La federazione del Partito Comunista Italiano di Rimini, in occasione del referendum del 20 e 21 settembre, che prevede di apportare modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione della Repubblica Italiana, dichiara la sua posizione ed invita la popolazione a votare NO!
“Con la scusa di ridurre la spesa di Camera e Senato, tagliando il numero di parlamentari, anziché gli emolumenti eccessivi, si taglierà di fatto la rappresentanza popolare – afferma la federazione Enrico Berlinguer del Partito Comunista Italiano di Rimini -. Le ripercussioni sull’ampliamento dei collegi e sul rapporto Rappresentanti/cittadini (che diverrà il più basso in Europa) comporteranno l’impossibilità di dare voce alle forze politiche minori, alle periferie, alle minoranze linguistiche riducendo la partecipazione democratica col rischio di aumentare l’astensionismo”.
“Con la riduzione dei senatori, aumenterà al 15% lo sbarramento per eleggere i membri, tagliando così fuori gran parte delle forze politiche che rappresentano i singoli territori ed impedendo la nascita di nuove forme di attivismo politico nate dal basso. Con questa legge elettorale, che vorranno modificare aumentando fino al 5% lo sbarramento, garantiranno posti alle oligarchie dei grandi partiti, tagliando ulteriormente, anche in parlamento, la possibilità che le forze politiche minori, più vicine alle piazze, possano far sentire la loro voce”.
“Inoltre il rischio che le maggioranze parlamentari siano più esposte a continue variazioni e cambi di casacca aumenterà, mettendo a rischio non solo la stabilità del paese ma anche la costituzione, che potrà essere modificata col voto di una manciata di parlamentari altalenanti”.
“Con questo referendum non taglieranno le spese, non taglieranno i privilegi, ma aumenteranno il divario tra il parlamento ed i cittadini. Ed il piano per passare da una Repubblica Parlamentare ad una Presidenziale sarà così compiuto. Sbarriamo il passo a questo ennesimo attacco alla nostra democrazia, alla riduzione del parlamento ad una inutile istituzione, al presidenzialismo ed al rischio “dell’uomo forte” al potere”. Al referendum votiamo e facciamo votare NO”, conclude il partito.