Violento attacco di Carlo Rufo Spina alle scekte del governo sulle discoteche. Il consigliere comunale di Rimini, uscito da Forza Italia ma non accettato da Fratelli d’Italia, premette “che l’emergenza sanitaria, per quanto oggettivamente attenuata, è ancora in atto per cui è corretto mantenere in vigore i presidi sanitari (tra tutti le mascherine e l’igienizzazione) e procedere ad aggiornamenti, correzioni ed eventualmente restrizioni fino al definitivo debellamento del virus”.
“Mi aspetto però – prosegue Rufo Spina – che queste eventuali correzioni e restrizioni siano motivate da evidenze oggettive, dato che ogni restrizione impatta gravemente sui comparti economici del paese e costa in termini di pil reale sia per gli imprenditori che per i lavoratori che per l’indotto che per lo stato (minori entrate tributarie e maggiori spese per sovvenzioni). Come noto la provincia di Rimini è la provincia italiana con maggior concentrazione di discoteche e locali da ballo per kmq, conseguentemente la nostra realtà dovrebbe essere più che rappresentativa della situazione nazionale quanto ad evidenze empiriche”.
“Analizzando quindi i dati ufficiali che ci vengono forniti (e che sono di pubblico dominio) notiamo che nella nostra provincia da quando hanno riaperto discoteche e locali da ballo non esiste nessun aumento significativo o minimamente rilevante dei contagi, né – per fortuna – delle morti, che sono sostanzialmente zero da molti mesi e – ampliando all’Emilia-Romagna – di una o poche unità in tutto questo periodo (ad esempio ieri e oggi siamo a zero, addirittura 1 in Piemonte e 1 in Lombardia, insomma numeri ancora molto rassicuranti)”.
“Ad ogni modo la provincia di Rimini -provincia discotecara italiana- non ha avuto alcun aumento della curva dei contagi nel periodo luglio/agosto. Nessuna. I dati lo accertano: sono evidenze oggettive.
Eppure a livello nazionale la curva dei contagi è leggermente aumentata (+450 casi mediamente, registrati in particolare in Lombardia, Piemonte e Veneto). Questo aumento è addebitabile alle discoteche? Ora mi aspetto che qualche genio al governo dovrebbe pur riconoscere che se così fosse avremmo un aumento dei contagi almeno di pari livello in provincia di Rimini, ma così nn è. Forse allora ha ragione chi sostiene che le discoteche nulla c’entrano con questo incremento, che è in realtà dovuto ai rientri dei turisti da paesi come Spagna, Croazia e Grecia”.
Quindi l’accusa: “Ed ecco qui l’atteggiamento criminale del governo: invece di tamponare e risolvere la vera causa del contagio, ovvero vietare il turismo in questi tre paesi a rischio elevatissimo ovvero imporre una quarantena ai folli turisti che lì si sono recati ugualmente e che rientrano (quest’anno era da stare solo in italia), non fa nulla di tutto questo e per dimostrare che comunque qualcosa fa ed è in grado di gestire il problema decide di chiudere tutte le discoteche e i locali da ballo, che sono davvero la vittima sacrificale di un governo incompetente e criminale, che è disponibile del tutto immotivatamente -anzi, con pieno dolo, in quanto ben conscio che l’aumento dei contagi è dovuto ad altre cause- a distruggere un settore imprenditoriale che vale miliardi di euro e deprimere ulteriormente l’economia di varie aree d’Italia”.
“Poi vogliamo pure fare le ulteriori annotazioni che i mezzi pubblici, i treni e gli altri locali creano assembramenti anche peggiori per mq rispetto alle discoteche? Ovvio, ma tanto non ha senso, la decisione immotivata e criminale è ormai presa per dare al popolino bue l’illusione di fare qualcosa, il placebo rassicurante del “stiamo lavorando per voi”. Le discoteche e i locali da ballo che crepino pure, tanto in larga parte non “votano” neanche per loro quindi sono sacrificabili. Bene quindi ha fatto il Silb a presentare ricorso al TAR, che credo e spero sarà accolto in quanto il decreto governativo è viziato da totale carenza di motivazione e da eccesso di potere”.
“Al Silb e a tutti gli operatori del settore va la mia piena solidarietà e l’impegno a combattere politicamente affinché la politica sia ragione e competenza, non emotività e demagogia“, conclude Carlo Rufo Spina.