Martedì 27 luglio alle ore 21:30, presso l’Arena Lido di Rimini, verrà proiettato il film Rifkin’s Festival (2020) di Woody Allen.
Come spesso accade nelle opere del regista statunitense, la trama è ambientata in un ambiente a sua volta (meta)cinematografico: Mort Rifkin (Wallace Shawn) è infatti un ex docente di storia e critica del cinema, sposato con Sue (Gina Gershon) che è lavora come addetta stampa nell’ambiente della settima arte.
L’episodio che mette in moto la macchina narrativa è costituito dal loro viaggio in Spagna, al Festival internazionale del cinema di San Sebastián. Il soggiorno iberico è però turbato da uno spiacevole sospetto di Mort, ovvero dal dubbio spinoso che il rapporto fra sua moglie e il giovane regista Philippe, (Louis Garrel) con cui collabora, vada ben oltre la sfera professionale…
Non c’è pandemia che tenga: Woody Allen conferma i suoi ritmi da stacanovista della cinepresa, e confeziona dopo un solo anno da A Rainy Day in New York (proiettato lo scorso anno all’Arena Lido) l’ennesimo film della sua carriera, avendo nel frattempo scritto e diretto anche serie televisive come Crisi in sei scene, disponibile su Amazon prime video.
Nonostante la solita leggerezza che lo contraddistingue, apprezzabile forse ancor più da parte di chi non conosce approfonditamente la sterminata produzione di Allen, il film ripete ancora una volta lo spartito delle consuete ossessioni dell’autore, confermando la tendenza degli ultimi anni all’eterno riciclo dei capolavori dell’autore. Non è forse un caso, quindi, che le riprese del film siano durate poco più di un mese, dal 10 luglio al 16 agosto del 2019.
All’interno di un quadro generale non troppo originale, spicca però l’efficacia della chiave nostalgica, già sperimentata ad esempio nell’indimenticabile Midnight in Paris (2011): l’espediente del sogno, rappresentato in biancio e nero nel film, permette infatti ad Allen di dare di nuovo vita a un mondo e un cinema che non ci sono più. Ecco allora Mort catapultato nelle sequenze più celebri di Welles, Bergman, Godard, Truffaut, Buñuel o il nostro Fellini.
Dalle scene-omaggio ideate da Allen traspare un senso di stima e riverenza che, grazie alla sua autenticità, costituisce l’aspetto più vivo e pulsante del film. Un’opera che è un omaggio ai più grandi film della storia del cinema, e che ha se non altro il merito di strizzare l’occhio sia ai cinefili più rigorosi che a chi cerca semplicemente un po’ di leggerezza estiva.
Per prenotazioni e maggiori info ecco il sito ufficiale dell’evento.
Edoardo Bassetti