E’ in corso di svolgimento la seconda class-action di cittadini riminesi contro Hera s.p.a., in tema di smaltimento rifiuti. Dopo la vittoriosa sentenza dell’anno scorso davanti al Tribunale di Rimini (con 87 consumatori), l’avv. Enrico Gorini sta preparando un secondo “causone collettivo” per il recupero dell’Iva sulla Tariffa di Igiene Ambientale (TIA) versata a Hera negli anni 2008-2012, a cui possono partecipare tutti gli intestatari delle bollette di quel periodo (anche chi non ha conservato le bollette). Nella prima causa il rimborso medio è stato di 187 euro: cifra che cresce al crescere delle superfici abitative disponibili (maggiore la superficie, maggiore l’Iva versata, e maggiore la restituzione attesa).
Notoriamente, l’Iva non si applica sui tributi. Hera tuttavia, come tutte le concessionarie italiane del servizio, ha sempre sostenuto che la TIA fosse un normale “corrispettivo” di mercato, e come tale richiedesse l’Iva. D’altronde, ha sostenuto Hera nella causa riminese, l’Iva era stata ovviamente rimessa al fisco, quindi la concessionaria non aveva lucrato nulla; anche l’agenzia delle Entrate aveva avallato il suo comportamento; e inoltre il Parlamento aveva emesso un’apposita norma interpretativa, con cui si dichiarava espressamente che la TIA era un “corrispettivo” (almeno nella sua versione “2”): ne seguiva, a parere di Hera s.p.a., l’applicabilità di Iva.
“Senonché in causa si è dimostrato – spiega l’avv. Gorini – che la norma interpretativa del Parlamento in questo caso è inefficace e dunque disapplicabile. Pertanto rimane salvo il principio generale: l’Iva non può essere applicata ad un tributo”.
Per partecipare alla causa non è necessario avere conservato le bollette, anche se tuttavia sarebbe utile averne almeno una.
L’avv. Gorini, che sta preparando la documentazione per la causa, ha stabilito la data utile per le ulteriori adesioni a venerdì 14 settembre dalle 18 alle 20.
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