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Rimini, Popolo della Famiglia: “Il summer pride è vittimismo”

Continuano, incessanti, le prese di posizione sul Summer Pride, presentato proprio oggi in conferenza stampa e che si terrà nella nostra città dal 26 al 29 luglio.

E’la volta del Popolo della Famiglia che in un comunicato esprime la propria posizione:

Il “Rimini summer pride” non è solo una sorta di folcloristica e colorata esibizione dell’orgoglio gay ma come tutti i “gay pride” anche quello nostrano vuole lanciare un preciso messaggio politico. Il tema con cui si cerca di fare breccia nelle coscienze è sempre quello della discriminazione verso le persone omosessuali e transgender e la carta che si cerca di giocare è in primo luogo quella del vittimismo. Oggi il vittimismo riveste un ruolo importante in politica: si tratta di supporsi innocenti e perseguitati rivendicando il diritto pubblico al risarcimento. Le vittime si moltiplicano insieme ai soggetti che ne devono assicurare la rappresentanza e la difesa. E’ proprio di questi giorni la notizia che in Calabria una coppia gay si è vista rifiutare un contratto di affitto per un appartamento. Titoli a tutta pagina sui giornali, ovviamente. Ma per ogni coppia gay, quante famiglie si vedono rifiutare una casa in affitto perché hanno bambini piccoli o perché straniere? Questi casi non fanno notizia ma sono di gran lunga i più numerosi. 

In realtà la discriminazione basata sull’orientamento sessuale nel nostro paese è irrilevante e il vittimismo gay è funzionale a tutta una serie di rivendicazioni politiche che vanno dal matrimonio omosessuale, con annesso diritto all’adozione dei figli anche attraverso la pratica dell’utero in affitto; all’educazione sessuale nelle scuole che contempli anche l’educazione all’omosessualità, riconosciuta come variante naturale al pari di qualsiasi altra inclinazione; al diritto a definire la propria identità sessuale in modo assolutamente libero e svincolato dal dato corporeo e naturale, obbligando tutti a riconoscerlo per legge. 

Il Popolo della famiglia esprime gratitudine per le parole del Vescovo Lambiasi che come pastore accogliente, in sintonia con Papa Francesco, si dice “disponibile all’accompagnamento di omosessuali e trans ma ribadisce con le stesse parole del Pontefice il dissenso nei confronti della teoria del gender quale colonizzazione ideologica”.

Il Popolo della Famiglia

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