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Ripresa a Rimini sotto la media già prima di crisi energetica e guerra

Nel 2021 in provincia di Rimini il Pil è cresciuto del 5,1%, rispetto al +7,0% regionale e al +6,4% nazionale (Scenario Prometeia, gennaio 2022). Nelle stessa previsioni, che non tenevano conto delle incognite pandemiche e delle ripercussioni dovute alla guerra tra Russia e Ucraina scoppiata in febbraio, le prospettive di ripresa del riminese per il 2022 indicavano un aumento del valore aggiunto stimato al 3,7% (+4,1% in Emilia-Romagna e in Italia).

Sono dati contenuti nel Rapporto sull’Economia presentato – in presenza dopo due anni –  dalla Camera di commercio della Romagna (Forlì-Cesena e Rimini).

L’evento si è aperto con l’esecuzione della “Primavera” di Vivaldi I eseguita dalla violinista Sara Sole Stojmenov dell’orchestra Emilia-Romagna Concerti. Moderato da Simona Branchetti, giornalista e scrittrice, il programma dei lavori sì è aperto con una tavola rotonda che ha visto la partecipazione dei Sindaci di Forlì, Gian Luca Zattini, di Cesena, Enzo Lattuca e di Rimini, Jamil Sadegholvaad. Ciascuno ha indicato quale è la “parola chiave” della loro strategia per la tenuta e lo sviluppo dei territori e ha fornito alcune riflessioni sui temi dell’innovazione, della competitività e attrattività del tessuto imprenditoriale.

A seguire, il focus sulle dinamiche territoriali e le strategie per la ripresa, lo sviluppo a cura di Alberto Zambianchi, Presidente della Camera di commercio della Romagna.

“Lo scenario generale in cui ci troviamo è complesso e difficile – ha detto Zambianchi – con la pandemia da Covid-19 ancora presente e con i problemi causati dalla carenza di materie prime, a partire da quelle energetiche (aumenti shock, ora al 400%) ulteriormente aggravati dall’invasione russa dell’Ucraina. Aggiungasi l’incertezza sulla durata e gli esiti del conflitto e sulla durata e gli effetti delle sanzioni. Purtroppo sono tutti elementi che generano ulteriori problemi sul sistema degli approvvigionamenti e causano un rallentamento generalizzato del commercio mondiale. Questa situazione, inoltre, si ripercuote negativamente sul normale andamento e tenuta dei mercati finanziari. Sui nostri territori, nel 2021, si era registrato un buon andamento, con una variazione positiva del Valore Aggiunto (2021, sul 2020) del 7,2% per la provincia di Forlì-Cesena e del 5,1% per quella di Rimini. In Emilia-Romagna, tale variazione è stata del 7,0% e, in Italia, del 6,4%. Gli incrementi trainanti si sono registrati nel settore delle Costruzioni e, a seguire, in quello del Manifatturiero”.

Cosa si prevede per il 2022? “Le previsioni a marzo 2022, a causa dell’incertezza e dei rischi che caratterizzano lo scenario attuale, sono state ridotte, per cui la crescita per l’intero Paese è stata rivista al +1,7% / +2,2%. Tale ridimensionamento non sarà uguale per i due territori di Forlì-Cesena e di Rimini, soprattutto per il diverso peso del comparto turistico. Per cercare di rispondere positivamente a questo scenario – ha proseguito Zambianchi – serve una “pianificazione strategica di area vasta” che tocchi alcune questioni importanti e che tenga insieme alcuni elementi basilari: Società, Istituzioni, Ambiente ed Economia, profit e non profit”.

“È necessario, inoltre, favorire il ripristino di un “orizzonte di fiducia” fra cittadini e Istituzioni e occorre delineare e condividere nuovi strumenti partecipativi: la mediazione degli interessi non ci deve precludere di percorrere strade che ci portino a un futuro migliore, soprattutto per in nostri giovani. La situazione, quindi, è straordinariamente complessa e l’incertezza fortissima, ma si possono condividere le parole usate recentemente da Mario Draghi: “Nonostante tutto sono ottimista, siamo stati in grado di superare già molte crisi e, con l’impegno di tutti, supereremo anche queste”, ha concluso Alberto Zambianchi che, al termine del proprio mandato come Presidente della Camera di commercio della Romagna, ha salutato e ringraziato tutte le persone con cui ha lavorato in questi anni, rappresentanti delle Istituzioni, delle Associazioni di Categoria, del sistema imprenditoriale, del sistema bancario e delle Fondazioni, i Segretari generali e tutto il personale camerale.

