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Rimini perde 30 milioni di Superbonus 110%. Pd a congresso. Complimenti ai vigili urbani

Abbiamo perso 30milioni di bonus edilizia per le case popolari

L’ecobonus del 110% è costato oltre 60 miliardi alle casse dello Stato. Poi è vero che ha trainato il Pil ed una parte delle uscite della Stato sono rientrate con l’Irpef ed Iva. Ma oltre al costo l’operazione non ha prodotto un impatto importante sulla riqualificazione energetica del nostro patrimonio edilizio.

In molti casi, per altro, vi sono stati interventi su edifici di proprietà che non erano certo in condizioni di bisogno: un trasferimento di ricchezza a favore delle classi medio-alte della società. Un disastro sociale. Poi il superbonus ha inevitabilmente creato un sovraffollamento del mercato, con conseguente vertiginoso aumento dei prezzi dei materiali e dei servizi.

A dimostrazione di tutto ciò basta guardare cosa è successo per la riqualificazione del patrimonio abitativo di proprietà pubblica. Le cosiddette “case popolari”.

Era dicembre 2021 quando il neo presidente di Acer Rimini, Tiziano Arlotti, annunciava la ristrutturazione energetica e messa in sicurezza 686 alloggi in tutta la Provincia di Rimini per un investimento pari a 30 milioni di euro tramite project financing in relazione al Superbonus 110%.

L’investimento più importante della storia dell’edilizia pubblica sul nostro territorio. Ebbene, è tutto saltato.

Chi ha proposto il project financing che era anche l’unico offerente ha condizionato l’offerta ad una “effettiva e definitiva riduzione del perimetro di intervento dell‘ investimento previsto a carico del concessionario, in misura non inferiore al 70%”. A questa condizione, di riduzione drastica degli interventi sugli edifici, Acer risponde rendendo inammissibile la proposta di gara. Risultato: non si fa nulla. Un colpo pesantissimo per l’edilizia residenziale pubblica. Meno qualità energetica, più costi per le bollette per chi ci abita, meno sicurezza e mancati investimenti a carico dello Stato per 30 milioni di euro. I motivi di questo disastro sono molteplici ad iniziare dalla scelta di Acer di fare una gara comprendendo tutto il patrimonio e non suddividendolo in più lotti. Poi hanno influito i tempi troppo stretti per fare partire i lavori e le mancate proroghe da parte del governo.

Tutto questo avviene mentre l’Unione europea con una direttiva prevede che entro il 2030 tutti gli immobili residenziali dovranno raggiungere almeno la classe energetica E. Immagino, spero, che Acer, stia pensando ad altre soluzioni utilizzando il bonus al 90%.

Prefetti nuovi e vecchie richieste

Nei giorni scorsi vi è stato l’insediamento della nuova Prefetto Rosa Maria Padovano che ha preso il posto dell’uscente Giuseppe Forlenza.

Come da protocollo istituzionale uno dei primi incontri della nuova Prefetto è stato con il sindaco di Rimini. Nell’occasione il sindaco ha fatto una richiesta che va avanti da oltre 30 anni: “Potenziare gli organici delle forze di Polizia non solo durante l’estate ma tutto l’anno”. Richiesta legittima che il sindaco ha fatto bene ribadire. Molto cauta è apparsa la nuova Prefetto. “Credo se ne parlerà quando incontrerò le forze dell’ordine. Le esigenze del territorio sono comprensibili ma tutto va vagliato al netto della situazione nazionale”. Insomma non credo succederà qualcosa di positivo.

D’altra parte, gli organici delle forze dell’ordine sono coperti solo parzialmente e la situazione è destinata ad aggravarsi nei prossimi anni. Entro il 2030, a causa dei pensionamenti, ci sarà un “buco” di circa 40 mila operatori di polizia sull’organico attuale di 100 mila unità. Per queste ragioni le istituzioni locali fanno bene a insistere sul potenziamento delle forze dell’ordine per una città e una provincia come Rimini che ha nel turismo un settore economico di eccellenza. E sappiamo che il turismo necessita di sicurezza.

