Gli agenti della Questura di Rimini continuano i controlli per far rispettare le limitazioni agli spostamenti decise per arginare il coronavirus, Ma innanzi tutto tengono d’occhio certe facce note che potrebbero approfittare di questi giorni, con tanti esercizi e chiusi e attività sospese.
E infatti ieri verso le 16.30 l’attenzione dei poliziotti è stata attratta da un trio che si aggirava in pieno centro. Alla vista delle divide i tre hanno tentato di squagliarsela, ma sono stati bloccati in via Gambalunga. Sono risultati padre e figlio, rispettivamente di 41 e 20 anni, originari di Scilla (Reggio Calabria) e Varese, ma entrambi residenti a Rimini. Il terzo era un 38enne di Maglie (Lecce). Tutti con chilometrici precedenti penali, che andavano dal furto al possesso di armi e quello di attrezzi da scasso, lesioni, rissa, invasione di terreno privato, eccetera eccetera.
E come mai passeggiavano per il centro, insieme e ben distanti dalle rispettive abitazioni? “Per compare un tablet”, è stata la risposta. Suffragata però da un bel nulla: niente tablet, niente scontrini, nessuna indicazione su quale negozio fosse stato acquistato. Sanzioni amministrative per tutti, quindi. Che però hanno rovocato l’ira del 41enne, che ha preso a inveire e insultare gli agenti. Per lui dunque è scattata anche la denuncia penale per oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale.
Si trovava invece in via Macanno un 33enne di Prato, ma residente a Rimini, riconosciuto da una volante di pattuglia come quello denunciato non molto tempo fa per un furto in una casa. Cosa facendo lì a quell’ora, lui che abita in via Primo Maggio? Era andato “a trovare un amico per osservare insieme le stelle”.