Tre mesi. Tanto è passato da quando il progetto Grassi è partito.
A malapena ricordiamo le polemiche del luglio scorso, passato rincorrendo varie categorie e potenziali patron che non facessero morire il calcio a Rimini.
Alla fine il prescelto fu Giorgio Grassi e il Rimini FC tre mesi fa calcò il “Neri” per il primo allenamento in preparazione del campionato di Eccellenza che stiamo disputando.
Il progetto partiva con ambizioni alte e prevedeva una partecipazione attiva della città a tutti i livelli. Quello popolare, tramite la presenza dei tifosi e degli appassionati; economico, attraverso sinergie e collaborazioni con le imprese del territorio; “politico”, con la possibilità di migliorare lo stadio contando sulla gestione dello stesso.
La squadra, prima in classifica, sta facendo la sua parte, mentre la”quinta gamba del progetto”, individuata nei media al seguito, non è venuta meno, cercando di non calcare la mano nei momenti iniziali del campionato, quando le cose ancora non giravano a pieno regime.
I tifosi, con i 1810 abbonamenti e la presenza costante in casa, cosi’ come in trasferta, possono dare motivo di soddisfazione alla società.
Dopo 90 giorni di calcio giocato, come si possono valutare i livelli economico e “politico”?
Sul sito ufficiale del Rimini FC ( http://www.riminifc.it ) campeggia il logo del main sponsor Novamatica Italia, oltre al simbolo della Macron, sponsor tecnico, seguito dal logo della Banca Malatestiana.Domenica poco prima della gara ho sentito elencare alcuni sponsor che hanno sposato la causa biancorossa e a livello economico al momento credo siamo fermi qua.
Sempre domenica scorsa la pioggia torrenziale del secondo tempo ha messo a nudo le carenze strutturali del nostro stadio.
Nel settore distinti che frequento come abbonato, erano ospitate almeno 200 ,tra giovani calciatori e famiglie al seguito, persone della scuola calcio dei Delfini.
Poteva essere un pomeriggio speciale e per certi versi lo è stato, se vogliamo, visto che vedere tanti ragazzini acclamare Signorini al punto di costringere i genitori a resistere sotto al fortunale per poterlo salutare a fine gara non è certo la prassi al Romeo Neri.
La pioggia ha però disorientato le persone non abituate all’ospitalità spartana del nostro impianto.
Quando partì l’ avventura del Rimini Football Club, ricordo delle slide in cui si ipotizzava di coprire il settore distinti creando anche delle aree gioco nella corte antistante la tribuna.
Si doveva trovare con l’ amministrazione il modo di tramutare in realtà quello che in quel momento appariva come il libro dei sogni.
Certo è che il coinvolgimento delle società sportive locali attraverso inviti alla partecipazione sono fondamentali e bene fa e farà il Rimini a ripetere questi inviti, ma sappiamo bene che la pioggia in inverno non è un evento eccezionale.
Ha senso coinvolgere persone che a 20 minuti dalla fine ti ritrovi sotto la tribuna in ferro mentre cerca riparo, sentendoli oltretutto lamentarsi del bar in cui non c’ era nulla da bere per potersi riscaldare oltre al caffè e al vin brulè?
Lo stadio modello anni eroici, con servizi al minimo e senza alcun tipo di protezione dalle intemperie, può andar bene per chi, come me e tanti altri, è abituato a certe scomodità e non ha certo intenzione di mollare per questo tipo di motivi.
M si può pensare che nel 2016 sia’ possibile staccare la gente dai divani offrendo una tribuna in cemento, completamente aperta alle intemperie, senza un servizio di refezione diverso da un chiosco sotto una struttura volante?
Si sta parlando di queste cose con la società?
Esiste un canale aperto tra l’amministrazione comunale e la società dove queste tematiche sono prese in considerazione e queste possibilità sono valutate?
Io temo che se non ci saranno sbocchi o quantomeno novità importanti in questa direzione, si rischia di minare una situazione che ha tutti i presupposti per diventare importante e, finalmente, stabile.
Da fine agosto giro per i campi della Romagna con un paio di puntate anche nel bolognese.
I campi sono sempre completi di strutture in grado di fare refezione vera e propria, con panini piadine e quant’altro, oltre alle bevande. E i posti coperti sono sempre in numero preponderante rispetto a quelli scoperti.
Il “Romeo Neri” può contenere quasi 10 mila spettatori, ma i posti coperti sono poco meno di 100; ancora meno, se contiamo quelli più “sfortunati”, dislocati nei punti in cui la copertura bucata fa bagnare comunque i presenti.
E’ pensabile che si riesca ad intervenire quanto prima su questa situazione, coinvolgendo il Rimini stesso come auspicato nel progetto iniziale?
Tre mesi, qualcuno mi dirà, sono pochi per fare tutto.
Avviare rapporti con nuovi sponsor e partire con sinergie pubblico/privato per migliorare lo stadio, sono operazioni che richiedono tempi più lunghi di 90 giorni. Ma l’ importante è che l’ attenzione resti alta anche su questi temi.
Domenica a San Giovanni in Marignano intanto proseguirà l’ avventura del campionato, chi può non manchi e forza Rimini!
Emanuele Pironi