“Prima la Pandemia. Poi l’innalzamento del costo delle materie prime, la guerra, lo shock energetico… Qualcuno l’ha già definita la tempesta perfetta. Di certo, il rischio di una nuova crisi economica è reale – ha commentato Roberto Albonetti, Segretario generale della Camera del commercio -. L’economia emiliano-romagnola è fortemente interconnessa con le dinamiche nazionali, europee e internazionali, perciò molte delle sfide che abbiamo davanti non possono essere risolte solo a livello locale, ma serve una risposta congiunta, non solo a livello Paese, ma soprattutto a livello europeo”.

“Restando sulla lettura dei dati del Rapporto, la prima suggestione che si ricava è che “sopravvivere non basta più”. Ciò che è stato sufficiente per molto tempo – una certa qualità del prodotto, un mercato consolidato, i conti in ordine – non basta ad affrontare il contesto attuale e gli scenari futuri. L’innovazione è il driver che può fare la differenza per la crescita e la competitività. Per esempio, nell’ambito della manifattura le aziende leader di innovazione hanno prodotto un fatturato e un valore aggiunto, rispettivamente, del + 2,7 % e del +14,6 % nel 2020, rispetto alle aziende dello stesso settore e della stessa classe dimensionale, con picchi sul valore aggiunto del + 30,9% in aziende che hanno innovato nell’ambito della manutenzione predittiva. Al contrario, le aziende che non hanno investito in innovazione sono incorse in un divario sostanziale rispetto alle aziende leader, che si è riflettuto in un -10,8 % del fatturato e un -20 % del valore aggiunto rispetto alle aziende leader nel 2020″.

E poi il fenomeno delle “Grandi Dimissioni” Nel 2021, secondo i dati del Ministero del Lavoro, si contano 2 milioni di abbandoni volontari da parte dei dipendenti, un +33% rispetto al 2020, dato in crescita anche rispetto al 2019. E nel 2022 i numeri potrebbero aumentare ancora. “Risulta, pertanto, necessario per le aziende adottare misure per evitare una vera e propria emorragia di talenti, sempre meno disposti a dedicare la propria vita e la propria competenza ad organizzazioni che non valorizzano a sufficienza il loro lavoro e che non incarnano i loro stessi valor”, ha sottolineato Albonetti.

Ha concluso l’evento Stefano Bonaccini, Presidente della Regione Emilia-Romagna, con alcune riflessioni sulla progettualità per la crescita e lo sviluppo dei territori di Forlì-Cesena e di Rimini. “Il Pnrr è un’occasione unica per costruire l’Emilia-Romagna del futuro. Noi siamo pronti, insieme ai territori e alle comunità locali. A oggi sono già stati assegnati all’Emilia-Romagna quasi 4 miliardi di euro: un percorso che vede il pieno coinvolgimento di Comuni e Province, con assi privilegiate di sviluppo, quelle della transizione economica e digitale, insieme a lavoro, scuola e formazione, sanità e reti sociali, già condivise all’interno del Piano Regionale per il Lavoro e per il Clima. In questa cornice il contributo di idee e le possibilità per la Romagna sono molto importanti e significative. Si tratta di circa 400 milioni di euro, che investiremo sugli assi portanti di questo territorio: 14 interventi per il potenziamento della sanità pubblica, a partire dagli ospedali di Forlì e Rimini, 22 milioni di euro per il piano di ripascimento della costa, oltre 17 milioni di euro per nuove scuole o ristrutturazioni di istituti solo nell’ambito dell’ultimo aggiornamento del piano regionale di edilizia scolastica. E ancora progetti destinati a cambiare il volto e le abitudini di queste comunità, come il Metromare di Rimini o gli interventi di rigenerazione urbana nei piccoli comuni. Il contesto in cui operiamo è molto complicato, alla pandemia si è aggiunto il caro-bollette e, in maniera oltremodo drammatica, la guerra, tuttavia siamo convinti che lavorando insieme ci siano tutte le condizioni perché la Romagna compia ulteriore, importante passo in avanti, insieme a tutta la regione”.

