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Rimini, piazzetta San Martino liberata dal cantiere del Fulgor

Piazzetta San Martino è stata liberata oggi dalle transennature del cantiere del cinema Fulgor. Il centralissimo spazio nel cuore di Rimini è di nuovo sgombro nella sua interezza.

Ma la piazzetta non è destinata a tornare il parcheggio che era prima. L’area è compresa nel più ampio intervento di riqualificazione dell’Anello delle Nuove piazze , secondo il progetto dell’amministrazione comunale.

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Un progetto che «prevede nella grande area urbana – aveva annunciato il Comune di Rimini all’inizio di quest’anno – compresa tra Piazza Malatesta, Castelsismondo, Teatro Galli e Casa del Cinema Fulgor, un insieme sistematico e coordinato di opere che formeranno il più ampio progetto di riqualificazione e valorizzazione dell’area attorno a Castel Sismondo e piazza Malatesta, della Piazzetta San Martino, di Via Verdi, Vicolo Vannoni, Via D’Azeglio, dell’area ex Sferisterio e del Giardino Paolo e Francesca» . 

«Un recupero identitario di un’area che avverrà attraverso la pedonalizzazione di tutta piazza Malatesta creando aree a verde, arene per spettacoli all’aperto, percorsi urbani di qualità che determineranno una nuova visione ed utilizzo della parte storica tra le più significative della città, sia in termini di identificazione per i cittadini, che di attrazione storico -turistica. Qui si svilupperà la dimensione più originale del Museo Fellini, nei suoi tipici caratteri circensi, ludici e interattivi, prevedendo in futuro l’installazione di allestimenti legati all’immaginario cinematografico di Fellini. Là nell’area che per tanti anni è stata utilizzata come parcheggio, nel luogo esatto dove Fellini ha scoperto, bambino, il circo, come racconta ne “I clowns”» .

Piazzetta San Martino deve il suo nome ad una antichissima chiesetta da tempo scomparsa, San Martino ad carceres. Si trova citata già in una pergamena dell’imperatore Ottone III di Sassonia del 6 maggio 996. Era una chiesa parrocchiale; il suo titolo esiste ancora ed è passato alla chiesa del Suffragio. Si chiamava ad carceres perché nei pressi sorgevano le prigioni cittadine e fungeva per esse da cappella; carceri dove nei secoli passati non scontavano lunghe pene, ma si veniva trattenuti solo prima del giudizio e, in caso di condanna corporale o capitale, in attesa della sua esecuzione.

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