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Rimini: Rifondazione Comunista e Sinistra Italiana criticano le dichiarazioni di Gloria Lisi

Gli enti gestori segnalano che in alcuni casi i ragazzi non vogliono seguire i corsi ma non hanno strumenti coercitivi per costringerli”, ha dichiatato Gloria Lisi, vicesindaco di Rimini. “Abbiamo chiesto alla polizia municipale di identificare chi viene sorpreso in giro e poi segnalarlo sia alle realtà coinvolte che alla Prefettura che è responsabile dei CAS. Crediamo sia importante per far capire che l’accoglienza e l’integrazione partono dal rispetto delle regole”.

Su questa dichiarazione di Gloria Lisi registriamo il commento di Fortunato Stramandinoli, coordinatore provinciale Sinistra Italiana Rimini:

Abbiamo ascoltato le dichiarazioni dell’Assessore ai servizi sociali Gloria Lisi, che, come del resto tutto il PD, continua a veicolare messaggi razzisti volti ad inasprire un odioso approccio “carcerario” per l’accoglienza dei migranti.

E’ davvero assurdo che l’Assessore lasci intendere che la feroce aggressione subita da Emmanuel sia, in pratica, colpa sua; da incoscienti far passare il messaggio secondo il quale quell’aggressione sia accaduta implicitamente per colpa di Emmanuel perché “non doveva essere li”. In pratica l’Assessore ci sta dicendo che Emmanuel quell’aggressione se l’è cercata ed è figlia del mancato controllo di chi ospitava il ragazzo, che, secondo l’Assessore dovrebbe riuscire a recludere il più possibile le persone accolte. L’integrazione non può e non deve passare da un’accoglienza carceraria dei migranti. Soprattutto quando, come accade a Rimini, ci troviamo ad avere strutture alberghiere che gestiscono l’accoglienza dei migranti come l’Hotel Brennero (e non solo), dove i ragazzi vengono stipati nelle camere e lasciati senza nessuna assistenza, senza nessun aiuto, senza un pasto, senza che venga data loro la possibilità di seguire un corso di italiano; insomma strutture che non rispettano assolutamente il capitolato d’appalto e si inseriscono nel sistema dell’accoglienza solo ed esclusivamente per lucrare sulla pelle delle persone che andrebbero accolte in maniera degna e aiutate ad integrarsi. Tra l’altro saremmo molto curiosi di capire chi sono questi enti gestori che denunciano il rifiuto da parte dei migranti di imparare l’italiano, perché a noi invece risulta tutt’altro quadro; ci risulta che le varie esperienze autonome nelle quali si insegna l’italiano siano affollatissime, e che la totalità delle persone che le frequentano siano proprio i migranti accolti nelle strutture dove però nessuno gli insegna l’italiano e ne da loro nessun tipo di aiuto. 

La soluzione però, cara Assessore, non è certo quella di inasprire i controlli sui migranti e recluderli il più possibile, cercando tra l’altro di impiegarli poi in attività di “volontariato”, facendoli di fatto lavorare gratuitamente. Ad essere sinceri questo ci ricorda, appunto, un modello decisamente carcerario fatto di reclusione e lavori forzati. Non crediamo proprio sia possibile e accettabile un tale sistema di accoglienza, perché questo non rispetta ne i diritti umani e ne tanto meno porta a qualche tipo di integrazione; ovviamente tutto ciò terrà contenta la destra razzista e xenofoba che voi stessi state alimentando e alla quale avete già da tempo abdicato. Dobbiamo assolutamente combattere contro questa narrazione tossica, contro questo razzismo istituzionale che proprio voi state continuando a portare avanti”.

E di Paolo Pantaleoni, Segretario Provinciale PRC e Visintin Sara, Responsabile Provinciale Immigrazione PRC Rimini:

Interveniamo in merito alle esternazioni del Vicesindaco Lisi rispetto al tema del “bighellonaggio etnico”.

Nelle dichiarazioni della Lisi ci sono tre aspetti che condanniamo fermamente.

In primo luogo ci pare evidente la finalità discriminatoria della proposta, che divide la comunità in due gruppi: bianchi e neri.

I primi possono bighellonare (pensiamo agli studenti che approfittano di questi giorni di bel tempo per saltare le lezioni a scuola), i neri no. In secondo luogo legare di fatto la possibilità di riconoscimento della protezione internazionale al modo in cui ciascuno trascorre il proprio tempo libero sul territorio in cui si è accolti, e non ai motivi strettamente personali che hanno spinto alla migrazione, come previsto dalla Convenzione di Ginevra, è inaccettabile ed inqualificabile se non come pratica discriminatoria ed escludente. 

In terzo luogo le dichiarazioni della Lisi contribuiscono al consolidamento di un senso comune deviato e distante dalla realtà, che dipinge il migrante come fannullone a carico dello Stato, a cui si risponde con la proposta demagogica ed indecente di lavoro gratuito da imporre al/alla richiedente asilo. 

Il mare in cui nuotano tali proposte  è quello normato ed incentivato dalle Leggi Minniti-Orlando, che sempre di più restringono gli spazi di libertà individuale e collettiva creando un diritto razziale, ossia diversificare l’accesso ai diritti su base etnica. 

Dopo aver bloccato i richiedenti asilo in un sistema di accoglienza che annulla le loro opportunità di costruzione della propria autonomia e della libertà di movimento; dopo aver animato un senso comune distorto, che accusa i migranti quale causa della crisi economica, senza guardare ai tagli al welfare, alla sanità, alla precarizzazione del lavoro e alla riduzione dei salari, quali cause reali; ora si punta allo sfruttamento legittimato del/della migrante e alla restizione del diritto a vivere il proprio tempo libero.

I richiedenti asilo rappresentano la forza lavoro sottopagata e ricattabile, che per elemosinare un riconoscimento, si vede costretta ad accettare diverse forme di sfruttamento lavorativo.Se prima lo sfalcio del parco pubblico era affidato con contratti precari e stipendi da fame a lavoratori delle municipalizzate, ora sarà svolto gratuitamente dai richiedenti asilo. 

Il lavoro gratuito diventa una forma di ringraziamento/riconoscimento da parte del/della migrante verso lo Stato Italiano, senza ricordare che spesso chi fugge vive nelle privazioni generate dallo sfruttamento economico da parte dei Paesi occidentali e senza precisare che i soldi destinanti all’accoglienza determinano benefici più verso lo sviluppo economico di un territorio che non verso il singolo migrante. 

Ci pare evidente che la maggioranza che governa il Comune sia alla costante ricerca di consenso intercettando gli umori della piazza ed abdicando rispetto al possesso di un orizzonte ideale fatto di salvaguardia dei diritti per tutti e tutte indipendentemente dalla nazionalità e dell’eguaglianza formale e sostanziale come previsto dalla Costituzione Italiana. Così come è evidente che a proposta in questione risponde ad una scelta politica di riduzione dell’investimento delle amministrazioni comunali nei servizi pubblici locali e nel ricorso al volontariato migrante, andando contro i diritti fondamentali della persona, istituendo un sistema differenziazione razziale che incentiva la guerra fra poveri.

D’altronde occorre spazio libero per consentire il bighellonaggio di sindaco ed albergatori tra un luogo d’arte e l’altro della città”.

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