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Rimini, terremoto nella minoranza in consiglio. Rufo Spina passa a Fratelli D’Italia

Dopo Nicola Marcello, anche il consigliere Carlo Rufo Spina ha deciso di lasciare Forza Italia, partito di minoranza in consiglio comunale a Rimini. Rufo Spina approderà nelle fila di Fratelli D’Italia.

A commentare duramente entrambi le dimissioni è il responsabile provinciale di Forza Italia Giulio Mignani.

“Spiace leggere di recriminazioni contro Forza Italia, partito colpevole nel 2018 di non avere candidato Nicola Marcello alle politiche e spiace ulteriormente sapere che per gli ultimi due anni abbiamo tutti lavorato a favore di Nicola che covava risentimento e
insofferenza per il nostro movimento e che addirittura da due mesi è tesserato di un altro partito.

Non entro nel merito delle scelte effettuate nel 2018 ma sicuramente si può affermare che abbiamo premiato Antonio Barboni, ora Senatore, che ha sempre militato in Forza Italia. Resta però da considerare un aspetto tutt’altro che marginale: entrambi (e con particolare riferimento a Marcello), nonostante il buon numero di preferenze personali hanno necessitato dei voti di Forza Italia per essere eletti.

Nessuno infatti, con le sole proprie forze, può garantire l’elezione e la conquista di un seggio. Forza Italia, nel 2016, ha ottenuto tre consiglieri comunali; per il calcolo dei resti abbiamo “pagato”, come si dice in gergo, il seggio del candidato sindaco Marzio Pecci, perdendo quello di Umberto Casalboni che risulta ora il primo dei non eletti. Con l’abbandono dei due consiglieri Forza Italia perde la restante rappresentanza in consiglio, che la democrazia dovrebbe però garantirci”.

Sarebbe auspicabile da parte loro, per correttezza nei confronti del Partito che ha loro consentito di ricoprire i loro ruoli, che presentino le loro dimissioni dal Consiglio Comunale, per fare in modo che Forza Italia continui ad essere rappresentata come le elezioni del 2016 hanno sancito, lasciando questi ultimi mesi l’onore ad Umberto di sedere – meritatamente – in Consiglio.

Chiudo con una considerazione di merito: vedo soffiare, cinque anni dopo, i venti del 2016 con i partiti di centrodestra che sgomitano per imporre il proprio candidato a scapito quasi più degli alleati che degli avversari. Ho sentito e letto di nomi che poco possono dare alla Città di Rimini e sarebbero strumentali solo alla guerra di posizionamento tra partiti. Se si vuole vincere è necessario trovare un nome (e ce ne sono) che porti un valore aggiunto: meglio vincere con un candidato condiviso che perdere con il proprio”.

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