In occasione dell’apertura del Festival del Lavoro 2018, in corso di svolgimento al Mi.Co. di Milano fino al 30 giugno, l’Osservatorio Statistico dei Consulenti del Lavoro ha presentato i risultati dell’indagine “I 23 milioni di occupati prima e dopo la crisi, le modifiche della struttura occupazionale in Italia”.
Nonostante il superamento, almeno sotto il profilo occupazionale, degli effetti negativi della crisi congiunturale, il mercato del lavoro in Italia è cambiato, alla ricerca di un nuovo equilibrio tra precarietà e flessibilità.
Trascorsi 10 anni dall’inizio della crisi congiunturale che ha colpito l’Europa e il nostro Paese è possibile affermare che nel 2017 il numero degli occupati è tornato ai livelli del 2008, con circa 23 milioni di lavoratori occupati. Da questo dato è partita la riflessione condotta il 28 giugno 2018 all’apertura della nona edizione del Festival del Lavoro di Milano: l’indagine “I 23 milioni di occupati prima e dopo la crisi, le modifiche della struttura occupazionale in Italia”, presentata dall’Osservatorio Statistico dei Consulenti del Lavoro racconta di un mercato del lavoro che è cambiato profondamente, nonostante il numero di occupati sia rimasto pressoché uguale. In particolare:
– ci sono 2,8 milioni di lavoratori over 44 in più e 2,9 milioni di lavoratori under 45 in meno;
– i dipendenti part-time sono passati da 2,5 a 3,5 milioni, pari ad un aumento del 40%;
– l’industria ha perso 900 mila occupati, mentre i servizi sono aumentati di 800 mila unità;
– il Mezzogiorno ha perso 310 mila occupati;
– sono “scomparsi” un milione di operai e artigiani e gli addetti ai servizi sono aumentati di 810 mila unità.
Ora vediamo i dati puntuali riferiti alla provincia di Rimini.
Il tasso di occupazione colloca Rimini al di sopra della media nazionale ma ultima in Regione. Nella classifica è al 52 posto delle province italiane.
L’indagine rileva anche la retribuzione media tra le province italiane.
La differenza retributiva tra la provincia con la retribuzione media più bassa – Ragusa (1.059 €) – e quella con gli stipendi più alti – Bolzano (1.500 €) – è molto elevata: la busta paga del lavoratore siciliano è inferiore del 30% (441 euro) rispetto a quella del collega di Bolzano.
Rimini si colloca al 70 posto con 1.258 euro di retribuzione media
La provincia di Rimini ha un tasso di disoccupazione del 10,2%, inferiore rispetto alla media nazionale dell’11,2%, ma lontano da Bologna 5,1%
Con il 34,7% il tasso di disoccupazione giovanile in Italia nel 2017 si attesta su un valore molto più alto rispetto all’Europa. La provincia di Rimini ha un tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) del 30,6%
Giovani Neet
Il numero di giovani, compresi tra i 15 e i 29 anni, nello stato di Neet6 (non lavorano, non studiano e non frequentano corsi di formazione) nel 2017 è pari a 2,1 milioni unità. La provincia di Rimini ha una % di neet più alta della media nazionale e si colloca ultima in regione con il 25,4%
L’osservatorio ha sintetizzato anche un indice di efficienza ed innovazione del mercato del lavoro. I parametri utilizzati sono:
1. tasso d’occupazione (15-64 anni);
2. tasso di non Neet (15-29 anni): più è alto il valore dell’indice, meno sono i giovani che non lavorano,
non studiano e non sono in formazione;
3. rapporto tra il tasso di occupazione maschile e quello femminile, che segnala la maggiore partecipazione
delle donne al mercato del lavoro e l’aumento dell’occupazione complessiva;
4. quota di occupati che esercitano professioni altamente qualificate nei settori più innovativi;
5. quota di lavoratori con contratti standard e, quindi, meno lavoratori “precari” maggiormente esposti al rischio di povertà.
Rimini si colloca al 64 posto in posizione intermedia ma perdendo molte posizioni rispetto al 2016
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