L’indagine della Procura di Rimini sugli appalti per lavori pubblici nel Comune di Rimini si arricchisce di altri particolari e si allarga anche ad altri appalti.
Come già scritto nei giorni scorsi un dirigente (Massimo Totti) , due funzionari del Comune di Rimini e alcuni professionisti sono stati iscritti sul registro degli indagati della Procura della Repubblica. L’indagine è quella su Acqua Arena e Tecnopolo universitari, aperta due anni fa.
L’ipotesi di reato sarebbe “falso in atto pubblico” in quanto le carte non sarebbero corrisposte al reale stato dei lavori, ma gli avvisi non sarebbero ancora stati notificati agli indagati.
Ora dall’inchiesta trapelano nuovi particolari. I tecnici privati indagati dovranno rispondere anche del reato di turbativa d’asta. Si tratta di un reato ben più grave di quelli che vengono contestati ai dipendenti pubblici.
Non solo. Vengono confermate anche le voci che circolavano da tempo su un’indagine parallela da parte della procura di Bologna su un personaggio che lavorava come consulente per imprese edile e per consorzi ed associazioni temporanee di imprese.
A far partire le indagini erano state le segnalazioni di alcune ditte interessate agli appalti, ma in seguito anche l’allora assessore Roberto Biagini aveva inviato una relazione alla Procura dopo aver raccolto informazioni fra i funzionari.
Quando furono sequestrati i documenti da parte della Guardia di Finanza all’ufficio tecnico di Rimini alcuni faldoni riguardavano le procedure di appalto di Acquarena, il complesso natatorio che deve sorgere di fronte al palacongressi.
I lavori sono fermi da mesi. La ditta capofila dell’assegnazione dell’appalto di costruzione e gestione della piscina (Axia di Reggio Emilia) è infatti stata dichiarata fallita. Il Comune sta procedendo alla revoca della concessione per poter procedere ad una nuova gara di appalto. E’ possibile che l’indagine della Procura di Rimini possa rallentare anche questa procedura amministrativa.