La dichiarazione dell’Amministrazione Comunale di Rimini sulle ultime “esternazioni” della proprietà dell’immobile di piazzale Bornaccini, destinato agli uffici della Questura:
“Una vicenda, quella della nuova Questura, che continua a correre tra troppe ambiguità ed equivoci, anche creati ad arte per scopi palesi e contrari agli interessi della comunità riminese. E dunque l’ente Comune di Rimini, tra i firmatari del Patto sulla Sicurezza in cui è inserita strategicamente questa partita, ha l’obbligo ogni volta di chiarire, fatti e documenti alla mano.
L’ultimo della serie è di stamane, riferito alle dichiarazioni rilasciate alla stampa locale dal proprietario dell’immobile di P. le Bornaccini destinato a sede provvisoria della Questura. La proprietà auspica pubblicamente che l’iter amministrativo comunale sia rapido e “non si metta di traverso”. Con una piccola, si fa per dire…, omissione. Mentre il Comune di Rimini ha dato riscontro alla prima istanza del privato in appena 9 giorni, ancora oggi i tecnici della proprietà (dopo quasi sei mesi di totale silenzio ai ripetuti, successivi solleciti da parte degli uffici comunali) erano presso l’ufficio tecnico del Comune ad integrare la documentazione necessaria affinché la pratica di autorizzazione in deroga possa al più presto approdare in Consiglio Comunale, per la obbligatoria approvazione di legge.
Così dichiarando, la proprietà dell’immobile di Piazzale Bornaccini “svela” poi erga omnes che a tutt’oggi manca ancora la formalizzazione dell’accordo relativo alla locazione dell’immobile di Piazzale Bornaccini al Ministero dell’Interno.
Si tratta quest’ultima della carenza che fin qui ha legalmente e materialmente impedito l’approdo in Consiglio Comunale della pratica. Ai sensi dell’art. 14 del Testo Unico dell’edilizia, che crediamo sia noto alla proprietà così come agli altri attori istituzionali coinvolti nella vicenda, il permesso di costruire in deroga agli strumenti urbanistici generali è rilasciato dal consiglio comunale esclusivamente per edifici ed impianti pubblici o di interesse pubblico. Una carenza ostativa dipendente da altri alla quale, nello spirito di collaborazione tra Istituzioni Pubbliche, l’Ente pubblico non ha mai fatto riferimento pubblico negli ultimi mesi, nemmeno quando le organizzazioni Sindacali degli operatori di sicurezza chiedevano conto al Comune dei tempi di realizzazione del Patto sulla Sicurezza.
Quando Ministero, articolazioni territoriali dello Stato e proprietà dell’immobile faranno il loro dovere, presentando tutti gli atti richiesti dalla legge, il Consiglio comunale di Rimini responsabilmente e tempestivamente affronterà e discuterà la pratica amministrativa. Questa è una certezza visto che, sino a questo momento, l’unico soggetto firmatario del Patto che ha ottemperato agli impegni sottoscritti è stato il Comune di Rimini.
Infatti la proprietà dell’edificio che andrà a ospitare la sede temporanea della Questura è a conoscenza che, se il 15 Febbraio riceverà le chiavi dell’immobile di Piazzale Bornaccini libero e sgombro, è solo perché l’Azienda Servizi alla Persona (ASP) Valloni Marecchia del Comune di Rimini ha finanziato gli interventi di adattamento della nuova sede del Centro per l’Impiego per un importo complessivo di oltre 700.000 Euro tra opere, oneri per la sicurezza e spese tecniche, di allacciamento e di collaudo.
Allo stato attuale, è bene dirselo con franchezza e atti alla mano, chi sta rendendo possibile il trasferimento della Questura nella sede temporanea di piazzale Bornaccini per migliorare le condizioni di lavoro degli operatori della Polizia di Stato è il Comune di Rimini, unico a esaurire e esaudire quanto disposto in merito dal Patto sulla Sicurezza.
Cosa che, di converso, non vale per i compiti assunti da altri soggetti e riferiti specialmente alla soluzione definitiva individuata dal Patto per Via Ugo Bassi. Un problema che non pare proprio prioritario per parecchi protagonisti della vicenda, in totale sfregio e scorno di Rimini e dei riminesi che continuano ad essere parte gravemente lesa dalla ‘vergogna’ di via Ugo Bassi, voluta, commissionata e portata avanti da ben individuati soggetti.
La morale della vicenda, ad oggi, è che mentre il Comune di Rimini e la collettività di Rimini stanno facendo compiutamente il proprio dovere circa gli impegni assunti anche riguardo le fasi ‘transitorie’, il ‘resto della compagnia’, facendo spallucce, continua ad offendere la città, lasciandole sul groppone, chissà per quanto tempo ancora, uno scandalo di cui a vergognarsi (e a rispondere in ogni sede) dovrebbe essere lo Stato italiano.
Anche in questo senso ci sia consentito suggerire alla proprietà di piazzale Bornaccini di essere cauta nel giudicare le soluzioni sottoscritte da Ministero, Prefettura, Enti locali per Via Ugo Bassi. Non solo. Nella soluzione indicata dal Patto e proposta dallo studio di fattibilità fatto dall’Agenzia del Demanio in Via Ugo Bassi trovava soluzione anche il deficit strutturale patito attualmente dalla Guardia di Finanza. Un dettaglio questo dimenticato evidentemente da troppi”.