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A Rimini e Riccione con Cuba siempre!

La recente scomparsa di Fidel Castro con il grande seguito e la partecipazione di popolo dei suoi funerali è giunta al termine di un periodo denso di clamore mediatico attorno a Cuba; clamore dovuto principalmente alla riapertura dei rapporti (per ora solo diplomatici) con gli USA ma anche all’essere stata Cuba sede e promotrice degli accordi di pace in Colombia e sede di uno storico incontro tra il pontefice cattolico ed i patriarchi ortodossi.

Oltretutto nell’ultimo anno sono aumentati ancora di più gli arrivi di turisti sull’isola al punto da far temere – quando e se diverrà operativa la rimozione del blocco economico statunitense – per la capacità ricettiva complessiva.

Eppure Cuba, in Italia ed in tutto il mondo, non è mai stata realmente sola ed abbandonata a se stessa; praticamente da sempre, cioè dal trionfo della sua rivoluzione (1° gennaio 1959) e dai fatti immediatamente seguenti (l’aggressione subita a Playa Giron nel ’61 e la crisi dei missili del ’62) attorno ad essa si è formato e solidificato (con alterne vicissitudini) un significativo movimento internazionale di solidarietà e sostegno. Un movimento generale che non ha lasciato Cuba sola, neppure quando, dopo la fine dell’URSS e la seguente caduta del campo socialista, alla rivoluzione cubana veniva pronosticata una vita brevissima e la sua economia crollava perdendo di colpo più della metà del PIL, precipitando in una crisi – il cosiddetto “periodo especial” – da cui ne sarebbe uscita (in maniera brillante viste le scarne risorse a disposizione) dopo circa un quindicennio.

In Italia questo movimento si identifica principalmente (ma per correttezza non solo) con l’Associazione Nazionale d’Amicizia Italia Cuba, nata nell’ottobre ’61 dopo i fatti di Playa Giron, per anni incanalata nel movimento più generale di associazionismo e società legato al PCI, resasi poi autonoma dal ’91 e ricostituita in APS (associazione di promozione sociale) continuando così la sua vita, a differenza delle altre associazioni di solidarietà con esperienze e paesi socialisti, tutte praticamente scomparse.

L’A.N.A.I.C., con sede centrale a Milano, è a tutt’oggi presente in quasi tutto il territorio nazionale, articolata in circoli per lo più provinciali ed in coordinamenti regionali (laddove esistono più circoli per regione); in Emilia Romagna sono presenti sette circoli, fra cui Rimini, ed è attivo un coordinamento regionale che coinvolge anche le vicine Marche dove è presente solo un circolo.

L’associazione promuove l’amicizia e la cooperazione con Cuba ed il sostegno politico alla sua rivoluzione, vista come esperimento concreto ed autonomo di organizzazione socialista di una società, ispirata a criteri di solidarietà, fratellanza e giustizia sociale come da tanta parte del mondo – tranne quella occidentale Europa e USA – gli viene da tempo riconosciuto.

Il circolo di Rimini, intitolato a José Martì (intellettuale e poeta del XIX secolo, principale ispiratore dell’indipendenza cubana con un peculiare carattere progressista di patria) è nato nel 2003 e fino al 2015 ha avuto sede a Riccione; da subito si è attivato per perseguire gli “scopi sociali” con iniziative di sensibilizzazione verso l’isola e le vertenze che la riguardano, prima fra tutte la questione del blocco economico Usa che a tutt’oggi produce danni quasi incalcolabili per l’economia dell’isola ma anche per situazioni quali la vicenda dei cinque ingiustamente detenuti per attività di antiterrorismo nelle carceri statunitensi e rilasciati poco meno di un anno fa’, o ancora, la richiesta di estradizione o il vedere in qualunque forma assegnati alla giustizia i capi di quel movimento terroristico che da decenni perseguita Cuba con attentati spregevoli – come l’abbattimento di un aereo di linea (1976) o la bomba al porto dell’Havana (1960) o le bombe negli hotel (1997 costate tra l’altro la vita anche ad un nostro connazionale Fabio Di Celmo) – e che ancora oggi girano a piede libero rilasciando farneticanti interviste negli USA.

Altre iniziative, con carattere di raccolta fondi, sono state e vengono messe in piedi per finanziare dei progetti di cooperazione, in primis quello portato avanti dal coordinamento regionale Emilia Romagna Marche, un progetto di e-governement ideato dal circolo di Ravenna e riguardante l’ammodernamento (in molti casi la creazione ex novo) dei sistemi informatici di enti locali, strutture sanitarie e sociali, istituzioni culturali altrimenti impossibilitate ad accedere a tali strumenti a Cuba, dati i costi che il blocco fa lievitare dei materiali di questo tipo.

Questo progetto che va avanti da dodici anni e che vede l’invio annuale di un container ha avuto notevoli riconoscimenti da parte degli enti beneficiari a Cuba e da ambiti del governo centrale, e si è articolato a partire dalle provincie di Camaguey e Sancti Spiritus, gemellate rispettivamente con Emilia Romagna e Marche, per poi irradiarsi oltre. A questa serie di progetti regionali se ne affiancano poi altri, di carattere nazionale, finanziati anche con i proventi del 5×1000, più raccolte fondi periodiche che si organizzano in occasioni – spesso purtroppo frequenti – come i danni degli uragani che a Cuba (grazie alla sua efficace organizzazione) non producono quasi mai vittime ma che con la loro violenza danneggiano infrastrutture ed edifici.

