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Rimini, questa sera “50 primavere (Aurore)” agli Agostiniani

Oggi, giovedì 2 agosto, alle ore 21:30 presso la Corte degli Agostiniani, verrà proiettata la commedia francese 50 primavere (Aurore) di Blandine Lenoir, nell’ambito della rassegna del Cinema sotto le stelle.

La protagonista Aurore (Agnès Jaoui) è una donna sulla cinquantina che lavora come cameriera, ed è separata dal marito da cui ha avuto due figlie, di cui una si scoprirà che è incinta. Questo fragile equilibrio iniziale viene meno nel momento in cui Aurore perde il lavoro, e contemporaneamente apprende anche di stare per diventare nonna. Questi due eventi improvvisi la mandano in crisi, portandola a guardarsi indietro, a tutti quegli anni che ormai sono passati per sempre: uno scenario desolante che però, casualmente, viene in parte compensato dal fortuito incontro, dopo molti anni, di uno dei suoi primi amori di gioventù: le sembra un segno del destino, un’ottima occasione per ricominciare e tornare a guardare avanti: ma non sarà così semplice…

L’esatto istante in cui una donna o un uomo (ma soprattutto una donna) realizzano di essere diventati vecchi è un passaggio cruciale e obbligato della vita degli uomini, che raramente viene affrontato senza conseguenze. La commedia francese rappresenta forse il terreno ideale sul quale compiere un simile esercizio, indagando in quanti e quali modi può essere vissuto. Non è un dato secondario il fatto che a cimentarsi in questa prova cinematografica sia una regista (e non un regista): e, nel caso specifico della Lenoire, una donna che ha superato i Quaranta e guarda con preoccupazione, ma anche con curiosità, alle cosiddette 50 primavere – una fase della vita che la medicina riassume nel periodo della menopausa, con le sue tragiche, ma anche cinematograficamente comiche, vampate di calore.

Per il ruolo di Aurore, che dà quindi anche forma ad alcune ansie autobiografiche della regista, la scelta è ricaduta su Agnès Jaoui, un’attrice capace di passare con estrema naturalezza dall’eccitazione vitale e febbrile al pianto disperato, interpretando una donna che si ritrova con amarezza a confrontarsi con quello che sarebbe potuto essere ma non è stato; un tema molto frequentato dal cinema degli ultimi anni, da Café Society a La La Land, e che sembra racchiudere meglio di altri sia le speranze infrante che una lucida analisi della nostra epoca – del nostro spirito del tempo, direbbero i tedeschi.

Come Ryan Gosling suona al pianoforte come sarebbe potuta essere la sua storia d’amore con Emma Stone, che lo ascolta rapita, allo stesso modo qui, riascoltando una canzone di Hair, Aurore ripensa a quando le proprie figlie erano piccole, mentre ora sono giovani donne con problemi anche più grandi dei suoi. E tutto ciò può anche far sorridere nostalgici ed emozionati, è vero, ma rischia allo stesso tempo di essere doloroso. Ma la Jaoui non è certo un’attrice che accetti personaggi rassegnati a qualcosa, e che con un sorriso complice accettino una vita alla meno peggio.

Lo spettatore segue allora le incertezze di Aurore, i repentini mutamenti d’umore, ma in cuor suo sa sin dall’inizio che cercherà con tutte le sue forze una via d’uscita. Una soluzione che però non si limiti alla facile vendetta delle donne sugli uomini, dei vecchi sui giovani, ma cerchi di andare oltre questo banale orizzonte.

Edoardo Bassetti

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