Sliding door… porta scorrevole.
Chissà quanti ricordano il gradevole film del 1998 in cui Gwyneth Paltrow viveva due vite parallele per poi giungere fatalmente alla stessa destinazione. Il momento di stacco tra i due percorsi di vita coincideva con l’aver varcato o meno la porta scorrevole della metropolitana, per un secondo di ritardo. Per la bella Gwyneth nonostante, due percorsi diversi, c’era una destinazione che era stata scritta per lei.
Secondo Giorgio Grassi la destinazione del Rimini FC è la serie B.
Non l’ha detto una volta sola. L’ha ripetuto ogni volta che è stato interpellato con un microfono o un taccuino di fronte.
Mi è tornata alla mente la trama del film perchè credo che la storia del calcio cittadino sia,nei prossimi mesi, di fronte ad una situazione simile.
Rimini è una piazza che può fare la B. La può fare come dimensioni economiche e di popolazione, a maggior ragione se ci si basa su blasone e tradizione.
Tutto sta nello scegliere la strada migliore che può farti arrivare a destinazione nella maniera migliore e più indolore possibile.
Se varcheremo la porta scorrevole del progetto Grassi,come spiegato da lui stesso, ci aspetta un percorso fatto di crescita ponderata.
Crescita lenta, costante e partecipata, perché per funzionare un progetto di questo tipo ha bisogno delle 5 gambe di cui sentiamo parlare da almeno un anno.
Tifosi, città, imprenditoria, amministrazione e media…
Tutti uniti come una squadra vincente, suggerirebbe l’ ormai vecchio Dan Peterson…
In questi mesi, amministrazione, città e imprenditoria devono farsi carico della loro parte, se davvero credono che a Rimini un altro calcio è possibile.
Ovviamente non tutti ritengono che salire su questo treno varcando la porta scorrevole sia l’unica strada o perlomeno la migliore.
Non manche chi è certo dell’esistenza di un’altra strada in mondo parallelo, che ci porterà alla medesima destinazione denominata serie B; e quindi se ne stanno con un piede dentro e uno fuori.
Anziché stimolare le parti in causa perché si muovano, seminano dubbi e vagheggiano un’ alternativa a questo progetto che, nel breve, non appare ricco di gloria immediata.
Ho provato ad immaginare un progetto alternativo.
Ho ripensato all’estate scorsa, a quanto è stata pesante da accettare l’idea di ripartire dall’Eccellenza e a tutti i ragionamenti che, pur deluso, mi portarono a seguire questo campionato con lo stesso spirito con cui affrontai categorie ben più importanti in passato. E il risultato è stato chiaro.
L’anno scorso abbiamo rischiato di rimanere senza una squadra che portasse la maglia a scacchi e calcasse il Romeo Neri. Dal dopo COCIF in poi le situazioni che si sono succedute sono state sempre al ribasso. E non oso pensare a cosa potrebbe andare incontro il calcio riminese tentando adesso una strada ancora tutta da immaginare. Decidendo di tardare quel secondo, o quel mese, l’entrata da quella porta scorrevole. Trovandola chiusa.
Nei film esiste quasi sempre il lieto fine, nel mondo del calcio quasi mai. Specie di questi tempi.
Mi auguro che città, imprese e amministrazione trovino lo sprint giusto per far sì che a Rimini un altro calcio diventi possibile. Perché rischiare trovare la porta scorrevole chiusa ci espone al rischio peggiore: il rischio di fermarsi.
La mentalità “calcio uguale debito” e “si fa calcio solo se paga tutto Pantalone” si sta facendo sentire. Non pochi considerano utopica l’idea che si possa fare attingendo poco da tanti e dando strumenti di crescita alla società.Adesso il momento cruciale in cui le due mentalità si confrontano. Adesso può scaturire il cambio di marcia che potrebbe fare la fortuna del movimento calcistico riminese.
Il ruolo centrale adesso lo gioca l’amministrazione, con i bandi promessi entro fine mese che darebbero un impulso importante al decorso della situazione e una forte motivazione in più al progetto in via di sviluppo.
Abbiamo appena vinto un campionato, abbiamo appena fatto il primo passo.
Quella porta ci aspetta,tutti…
Forza Rimini!
Emanuele Pironi