La consigliera di Parità della Provincia di Rimini, Adriana Ventura, ha ricevuto la lettera di una donna che è stata vittima di molestie sessuali sul lavoro da parte di un collega. L’occasione della Festa dei lavoratori del 1° maggio porta così la consigliera a una riflessione sulla strada ancora da percorrere in questo senso.
“Il primo maggio si celebra la Festa dei lavoratori, un evento che ricorda le battaglie operaie combattute a metà del 1800 per la conquista di diritti e sicurezza sul luogo di lavoro; in particolare, in questa data si festeggia l’orario di lavoro quotidiano fissato in otto ore: una richiesta oggi normale ma del tutto rivoluzionaria nel 1855 in Australia, quando si propagò il movimento che lanciò lo slogan “8 ore di lavoro, 8 di svago, 8 per dormire””, dichiara Ventura.
Tanta strada hanno percorso i diritti dei lavoratori, molti obbiettivi raggiunti, ma sul tema delle molestie sessuali nei luoghi di lavoro, siamo ancora all’anno zero o quasi, forse la “scossa” è arrivata dalla Convenzione OIL n.190 adottata a Ginevra il 21 Giugno 2019 sull’eliminazione della violenza e delle molestie nei luoghi di lavoro; la legge n.4 del 15 gennaio 2021 ha autorizzato il nostro Paese alla ratifica della Convenzione”.
“La lettera di Sara, pervenuta al mio Ufficio, ci richiama alla memoria riti e miti, celebrazioni che si consumano tutti gli anni il 25 novembre per ricordarsi delle violenza contro le donne: discriminazioni, umiliazioni, violenza ed odio nei confronti delle donne, non sono il passato, ma dominano il nostro presente e fanno regredire la nostra democrazia”.
“Oggi il mio pensiero va a tutte quelle amiche, compagne, colleghe, mogli, sorelle, mamme che hanno subito e stanno subendo forme diverse di violenza e tutti siamo chiamati indistintamente a considerare ogni istante la celebrazione dell’impegno all’eliminazione della violenza contro le donne, quando essa avviene in casa, in luoghi pubblici o nei luoghi di lavoro”, continua la consigliera.
“La recente approvazione del testo per la ratifica della Convenzione internazionale n.190 contro la violenza e le molestie sui luoghi di lavoro ha rappresentato un raggio di luce nelle tenebre del problema, non solo per l’unanimità del voto da parte della Camera, ma in particolare perché ha richiamato l’attenzione su di un contesto di violenza che, se nella frequenza degli atti è più rilevante, visto il suo accadere nella più ampia disattenzione, nascondimento, indifferenza, non mobilita in modo adeguato l’impegno collettivo al contrastarne gli atti e gli effetti”.
“In questo periodo difficile che stiamo vivendo, in questo tempo emergenziale dove l’economia del Paese sta attraversando una fase drammatica, nelle difficoltà che il mondo del lavoro sta avendo, i ricatti, le molestie e violenze psicologiche, sessuali, fisiche negli ambienti di lavoro stanno moltiplicandosi, nel silenzio generale, quasi come mettere sotto il tappeto le briciole di vita delle vittime.
E’ fondamentale agire mettendo in campo azioni di prevenzione e, nella crescente attenzione di questi tempi alla tutela della salute e della sicurezza sul lavoro, occorre far crescere, prima di tutto la consapevolezza dei gesti, degli atti, dei comportamenti che, perché indesiderati o inaccettabili, possono determinare azioni di molestia e violenza”.
“La definitiva approvazione al Senato della Convenzione si potrà introdurre nella normativa di tutela e prevenzione sul lavoro, il d.lgs n. 81/08 e le disposizione in essa previste, compiendo un nuovo passo a favore della libertà e dignità delle donne e di ogni lavoratrice e lavoratore. Oggi 1 maggio Sara cambia lavoro, ambiente nuovo, colleghi nuovi, con la schiena dritta e la forza che le viene dai propri affetti e dalla fiducia nella giustizia, deciderà se intraprendere la strada dell’azione in giudizio per la vicenda da Lei vissuta; in ogni caso, la consigliera di parità condividendo ogni sua scelta le sarà accanto, come donna e come istituzione. Buon primo maggio, che sia la festa del lavoro dignitoso per tutti”.
Ecco il testo della lettera inviatale:
Mi chiamo Sara. Questo non è il mio nome vero, lo userò per ragioni di opportunità perché la mia vicenda è oggetto di indagine della Magistratura e mai nella mia vita avrei immaginato di trovarmi in una situazione dolorosa per me e per la mia famiglia e le persone che amo.
Sono stata vittima di molestie sessuali da parte di un collega sul posto di lavoro che per me rappresentava il luogo più sicuro dopo la mia abitazione, luogo nel quale svolgo quotidianamente la “mission” di difesa del territorio e dei cittadini, proprio lì mi sono sentita indifesa, umiliata e mortificata, mentre incredula non riuscivo a realizzare ciò che stava facendo il mio collega nei miei confronti.
Anche quando la molestia sessuale non lascia segni sul corpo, le conseguenze sono come uno stupro psicologico nell’anima che genera vere e proprie patologie che si manifestano in tutto il suo buio, la depressione e stai male, resti a letto guardando nel vuoto per giorni.
Poi torni al lavoro e i colleghi ti evitano come se tu fossi un untore, sfuggono il tuo sguardo, scappano come se tutti avessero una gran fretta, i capannelli alla macchinetta del caffè, con il loro mormorio sommesso si eclissa al tuo apparire.
Allora realizzi che la tua solitudine è dentro e fuori di te, che la solidarietà e l’empatia dei tuoi colleghi è tarpata dalla paura di “starti accanto”, quando l’Amministrazione vuole a tutti i costi minimizzare l’accaduto.
Poi arriva anche un provvedimento disciplinare perché si spera di intimorirti, di farti tacere; un comportamento omertoso che ti abbandona a te stessa e ti spinge in un baratro mentre ti chiedi: Perché proprio a me???!!
Poi decidi di rialzarti, drizzi la schiena e ti affidi alla giustizia, cambi lavoro e ricominci a sperare che la verità emerga e rimetta in ordine ogni cosa e la tua vita. Lo faccio per me, per ogni altra Sara dopo di me, perché nessuno resti impunito se ha violato la tua dignità,
perché il mio ex datore di lavoro metta in protezione le mie colleghe, perché da ogni mia sofferenza patita in questi mesi nasca qualcosa di buono. Grazie anche a voi.
Sara