Il Prefetto Rosa Maria Padovano con il sindaco Jamil Sadegholvaad

Il Pd e il congresso

Archiviata la discussione sulla data delle primarie e sulle modalità di voto con la decisione della direzione nazionale di svolgere le primarie il 26 febbraio e consentire il voto online in casi specifici per chi si registra entro il 12 febbraio, ora si può discutere di merito, programmi ed alleanze. Non sarà semplice fare decollare una discussione in un partito che da anni ha rinunciato al confronto democratico sui territori.

Un partito che viene visto come una forza di gestione del potere lontano dai cittadini, dai lavoratori, dalle fasce più deboli.

Non è un caso se i militanti, rispondendo ad un questionario del Pd, per il 40% segnalano tra i problemi più gravi l’assenza di una linea politica, eccessive divisioni interne per il 34% e il progressivo allontanamento dai ceti popolari per il 30 per cento. Non mancano critiche per la scarsa dinamicità della classe dirigente, sempre la stessa da decenni, spinta dalla volontà di autoconservarsi, perciò da rinnovare per far entrare aria fresca. Una fotografia reale.

Molte volte si ha l’impressione che il dibattito nel Pd non sia catalogabile tra posizioni di una sinistra interna contro una destra interna, come è avvenuto molte volte nel passato. Oppure una visione laburista contro una vocazione verso i diritti civili. Lo scontro nel Pd in questi anni mi pare sia avvenuto su altro. Le amicizie, i cerchi magici, le inimicizie, le invidie, le rivalità di potere. Tutto questo ha messo in secondo piano la politica. Sono anni che passa la linea delle cordate (non le correnti di pensiero). Un capo che si porta dietro un gruppo di suoi sostenitori impermeabili a qualsiasi discussione e confronto.

Se non sei con me sei contro di me, questo il motto. Ma in questo modo un partito si affonda in modo irreparabile. Per questa ragione è importante questo congresso. Rimettere al centro la politica e soprattutto fare entrare nuova aria fresca.

Elly Schlein la candidata più giovane alla segreteria nazionale del Pd

Complimenti ai vigili urbani

Sabato scorso sono stato a cena con amici in un locale del centro storico di Rimini. Una cena a base di pesce accompagnata da un buon vino. Una bella serata. Uscito dal locale e salito in auto vengo fermato all’altezza dell’ex area Fox da un vigile urbano (mi piace chiamarli in questo modo) che aveva in una mano la paletta di alt e nell’altra un etilometro.

La pattuglia dei vigili stava controllando a tappeto chi transitava per verificare il tasso alcoolico. Ho soffiato nell’etilometro che ha certificato con una luce verde il mio tasso alcolemico nella norma di legge. L’agente, per altro, mi aveva anche riconosciuto, per il ruolo che avevo ricoperto nell’amministrazione comunale nel passato. Tutto bene.

Un’esperienza che tuttavia mi lascia due riflessioni. Bravi i vigili urbani che fanno i controlli a tappeto a chi guida sul livello di alcool in corpo. In un’altra occasione, qualche sera prima, avevo visto analoghi controlli in un’altra parte della città. Vanno bene gli appelli ad una guida responsabile, ma senza controlli sappiamo benissimo che tanti, troppi, pensano che alla fine non succeda nulla anche se “alzano il gomito” durante una serata. La seconda riflessione è più personale. Si può passare una serata con amici bevendo in modo corretto senza andare oltre i limiti. Può succedere che si ecceda nell’alcool (quanto basta per andare oltre il limite di legge). In questo caso è sempre consigliato far guidare chi non ha bevuto. Ne va della sicurezza personale e di altri e si evitano problemi non semplici per sospensione della patente e non solo.

Maurizio Melucci

Controlli etilometro con laboratorio mobile della Polizia Locale a dicembre

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