Apprezzo l’intervento del Comune di Rimini denominato Progetto Tiberio; in effetti, il nuovo percorso pedonale consente la visione del Ponte di Tiberio nella prospettiva da mare a monte che appare di grande fascino non solo per i turisti, ma anche per i residenti.
Ora, come di regola avviene per ogni intervento rilevante sul territorio, si manifesta un’opposizione non solo di carattere politico, ma anche da parte di qualificati esponenti della cultura riminese.
Certamente, l’intervento realizzato in prossimità del Ponte di Tiberio può suscitare perplessità. In proposito, è opportuno ricordare che in Inghilterra, dopo un’indagine durata sette mesi, è stato approvato il progetto di iniziativa privata per la costruzione dello Shard of Glass, grattacielo alto 310 metri, progettato da Renzo Piano, rivestito completamente in vetro ed inaugurato nel luglio 2012. La particolarità che deve interessare il visitatore riminese è costituita dal fatto che l’opera sulle rive del Tamigi domina la Torre di Londra e il Tower London Bridge.
La vista dall’87° piano è sconvolgente: la Torre di Londra e il Tower London Bridge, sono posti ai piedi di una costruzione che rappresenta già un’icona dell’immagine londinese, a prescindere dall’impatto storico-ambientale di scuola riminese.
Purtroppo a Rimini emerge una pigrizia mentale e progettuale che trasmessa ai decisori politici condurrebbe alla stagnazione di una città che, perso l’appeal originario, rimane con lo sguardo fisso al passato.
Alcuni esempi sono indicativi: gli investimenti strutturali nel settore turistico, dagli anni sessanta ad oggi, sono stati impediti in quanto sono prevalsi gli interessi corporativi, per cui oggi l’offerta turistica riminese appare fuori mercato.
Ora non più, ma in un recente passato, allorché le condizioni economiche erano ben diverse dalle attuali, era diffusa l’affermazione “Du vo t ch’i vaga?” (dove vuoi che vadano), a significare l’ineludibilità dei flussi turistici sul territorio riminese. Pertanto, le moderne strutture ricettive non dovevano essere realizzate in quanto l’esistente offerta turistica era ritenuta soddisfacente.
L’attitudine alla conservazione è forte; è sufficiente l’interrogativo “Cus ch’u i entra sa Remin?” (cosa centra con Rimini?) per bloccare interventi innovativi che pure consentono la migliore fruibilità della ricchezza esistente.