Il sorriso, l’ironia e il gusto dolce di un gelato come arma contro il bullismo e il cyberbullismo. Questo il messaggio che ieri i 117 alunni delle scuole riminesi partecipanti al progetto “Non congelateci il sorriso”, hanno portato all’interno del salone internazionale del gelato del Sigep, alla fiera di Rimini. Non conGelateci il sorriso è un progetto di prevenzione del bullismo sostenuto da Comune di Rimini, Sigep, Moca, il Campus universitario di Rimini, la Fondazione Francolini, le associazioni dell’artigianato e 34 gelateria artigiane. I ragazzi hanno presentato i loro messaggi, realizzati insieme gli insegnanti, attraverso diverse modalità rappresentative – da quelle visuali agli slogan, da quelle teatrali ai video clip – per il contrasto del bullismo attraverso l’amicizia, la gentilezza, il rispetto. Gli stessi alunni si sono poi trasformati nella giuria che ha scelto e premiato, tra i tanti proposti dai gelatai presenti in fiera, il gusto dell’amicizia e il gusto della bontà. Un Sigep solidale dunque, una delle manifestazioni fieristiche internazionali del territorio che porta le eccellenze del gusto nel mondo e lo fa con uno sguardo alla solidarietà e all’impegno sociale.
“Possiamo usare il sorriso, l’ironia, la forza dell’amicizia e parlarne, ma mai subire – ha ricordato nel suo intervento la presidente del Consiglio Comunale di Rimini, Sara Donati. Mi sembra significativo – ha proseguito la Donati – che a sostenere i ragazzi non ci sia solo il contesto educativo per eccellenza, la scuola, ma anche il nostro tessuto di imprese artigiane, che collabora attivamente a veicolare valori positivi come l’amicizia e il rispetto. Oggi ho raccolto molti stimoli dai lavori presentati dagli alunni e dagli insegnanti per continuare a mantenere alta l’attenzione contro le diverse forme di bullismo. Un importante contributo riminese al dibattito su un tema delicato ma che solo un anno fa ha visto l’approvazione della prima legge nazionale. Il nostro è un impegno diffuso, mirato e costante per arginare quella che può diventare una vera piaga sociale minorile, soprattutto sui social”.