L’avvocato riminese Cesare Brancaleoni, commentando un post su Facebook che parlava di un cartello al Rimini Summer Pride, domenica scorsa aveva scritto:
Il post è stato poi rimosso dall’autore, ma qualcuno nel frattempo lo aveva fotografato e continuava a farlo circolare.
L’avvocato Cesare Brancaleoni commenta: “Il post è stato rimosso? Mi dispiace, non lo sapevo. Né sapevo d’altronde che a Rimini si era tenuta quella manifestazione. Solo che quando ho visto quel post, ho voluto semplicemente ricordare quanto i tempi siano radicalmente cambiati e quanto sia cambiata la nostra città. In meglio o in peggio, alla mia età non sta a me giudicare”.
Ma come la pensa l’avvocato sui temi della diversità? “Sono al cento per cento per la tolleranza, non trovo assolutamente nulla da ridire su come un mio simile possa vivere la propria sessualità. Non sono però d’accordo con l’ostentazione e con la volgarità, come nel caso di quel cartello. Dopo di che, essendo nato nel 1943, ricordo bene negli anni ’50 quale atteggiamento avessero verso gli omosessuali la società tutta e la città di Rimini tutta. Li prendevamo a sassate, appunto. Tutti. Nostalgia per quei tempi? Nel mio intimo, può darsi. Ma non per l’intolleranza, semmai per la stretta di mano di Elio”.
Cioè? “Chi ha la mia età si ricorda dell’Embassy, che era il locale dove si andava a fare conquiste femminile, insomma il regno dei ‘birri’. Chi ha frequentato l’Embassy ha ben presente la proverbiale stretta di mano di Elio Tosi, che regnava su quel territorio. Ebbene, sono sicuro che se sabato Elio avesse visto passare quel corteo, sarebbe andato a portargli la sua stretta di mano”.