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Il Rimini per sognare e per cancellare brutti ricordi

Mezzolara Vs Rimini 3 a 1, la partita perfetta!
Ancora oggi sul sito ufficiale della squadra bolognese è possibile trovare l’articolo celebrativo del pomeriggio in cui, sul campo di Budrio, il Mezzolara assestò un perentorio 3 a 1 al Rimini targato De Meis rispedendo a casa i biancorossi cupi e preoccupati.
Bazzani in campo, Alessia Merz ad urlare in tribuna più una squadra infarcita di ragazzi indiavolati furono il preludio a un triste pomeriggio.

Sono passati tre anni, sono cambiate tante cose a Rimini, ma poco sembra cambiato da quelle parti.
Vinto quel campionato, il Rimini difese con i denti la categoria riuscendo, non senza il contributo fattivo dei tifosi, nell’impresa della salvezza sul campo vanificata poi dall’ennesima mancata iscrizione.
Fu Eccellenza, lo scorso anno, con la vittoria nel campionato e siamo già ai giorni nostri.

A Mezzolara invece poco è cambiato. Scrutando le informazioni a disposizione, i biancoazzurri sono sempre lì almeno dal 2004. Sempre lì, sempre in mezzo, se vogliamo rubare le parole a Ligabue, che descrivono molto bene il carattere e lo spirito di questa compagine da tanto tempo in serie D. Solitamente con le carte in regola per dire la sua, ma senza mai avere però quel qualcosa in più che possa sviluppare l’ambizione vera di poter alzare l’asticella.

Perché una partenza così mesta in un articolo che dovrebbe anche celebrare le 5 vittorie consecutive ottenute dal Rimini?
Semplice: nel calcio non esistono gare facili o gare già vinte ancor prima di essere giocate.
Dopo aver fatto i corsari a Villabiagio e aver battuto il Carpaneto, la Sammaurese, la Colligiana e il forte Lentigione, la tentazione di pensare che col Mezzolara la strada è in discesa potrebbe essere forte. Mentre invece conviene mantenere la guardia ben alta e allora i ricordi  possono far ben riflettere.

Sulla carta, il Mezzolara, terzultimo con soli 8 gol fatti, non sembrerebbe in grado di impensierire un Rimini pronto a lanciarsi verso la sfida cruciale di domenica 12 novembre, data in cui i biancorossi saliranno in quel di Imola a casa della squadra che, alla pari del Lentigione, gli esperti indicano come accreditata fortemente alla vittoria finale.

Ma occorre fare un passo alla volta. Occorre osservare che, pur essendo terzultimi, i biancoazzurri hanno subito solamente 13 gol come lo stesso Rimini. E questo dato deve già far comprendere quanto sarà dura la gara che verrà, per forza di cose impostata sul non subire assolutamente gol a difesa di quel pareggio che, in concomitanza a un finale rocambolesco, potrebbe pure far sognare il bersaglio grosso.

Difesa ermetica, caccia al punto su di un campo importante che dà visibilità e può ridare stimoli e motivazioni a una squadra che dopo il cambio di allenatore, avvenuto l’8 ottobre scorso, ha colto tre pareggi e una vittoria.
Segno che l’allontanamento di Passiatore ha prodotto qualche frutto per la compagine del presidente Cantelli che attende, probabilmente, proprio l’exploit, l’impresa, il grande risultato per tentare la cavalcata vincente in vista della salvezza.

Il Rimini dal canto suo deve evitare, a mio modo di vedere, di farsi ammaliare dal canto delle sirene.
Le sirene che reclamano il bel gioco, lo spettacolo, il ricamino, ricchi premi e cotillons.
Non stava scritto da nessuna parte che questa potesse essere una stagione già così matura e importante in ottica promozione diretta. E se è vero che l’appetito viene mangiando, è altrettanto vero che è entusiasmante pensare a cosa potrebbe generare, in società e nell’ambiente in generale, l’approdo al mese di dicembre, in cui si riapre la finestra di mercato, di un Rimini primo in classifica capace di aver regolato a domicilio quelle che erano indicate come le vere regine, di coppe e di denari, di questo campionato.

Sognare è bello tanto quanto pericoloso. Immaginare questo scenario è possibile solo se il naturale e fisiologico andamento di crescita in positivo della parte estetica del gioco resterà un complemento, sia pur importante, di una situazione che deve pestare sul gas e bruciare curve a tutta velocità come non mai!

La piazza sta, pian piano, rispondendo. Ma serve l’ultima, decisiva, tombale sferzata!
Ci sono tutti gli ingredienti per cucinare un piatto pazzesco, non perdiamoci dietro all’estetica dell’impiattamento.

Lo dico a me, alla piazza e in generale, ma lascio fuori il mister cui non mancai di fare i miei rilievi sino a non molte domeniche fa.
Riconosco a Muccioli di aver saputo tenere la barra a dritta e di aver saputo tirare fuori il meglio da una rosa falcidiata dagli infortuni che si sono susseguiti, in maniera ripetuta, coinvolgendo tutti i reparti.

Non è una novità il mio appello ad essere presenti, ma questa volta al Neri, domenica 5 novembre alle ore 14 e 30, non sarà una passeggiata nemmeno per chi guarda, perché il meteo pare improntato a complicarci un po’ l’esistenza. Ma una vittoria domenica, anche sofferta, aprirebbe prospettive e scenari, per almeno altri 7 giorni, che erano impensabili sino a qualche settimana fa.

Non eè obbligatorio sospendere, ogni tanto, l’esercizio fisiologico di annotare errori e difetti, ma troverei veramente bello vedere, sentire e toccare con mano che anche qua, adesso che si fa sul serio, si è capaci di soprassedere e remare tutti dalla stessa parte, almeno per un po’.

Non mi faccio ovviamente illusioni, so bene che al primo pallone sbagliato domenica sentirò cose che ritengo, per il momento che stiamo vivendo, inappropriate. Ma mi piace sognare e voglio pensare possibile essere tutti graniticamente uniti nello spingere la squadra alla vittoria col Mezzolara prima e con l’ Imolese 7 giorni dopo!
Forza Rimini!

Emanuele Pironi

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