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Rimini, un murales per celebrare gli infermieri dopo il caffè negato- FOTO –

Un infermiere che tiene in braccio il mondo intero e lo guarda con amore. Sullo sfondo il cielo azzurro e l’ingresso del Pronto Soccorso di Rimini con l’Ospedale che fa capolino alle spalle. Eccola l’opera, uno splendido murales realizzato da Romeo Tentoni e dal figlio Mattia – 18 enne in questi giorni. Da qualche giorno è parte della galleria di opere a cielo aperto in Via Tommasini.

Un omaggio agli infermieri e ai medici che ogni giorno in corsia si battono in prima linea contro il coronavirus, con la pandemia tornata subito dopo l’estate a infuriare e a riempire di pazienti gli ospedali. Con un motivo occasionale che ha spinto i due artisti a dedicare al personale sanitario l’opera ancora fresca di realizzazione. “Abbiamo letto la storia dell’infermiere che ha raccontato che spesso alcuni baristi, sono arrivati a negargli un caffè“. Il riferimento è a una vicenda che qualche giorno fa aveva fatto scalpore nel capoluogo romagnolo. L’opera era stata realizzata già durante il primo lockdown di marzo “ma abbiamo colto l’occasione per esporla in questi giorni dopo quella vicenda“.

Un infermiere del 118 di Rimini aveva raccontato ai giornali la sua storia. «Ci hanno rifiutato e negato caffè in bar dove di solito andavamo tutti i giorni. Con una motivazione assurda. La gente vi guarda storto». Proprio loro che per mesi erano passati da eroi di una guerra ancora lunga e dura da combattere. «Non eravamo eroi ieri, non siamo untori oggi».  L’infermiere aveva provato a darsi una spiegazione. «Il lockdown ha avuto pesanti ripercussioni psicologiche sulla gente, che ora ha paura di nuovo». E c’è di più «da una parte temono che noi, che lavoriamo in ospedale nei nostri reparti, possiamo contagiare chi ci sta vicino al di fuori delle strutture, nei bar ma non solo». E non è finita qui. Ad allungarsi è l’ombra opprimente del negazionismo e della frustrazione. «Ci dicono che il sistema sanitario si arricchisce con malati Covid. E che noi stessi siamo complici di un piano per mettere appunto una fantomatica dittatura sanitaria».

Il sindaco di Rimini aveva espresso solidarietà al personale sanitario. “La città è con voi“, aveva detto. E forse quest’opera ne è l’esempio.

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