In un comunicato Raffaella Sensoli (M5S), si pronuncia a favore del’invito ai dipendenti del commercio e agli addetti nei centri commerciali a non lavorare, nella giornata festiva di Ferragosto lanciato da alcune sigle sindacali.
“Come preannunciato poche settimane fa dal vicepremier Luigi Di Maio, il governo si prepara a metter mano al decreto ‘Salva Italia’ che nel 2011 diede il via alla completa liberalizzazione degli orari nel commercio. L’obiettivo è quello di una maggiore regolamentazione delle aperture domenicali e nei giorni festivi per tutti gli esercizi commerciali. Un adeguamento della realtà italiana a quella dei principali Paesi europei, dove in genere la normativa è più attenta a rispettare le tradizioni civili e religiose e il diritto al riposo”. È questo il commento di Raffaella Sensoli riguardo all’iniziativa lanciata da alcune sigle sindacali, in linea con quanto sostiene il Movimento 5 Stelle da tempo, di porre un limite alle aperture incontrollate e di escludere la possibilità di aprire per le festività nazionali. A giudizio dei sindacati, questi anni di liberalizzazioni hanno contribuito ad aumentare i metri quadri di area vendita generando una concorrenza selvaggia, i cui costi si stanno scaricando sull’occupazione e sulle condizioni di lavoro. “Il sottosegretario al Lavoro Claudio Cominardi (M5s) ha ribadito di recente la volontà dell’esecutivo di porre rimedio agli effetti negativi delle liberalizzazioni introdotte dal governo Monti, un problema di grandi proporzioni su cui migliaia di lavoratori e commercianti attendono risposte.– spiega Raffaella Sensoli – “la liberalizzazione selvaggia degli orari di apertura continua ad avere effetti pesantissimi sui lavoratori, sul piccolo commercio e, in generale, sul nostro Paese, perché migliaia di madri, padri e figli lavorano giorno e notte, rinunciano alle domeniche e rinunciando di fatto ai classici momenti di comunione familiare, anche in occasione delle principali feste religiose e laiche e in tutto questo il peso della grande distribuzione è enorme, a danno, oltre che delle famiglie, anche di migliaia di piccoli imprenditori”.