È un po’ come nella canzone di Ligabue: il Rimini adesso è sospeso tra palco e realtà.
Sul palco si sale quando si partecipa ai festeggiamenti, formali o spontanei che siano, oppure quando si prepara il grande evento che accompagnerà, domani nel dopo gara, la consegna ufficiale della coppa nelle mani del Rimini FC.
Musica, coreografie sugli spalti e la partecipazione attiva di tutte le realtà sportive collegate sono garanzia di divertimento e stimolo a presenziare ad un evento importante che la Rimini sportiva ricorderà conpiacere per tanto tempo.
Però è doveroso ricordare, ai giocatori in primis, che domani ci sarà ancora da affrontare la realtà. Realtà che assume le sembianze della Correggese, ultima squadra che calcherà il sintetico del Romeo Neri in questo campionato.
Ci sarà un prologo dovuto alla poule scudetto della serie D, ma di fatto domani salutiamo, sperando di non averci a che fare mai più, lo status dilettantistico tra le mura amiche.
Due stagioni, ci sono volute due stagioni per risalire dall’Eccellenza in cui, un po’ increduli e un po’ impauriti, ci eravamo ritrovati due anni fa.
Due anni in cui guardare in faccia la realtà non è stato sempre semplice e adesso serve l’ultimo, anzi il penultimo sforzo.
Prima di chiudere in quel di Sansepolcro è doveroso onorare il campionato, l’averlo già vinto non ci esime dal dovere di onorario sino in fondo per non alterare la corsa verso la salvezza in cui la Correggese e il Sansepolcro sono ancora coinvolte.
Spiace per gli emiliani constatare come sia cambiato tanto da quelle parti. Ricordavamo una Correggese forte e coriacea che ci contese la vittoria del campionato 2014/2015 sino a primavera, era l’anno del “Distruggiamola” targato De Meis. R ritroviamo una squadra che le sta provando tutte per non finire in Eccellenza nonostante un mercato di riparazione importante.
Solamente 2 punti di vantaggio sulla retrocessione diretta e con ben 6 punti di svantaggio per una ipotetica salvezza diretta, i biancorossi emiliani si giocano a Rimini veramente tanto e immagino puntino molto sul fatto che, nella mente dei riminesi,il palco superi la realtà.
Con 51 gol subiti e 35 gol fatti la Correggese resta un avversario abbordabile per il Rimini a patto che si scenda in campo con la giusta mentalità. Mammetti con 3 rigori realizzati e 7 segnature in totale è il capocannoniere degli ospiti, che punteranno tutto sulla voglia, dettata dalla necessità, di fare risultato pieno approfittando di un potenziale calo di tensione dei locali.
Mi auguro un Rimini consono alla situazione. La battuta di arresto a Montevarchi non ha, ovviamente, intaccato la grande cavalcata vincente sin qui ottenuta. Ma domani non siamo ancora in vacanza e occorre ritrovare testa e gambe per le ultime due gare di campionato e la successiva poule scudetto.
La fase successiva al campionato evoca brutti ricordi. L’ultima volta che l’abbiamo disputata si rimediarono due figuracce, una ponderabile l’altra epocale. Una sconfitta per 2 a 0 in quel di Siena, ero al seguito, e una franata casalinga per 5 a 0 con la Maceratese.
Non ho nessuna preferenza in merito a chi dovrà scendere in campo. Trovo giusto che mister Righetti utilizzi le ultime due gare di campionato e la successiva poule scudetto per provare i giocatori che si sono visti meno. E conoscendo gli effetti che l’essere sospesi tra palco e realtà provoca
nella testa degli atleti, non pretendo un squadra schiacciasassi.
Pretendo però rispetto: per le competizioni, per la maglia che si indossa e per i tifosi che seguiranno queste gare dando il meglio e facendo il massimo.
Ogni volta che si scende in campo si può subire una sconfitta, ma non si deve mai affrontare la gara da perdenti prima di aver giocato.
Preoccupazioni e raccomandazioni, le mie, che sono convinto il mister abbia già proferito più volte alla squadra in vista di questo festoso ma comunque impegnativo finale. Un finale sospeso…tra palco e realtà.
Situazione vissuta tante volte anche dal nostro capitano non giocatore, il nostro talismano. Sì, oggi voglio spendere due parole di elogio per il nostro Adrian Ricchiuti.
Un personaggio che ha sicuramente avuto tanto dal calcio ma che, secondo me, toccando la serie A un paio di stagioni prima avrebbe fatto curvare la schiena a Buffon parecchie volte oltre a quella meravigliosa che tutti ricordiamo. E lo dico, in questo caso, anche da Juventino quale sono.
Per me è una sorta di assicurazione averlo a Rimini, anche adesso che non gioca più con la maglia a scacchi, ma impara e cresce in una veste nuova ma non meno importante. Uno spogliatoio ha bisogno di equilibri interni e di qualcuno che sa tessere le giuste trame tra il resto della società e lo spogliatoio stesso.
Noi abbiamo un grande campione che con umiltà rara si è messo a disposizione e sono già dispiaciuto ora al solo pensiero di quando, giustamente, una grande squadra noterà il diamante grezzo Ricchiuti e magari ce lo porterà via restituendolo al grande calcio in un ruolo diverso da quello in cui la massima serie lo ha già visto protagonista.
Quando mi metto davanti a un computer con mio figlio e andiamo di amarcord su Youtube, gli faccio sempre vedere il gol di Adrian a Buffon per ricordargli quali sono le giuste gerarchie nelle passioni; poi il gol del 2 a 1 a Cesena che li condannÒ alla serie C sempre per lo stesso motivo e solo da lì in poi ci guardiamo altro, vittorie mondiali comprese.
Vittorie: per un tifoso vincere è sempre bello e domani c’ è l’ occasione buona per congedarsi dalla serie D con il ricordo giusto, vincendo.
Appuntamento quindi a domani alle 14 e 30 perl’ inizio della festa che cederà il passo alla gara per le 15 e riprenderà, con la premiazione , nell’immediato dopo gara.
Forza Rimini!
Emanuele Pironi