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Rimini: recuperare alla città la statua di Giulio Cesare e l’Anfiteatro

Egregio Assessore,

mi riferisco alla sua proposta di trasferire la statua  di  Giulio Cesare donata alla città di Rimini, davvero una bella statua anche se solo una copia dell’originale,  per chiederle di volere rinunciare a nasconderla ancora una volta, dopo 70 anni, dentro il nostro museo dal momento che oltreché essere, tra l’altro, tra le poche se non forse l’unica statua di cui a  tutt’oggi si è potuta fregiare la città, la stessa ormai, volenti o nolenti, rappresenta un pezzo della nostra  storia.

Desidero in particolare richiamare la sua attenzione sul fatto che  dando corso ad una tale proposta non si fà solamente un semplice dispetto a qualche sopravvissuto nostalgico del Duce ma si fà un torto grave  e si ferisce la intera città.

Una tale iniziativa e questo atteggiamento infatti, che  tra l’altro assumerebbero inevitabilmente i connotati di una misera schermaglia da retroguardia nel logoro confronto tra destra e sinistra, risulterebbero inoltre anche doppiamente colpevoli perché intrapresi  quando ormai gli Italiani e la storia hanno già espresso un giudizio definitivo sul nazifascismo e sulla tragedia, fatta di lutti e macerie, e non solo dell’Italia, che si è conclusa con il secondo conflitto mondiale e, contemporaneamente, anche perché  oggi nessuno pensa più, neppure  minimamente, a sollevare dubbi sugli orrori di Stalin e della sua dittatura e sul tragico epilogo, fatto di sofferenza e  disperazione, di miseria  e morte,  che il comunismo  e la sua ideologia (aveva ragione Turati e non Lenin) hanno inferto alle popolazioni della ex Unione sovietica.

Infine, come già più volte, quale ex-presidente del Ceis, ho avuto modo di ribadire all’interno di quel consiglio di amministrazione, a proposito della querelle circa lo spostamento del Centro educativo italo svizzero, dono del sindacato dei lavoratori  socialisti di Zurigo, per favorire il  recupero del nostro anfiteatro romano, aggiungo che una vera sinistra progressista, in materia di attenzione e sensibilità nei confronti del patrimonio archeologico, storico,  artistico e culturale della città, non può e non dovrebbe mai ricevere lezioni da nessuno: essa stessa dovrebbe farsi la prima assertrice e promotrice della sua difesa e del suo recupero.

Confidando quindi che la S.V, insieme alla Giunta, corrispondendo ad una sentita richiesta della intera nostra collettività vorrà provvedere a  restituire alla città, finalmente, un pezzo della sua storia, mentre ringrazio Lei e tutti gli Assessori ed i Consiglieri  per la cortese attenzione,  porgo   distinti saluti. 

Umberto Farneti

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