Altrettanto importante è poi la promozione di rapporti culturali, medico scientifici o istituzionali che l’associazione a tutti i livelli porta avanti. Proprio in quest’ottica è nata con la collaborazione di altre associazioni europee MediCuba, un’associazione che oltre ad intervenire in casi concreti di aiuto materiale mette in relazione il mondo della medicina cubana (molto avanzato tecnologicamente ma anche e soprattutto culturalmente) con medici, università e istituzioni sanitarie europee.

A fianco di questo resta poi un’attività tradizionale di viaggi di conoscenza (particolarmente in occasione del 1° maggio) e brigate di lavoro volontario che annualmente l’Associazione organizza.

La scomparsa di Fidel Castro che – va specificato – da quasi dieci anni non ricopriva più cariche politiche, seppur dolorosa per chi come noi segue Cuba e la sua rivoluzione non causa però crisi di motivazioni o d’identità.

La stessa Cuba è una società matura che ha articolato una propria organizzazione politico statuale, con un sistema democratico di diverso segno rispetto a quello di altri paesi, (a Cuba, infatti, non esistono partiti, però si vota ogni quattro anni e la politica è organizzata territorialmente dai Comitati di Difesa della Rivoluzione presenti in ogni quartiere ed i candidati sono promossi dalle associazioni e dai sindacati) e con una classe politica molto giovane e capace; la maggior parte dei ministri e dei parlamentari ha, infatti, meno di cinquant’anni e lo stesso Raul Castro ha già annunciato la sua non ricandidatura a fine mandato (2018).

Cuba continua inoltre ad essere il principale referente nel processo di emancipazione del sub continente latino americano, oggi parzialmente frenato da una controffensiva “padronale” ispirata dal solito ingombrante vicino nordamericano attraverso golpe striscianti (come in Brasile o Venezuela) e faraoniche campagne mediatiche ed elettorali; un processo che ha però segnato alcuni passi da cui difficilmente si tornerà indietro come la Comunità Economica Latino Americana Caraibica (CELAC) primo embrione di un mercato comune tra paesi del sud del mondo, e l’ALternativa Bolivariana per le Americhe (ALBA) il cartello politico che riunisce i paesi ed i movimenti progressisti nel continente.

Un’altra posizione da cui Cuba non recede è poi quella di essere riferimento essenziale della solidarietà tra paesi poveri, come testimonia la sua instancabile attività di cooperazione (senza barriere politiche) in tutte le aree del pianeta; cosa che avviene attraverso le sue brigate di medici attive in tanta parte di America Latina, Asia ed Africa (in luoghi dove spesso non è mai giunto nessun dottore) o con gli insegnanti del progetto di alfabetizzazione “yo si puedo” anch’essi attivi in tanta parte (povera) del globo, o ancora con l’apertura delle sue avanzate scuole superiori ed università (specie di medicina) dove vengono ogni anno ospitati gratuitamente migliaia di studenti provenienti da tutto il terzo mondo (e anche dal primo come testimonia il cospicuo numero di afroamericani provenienti dalle metropoli USA, impossibilitati economicamente a studiare a casa propria).

Tutte queste attività sono quasi sempre messe in ombra nel mondo occidentale, dove invece Cuba è, secondo i mass media, una specie di super carcere gestito da una dittatura familistica; una caricatura feroce smentita in quasi tutte le sedi ufficiali (ONU e sue agenzie) dove invece le eccellenze cubane sono spesso riconosciute ma alimentata dall’ostilità politica di chi – USA ma anche tutto il mondo occidentale – non tollera progetti sociali alternativi al proprio credo economico politico.

Il recente disgelo con gli USA non tragga troppo in inganno, la riapertura delle sedi diplomatiche è senza dubbio un passo importante ma la rimozione del blocco economico – attivo dal 1962 e contro cui ogni anno si pronuncia l’Assemblea delle Nazioni Unite (con ormai la sola opposizione di USA e Israele) – tarda ancora a venire. Senza questa indispensabile premessa tutti gli impegni e le belle parole spese nella passerella mediatica di Obama a La Havana, restano lettera morta.

Per parte sua l’ANAIC, a tutti i suoi livelli, cerca di contrastare la cattiva informazione su Cuba promuovendone invece l’adeguata conoscenza: attraverso le iniziative che riesce a promuovere, il suo periodico “El Moncada” che arriva – oltre che agli associati – in tutte le biblioteche, con le newsletter e tutti i nuovi canali d’informazione e social network (lo stesso circolo riminese è presente su Facebook con una sua pagina) in quella che Fidel ha definito “la indispensabile lotta delle idee per il progresso sociale dell’umanità”.

Dorian Stacchini, Coordinatore regionale Emilia Romagna Marche dell’ANAIC

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