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Rimini, Trenoverde: i risultati del monitoraggio dell’aria. Da gennaio 27 sforamenti

Il monitoraggio della qualità dell’aria nella città di Rimini, con l’obiettivo di scattare una fotografia dell’inquinamento atmosferico presente nell’area monitorata, facendo particolare attenzione ai picchi di polveri sottili registrati.

È quanto realizzato dal Treno Verde, la campagna di Legambiente e del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare, in questi giorni di sosta alla stazione di Rimini. I risultati del monitoraggio scientifico della qualità dell’aria – realizzato grazie al progetto di Citizen Science di Legambiente Volontari per Natura – sono stati presentati questa mattina a bordo della quarta carrozza del convoglio ambientalista da Mirko Laurenti, portavoce del Treno Verde, Massimiliano Ugolini, presidente del circolo Legambiente Valmarecchia e Giulio Kerschbaumer, direttore di Legambiente Emilia Romagna.

Non certo un buon inizio dell’anno per la città adriatica dal punto di vista dell’inquinamento atmosferico. Nel 2019 sono stati già numerosi i superamenti del limite per il pm10. La centralina Flaminia ha fatto registrare 27 superamenti mentre quella di Marecchia 25. I dati del 2018 confermano, inoltre, la tendenza non ottimale in città. I superamenti totali registrati della centralina di Flaminia, infatti, sono stati 37, quelli della centralina Marecchia 19. I dati sulla qualità dell’aria di Rimini e delle altre città dell’Emilia Romagna sono consultabili da tutti sul sito web dell’ARPAE.

L’obiettivo del Treno Verde è sensibilizzare la cittadinanza e valutare l’esposizione  all’inquinamento atmosferico, spesso inconsapevole, a cui i cittadini sono sottoposti quotidianamente. Per questo, il 13 e 14 febbraio scorso è stato realizzato un monitoraggio in 6 punti “sensibili” di Rimini, scelti in base alle segnalazioni dei cittadini e dei circoli di Legambiente. In questi punti sono state fatte misurazioni della durata di un’ora delle polveri sottili con l’obiettivo di scattare una fotografia dell’inquinamento atmosferico presente nell’area monitorata, facendo particolare attenzione ai picchi di polveri sottili registrati. Traffico, ingorghi, soste selvagge, orari da bollino rosso e altre fonti di emissioni, sono spesso queste le condizioni in cui ogni giorno i cittadini si devono muovere tra mille problemi ma che ormai non sono più sostenibili.

I valori registrati di polveri sottili (Pm10) a Rimini oscillano tra 5,16 e 30,1 microgrammi/mc (come media oraria) e i punti monitorati sono via circonvallazione nei pressi di un istituto scolastico (media oraria di 9,43 µg/mc il 13 febbraio e 23 µg/mc il 14 febbraio), via Marecchiese (media oraria di 5,16 µg/mc), via Fada (7,5 µg/mc), scuola Decio Raggio (5,3 µg/mc), via della Fiera (30.1 µg/mc), zona di Santa Giustina (15,81 µg/mc). Tutti i valori medi non destano preoccupazione, ma occorre evidenziare come numerosi siano stati alcuni picchi registrati durante l’ora di monitoraggio in alcuni punti. Questi incidono sulla salute delle persone che passeggiano, lavorano, circolano in queste zone congestionate dal traffico. Il picco più elevato si è registrato presso via della Fiera, dove alle 17.45 si è raggiunto il valore di 70 µg/mc. Presso l’istituto scolastico, invece, il 14 febbraio alle 9.14 si è registrato un picco di 58 di µg/mc. Nell’insieme, questi numeri sottolineano come, nell’arco della giornata, i cittadini possono respirare ripetutamente ed inconsapevolmente aria inquinata anche se solamente per pochi minuti.

Nel corso della conferenza stampa è stato ricordato come le prime posizioni della classifica del dossier di Legambiente Malaria 2019 siano tutte appannaggio delle città dell’area del bacino padano. Sommando i giorni di mal’aria respirata dai cittadini dell’Emilia-Romagna nel corso del 2018, tra superamenti delle PM10 e dell’ozono, la speciale classifica vede le città di Modena, Parma, Piacenza e Reggio Emilia, prime in questa drammatica lista con ben rispettivamente 117, 112, 112 e 111 giornate di inquinamento.

Occorre una revisione totale della mobilità all’interno delle nostre città, dando priorità al trasporto pubblico ed alla mobilità condivisa e collettiva per la riduzione del tasso di motorizzazione, verso un obiettivo di de-carbonizzazione del trasporto sia di persone che di merci – ha affermato Giulio Kerschbaumer, direttore di Legambiente Emilia Romagna – è necessario inoltre mettere in campo un intervento deciso di riqualificazione energetica dell’obsoleto patrimonio edilizio delle nostre città. Due strategie che devono diventare prioritarie, non solo per migliorare l’aria che respiriamo ma anche per rispettare gli accordi di Parigi sul cambiamento climatico, e contenere l’innalzamento della temperatura entro il grado e mezzo”.

In merito ad alcuni picchi nei rilevamenti, sono dati da mezzi pubblici, non è più rinviabile la scelta di sostituire i vecchi bus con mezzi elettrici – ha aggiunto nel corso dell’incontro Massimiliano Ugolini, presidente del circolo Legambiente Valmarecchia – lanciamo la sfida all’amministrazione comunale, chiedendo loro di raggiungere, entro la fine di questa consiliatura, risultati che possano porre le basi per il traguardo di un tasso di  motorizzazione sotto il 38%, entro il 2030”.

La città adriatica deve compiere ancora molti passi anche verso una piena accessibilità. Come è dettagliato nel dossier nazionale CittAccessibili, curato da Legambiente e Fondazione Serono, a Rimini non esiste un censimento dei residenti con problemi di disabilità, non c’è un ufficio comunale preposto al tema dell’accessibilità e non esiste il disability manager. Non sono ancora applicati i Piani per l’eliminazione delle barriere architettoniche (PEBA), obbligatori al 1986 e la sede principale del comune non è pienamente accessibile a tutti.

E ancora, il sito web istituzionale dell’Ente non è conforme ai requisiti di accessibilità e fruibilità per tutti. Nel contempo però il comune dichiara che è attiva una politica specificatamente dedicata all’accessibilità degli uffici comunali e delle scuole, il servizio di trasporto pubblico urbano è attrezzato per la fruibilità da parte di persone con disabilità e, infine, si dichiara di aver stanziato fondi per migliorare la fruibilità degli spazi per tutti e per l’eliminazione delle barriere architettoniche. Ma poi, quando viene chiesto di indicare la cifra per il 2018, il Comune indica di aver previsto appena 50 mila euro. Insomma, c’è ancora strada da fare anche nel capoluogo romagnolo, come nella maggior parte della città italiane.

Dopo la tappa romagnola, il viaggio del Treno Verde prosegue verso Padova. A bordo ci saranno come sempre le migliori esperienze italiane impegnate sul fronte della sostenibilità ambientale, come il consorzio Ecopneus, partner principale del Treno Verde; i partner sostenitori Enel X e Ricrea; i partner Bosch, Iterchimica, Montello, Valorizza (brand di Sma e Gemmlab); i partner tecnici Con.Tec, Ecoplus, 100% Campania – Formaperta e come le esperienze dei partner start up Lime e Movecoin. Media partner del tour del convoglio ambientalista sono la Nuova Ecologia e QualEnergia. Gli allestimenti delle carrozze sono stati curati, invece, dall’Accademia delle Arti e nuove tecnologie di Roma.

Foto e video:

http://bit.ly/fotoTrenoVerde2019

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