La presentazione è stata arricchita da alcuni contributi alla riflessione a cura di imprenditori del territorio, Pierluigi Tortora, Presidente di PLT Energia, Maurizio Focchi, Presidente della Focchi Group e dell’Associazione Nuove Idee Nuove Imprese e Davide Stefanelli, Vice Presidente della Vem Sistemi.

Il quadro economico del territorio Romagna (Forlì-Cesena e Rimini)

Dall’analisi dei principali indicatori riferiti all’anno 2021, in termini di variazioni tendenziali (sull’anno precedente), emerge la situazione di ripresa del territorio Romagna – Forlì-Cesena e Rimini, in un anno ancora contraddistinto dall’emergenza pandemica, dopo un 2020 contrassegnato da forti variazioni negative delle principali variabili economiche

La sintesi
Nel 2021 si registra, rispetto al 2020, un aumento delle imprese attive dell’1,1%, maggiore di quello regionale (+0,7%) e nazionale (+0,3%).
La produzione industriale ottiene risultati molto positivi, con un aumento del +13,1%, superiore a quello dell’Emilia-Romagna (+11,5%).
Anche l’export fa registrare una decisa crescita, pari a +17,0%, in linea con la variazione regionale (+16,9%) e inferiore al dato nazionale (+18,2%).
Le presenze turistiche segnano un sensibile incremento, +38,3%, simile a quello regionale (+38,9%) e superiore alla variazione nazionale (+29,2%, dato riferito a 11 mesi);
In termini di variazione di punti percentuali, la dinamica del tasso di occupazione 15-64 anni, con +0,5 è più alta di quella dell’Emilia-Romagna (+0,3) e minore di quella dell’Italia (+0,7).
Anche la dinamica del tasso di disoccupazione totale, in termini di variazione di punti percentuali, con -1,1, è migliore rispetto a quella sia dell’Emilia-Romagna (-0,4), sia dell’Italia (+0,2).
Si registra un sensibile decremento, del – 49,1%, delle ore autorizzate di cassa integrazione, inferiore al calo regionale (-54,5%) e superiore a quello nazionale (-39,5%).
Segni opposti per le due province per quanto riguarda i prestiti alle imprese, con un aumento in provincia di Forlì-Cesena del +1,4% e una diminuzione in provincia di Rimini del -4,4%, quest’ultima dovuta ad una domanda in larga parte soddisfatta nel 2020.
Le stime di Prometeia a gennaio 2022, relative al valore aggiunto (in termini reali) prodotto nel 2021, riportano un incremento annuo del 6,3%, inferiore alla variazione positiva regionale (+7,0%) e sostanzialmente in linea con quella nazionale (+6,4%).

Il quadro economico della provincia di Rimini (sintesi)

Nel 2021 vi sono segnali di ripresa dell’economia provinciale, in un anno ancora contraddistinto dall’emergenza pandemica; in tale contesto, i principali indicatori rilevano, in termini tendenziali:
– Aumento delle sedi di impresa e delle localizzazioni, in un quadro di diffusa imprenditorialità
⁻ Crescita della PLV agricola
⁻ Positive le variabili congiunturali manifatturiere
⁻ Incremento del volume d’affari nelle Costruzioni
⁻ Aumento delle vendite del Commercio al dettaglio, ma stabile l’alimentare
⁻ Deciso incremento delle esportazioni
⁻ Sensibile crescita degli arrivi e delle presenze turistiche
⁻ Forte riduzione delle ore autorizzate di CIG, ma in aumento quella straordinaria
⁻ Tasso di disoccupazione alto, superiore a quello regionale, ma in forte calo annuo
⁻ Diminuzione dei prestiti alle imprese, come conseguenza di una domanda in larga parte soddisfatta nel 2020, e aumento dei depositi bancari
⁻ Artigianato in pieno recupero, dopo un 2020 difficile (causa disposizioni covid)
⁻ Sistema della Cooperazione in generale difficoltà

Elaborazione: Camera di commercio della Romagna su fonti varie
Il Rapporto completo, le sezioni relative ai territori di Forlì-Cesena e di Rimini e i materiali di sintesi sono pubblicati nel sito www.romagna.camcom.it, alla pagina dedicata all’evento e alla pagina del Rapporto sull’Economia.

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