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Rimini, Pecci (Lega): “DPCM nuovo fascismo, rischio ritorno ad anni del terrorismo”

Marzio Pecci ci va pesante. Il capogruppo della Lega nel consiglio comunale di Rimini non esita a usare termini come “golpe strisciante”, “nuovo fascismo”, “tradimento del governo”, per bollare a lettere di fuoco l’ultimo DPCM del Governo. E per il fututro preconizza scenari da “furibonda indignazione”, “voglia di ribellione”,” lotta radicale di sovvertimento dell’ordine pubblico”. Quindi “si tornerà alle tensioni politiche del passato. Quelli della mia generazione hanno già vissuto questo evento, gli anni del terrorismo, ma allora non c’era lo stato di emergenza”.

“Il Paese, Rimini compresa – scrive Pecci – messo in ginocchio dal lockdown di marzo non si è ancora ripreso e ora viene colpito con l’ennesimo DPCM del governo degli incapaci. Le imprese, i professionisti, i commercianti e gli artigiani sono con “l’acqua alla gola”: i finanziamenti garantiti dallo Stato sono stati già consumati per il pagamento dei dipendenti, delle imposte, arretrate o non, ed in molti casi sono stati utilizzati per “rientrare” dai fidi concessi, come illegittimamente preteso da molte banche. Dunque l’economia, il commercio, i professionisti non avevano bisogno di una proroga dello stato di emergenza e di un altro DPCM, ma la dittatura, strisciante, di questo governo allarma solo le persone serie come “Cacciari”, che non è certo un simpatizzante della destra, perché un’altra parte d’Italia non si accorge dei danni che questo governo continua a fare”.

“Ogni giorno viene trasmesso il bollettino dei contagiati asintomatici, quindi non malati, ma da marzo ad oggi non abbiamo udito una parola dal Governo che ci dica in quale modo intende rilanciare l’economia del Paese. I debiti contratti, fino ad oggi dal Governo Conte, non sono stati impiegati per il rilancio dell’economia, ma sono serviti per il reddito di cittadinanza per garantirsi un consenso con poca fatica”.

“Rimini si è illusa di essere in ripresa grazie all’afflusso turistico durato “trenta giorni”, ma il resto dell’economia è in crisi e non riesce a sollevarsi. Certo i giovani, tra movida, bar, ristoranti e discoteca facevano “girare” un piccolo mondo economico oltre a dare il segnale del ritorno alla normalità, ma questo non è piaciuto al nuovo fascismo dei governanti. Tutte le attività, che oggi vengono chiuse, erano ripartite secondo i protocolli del governo, ma ciò non è bastato”.

“Sta montando nel Paese, a seguito dei provvedimenti della Presidenza del Consiglio, una furibonda indignazione per il tradimento del governo che fa nascere nel popolo, come hanno dimostrato i disordini di Napoli, Firenze, Roma, la voglia di ribellione contro chi ha proclamato una politica di crescita e non hanno messo in pratica ciò che avevano promesso”.

“Sia chiaro che criminalizzare i giovani, che a scuola e sugli autobus, stanno “gomito a gomito”, perché mentre bevono una birra chiacchierano “da vicino”, anche se non sono congiunti, significa creare una sensazione di frustrazione interiore e di scontentezza che potrebbe sfociare, se guidati, dopo il periodo di incubazione, verso la lotta radicale di sovvertimento dell’ordine pubblico. Il Governo scherza col fuoco, ma la sua dittatura potrebbe essere pronta di fronte alla radicalizzazione dei giovani che lasciando spazio alle intellettualizzazioni difensive potrebbero “armarsi” contro il potere costituito”.

“Se si salderà la rabbia dei giovani, con la rabbia degli operai della Arcelor Mittal, della Whirlpool, dell’Alitalia, dei licenziati Covid, allora si tornerà alle tensioni politiche del passato. Quelli della mia generazione hanno già vissuto questo evento, gli anni del terrorismo, ma allora non c’era lo stato di emergenza, anche se ogni giorno un sindacalista, un magistrato, un avvocato, un giornalista insanguinava l’asfalto delle strade cittadine sotto i proiettili dei compagni che sbagliavano ricorrendo all’assioma: “colpirne uno per educarne cento”.

“Quella è stata una brutta pagina della Repubblica evitiamo che si ripeta. Per impedire questo iniziamo cambiando il Governo”, coclude Pecci.

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