della pandemia, affinché si possa organizzare il lavoro e pensare alla stagione turistica che inizierà già con l’arrivo della primavera e la ripartenza del settore fieristico e congressuale.

Attualmente le limitazioni dovute al Green pass sono un problema sia per quanto riguarda il reclutamento del personale, sia per il rapporto con i clienti. Le nostre attività devono continuare a chiedere il Green Pass rafforzato all’ingresso a chiunque si presenti, con una modalità che costringe ad impiegare una persona al controllo e che rischia di essere un freno anche per le relazioni interpersonali amichevoli, che stanno alla base del nostro lavoro. I nostri clienti sono nostri amici e dire “non entri” a chi non ha il Super Green Pass è davvero difficile e sconfortante. Non dà meno problemi il fronte dipendenti: già dallo scorso anno avevamo lanciato l’allarme per denunciare le difficoltà nel trovare personale qualificato per i pubblici esercizi: bar, ristoranti o locali di intrattenimento che siano. In questi mesi il problema si è oltremodo acuito dopo l’entrata in vigore dell’obbligo di vaccinazione per gli Over 50, che proseguirà fino a metà giugno. Troppo tardi perché già da metà marzo si deve iniziare a lavorare per i ponti e le festività pasquali. Sul nostro territorio, affamato di competenze soprattutto nel settore della ristorazione, si è innescata anche una grande concorrenza tra titolari di esercizi che si stanno contendendo le figure professionali più richieste. Risorse preziose, con professionalità specifiche che i titolari stanno cercando di tenere nello staff anche se i propri locali sono ancora chiusi.

Sul fronte occupazione, serve assolutamente spingere sulla decontribuzione del lavoro dipendente per liberare le aziende da impegni a cui non riescono più a fare fronte per mancanza di liquidità. Questa situazione si aggiunge ai costi vivi, all’impennata dei prezzi dell’energia, delle utenze e delle materie prime. Un combinato disposto che non possiamo permetterci dopo tutto quello che le nostre imprese hanno pagato in questi due anni”.

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