Nella prima mattinata di oggi alla sala operativa della Questura di Rimini è giunto un allarme che segnalava la presenza di un “turista speciale” in un lussuoso hotel a quattro stelle di Marina Centro. Dopo i necessari approfondimenti, gli equipaggi di volante si portavano presso l’hotel e, dopo aver verificato l’effettiva presenza dell’uomo nella stanza, un 39enne di origine marocchine, lo bloccavano in sicurezza trasferendolo in Questura per procedere all’identificazione.
Nei confronti dell’uomo pende un ordine di carcerazione emesso dal Tribunale di Firenze perché riconosciuto quale il leader/capo, unitamente al fratello, di due gruppi criminali strutturati per l’esercizio abusivo dell’attività finanziaria con carattere di transnazionalità e il riciclaggio di denaro di provenienza illecita, in particolare da spaccio di stupefacenti.
L’uomo, sfuggito all’arresto lo scorso 7 ottobre, insieme ad altre 20 persone tutte originarie di paesi dell’area nord africana, avevano allestito due vere e proprie banche abusive con ‘sportelli’ presso esercizi commerciali del Centro storico di Firenze, come un’agenzia di viaggio, un Centro Servizi Immigrati e una macelleria che si occupava di raccogliere e trasferire copiose somme di denaro tra l’Italia ed il Marocco. Secondo quanto ricostruito i due gruppi, tra il 2017 e il 2018, sarebbero stati in grado di trasferire illecitamente in Marocco somme di denaro, di origine illecita, per un importo complessivo di circa 5 milioni di euro.
I loro clienti erano per la maggior parte spacciatori, perlopiù clandestini, che si rivolgevano alla “banca” per trasferire i loro guadagni in Marocco anche al fine di sottrarli ad eventuali sequestri in caso di arresto.
Gli approfondimenti investigativi, concretizzatisi nell’esecuzione di intercettazioni telefoniche ed ambientali, riprese video, nonché accertamenti patrimoniali, hanno consentito di riscontrare che presso i locali a diposizione degli indagati era possibile ottenere diversi servizi finanziari, tra i quali prestiti, altre tipologie di finanziamento e, soprattutto, depositare e trasferire somme di denaro verso il paese di origine degli indagati. I servizi finanziari, poi, oltre che presso i due “sportelli” del Centro storico di Firenze, potevano essere ottenuti anche altrove; le indagini hanno accertato che alcune operazioni “bancarie” si svolgevano presso punti di ritrovo nei quartieri cittadini di Campo di Marte e Gavinana-Galluzzo.
Il tutto senza impiegare i canali del sistema bancario e finanziario di trasferimento, così come previsto dalla normativa, ma avvalendosi di altri sistemi di comunicazione: utilizzando la diffusa applicazione internet “whatsapp”, bastava, per esempio, inviare l’immagine fotografica di un’“attestazione” della somma di denaro che doveva essere consegnata al beneficiario in Marocco e i funzionari delle “filiali” nord-africane del particolare “istituto di credito” provvedevano a consegnare, sul posto, al destinatario il “bonifico” a suo favore effettuato dall’Italia; i gruppi criminali trattenevano tuttavia commissioni “bancarie” che raggiungevano frequentemente una percentuale pari al 20% dell’importo trasferito.
Durante la perquisizione effettuata nella camera dell’albergo, è stato trovato un bollettario per il rilascio di ricevute fiscali di pagamento – in parte compilato – sottoposto a sequestro.
Al termine degli accertamenti l’uomo è stato condotto in carcere.