“Dopo la bocciatura dello scellerato progetto del parco eolico – dichiara Gennaro Mauro, consigliere di minoranza nel consiglio comunale di Rimini – da parte della quasi totalità dei sindaci del provincia e da parte del presidente della regione Bonaccini, l’unico rimasto a difendere il progetto è Riziero Santi. Non gli resta che trarne le dovute conclusioni e dimettersi dalla carica di Presidente della Provincia di Rimini. Si è definitivamente rotto il rapporto fiduciario con i sindaci della provincia, e anche con i consiglieri comunali che l’hanno eletto, senza nessuna distinzione di colore politico. Chi ha condiviso passo passo il progetto e la scelta di realizzarlo sotto costa, con tutte le criticità – conclude l’esponente politico – che sono state evidenziate in questi giorni, non può rappresentare le ragioni del no del territorio nei tavoli in cui si deciderà.
Bisogna lanciare un segnale di forte discontinuità, c’è bisogno di una grande mobilitazione dei rappresentanti degli Enti Locali e dei cittadini se vogliamo impedire che la foresta di piloni possa divenire elemento costitutivo del nostro paesaggio marino”.
Rincara la dose Marzio Pecci, capogruppo della Lega in consiglio comunale a Rimini – “Le dichiarazioni del Presidente della provincia sul parco eolico off-shore non stupiscono perché sono figlie della cultura del vecchio PCI che ha dato la paternità alla riminizzazione del territorio.
Dopo sessant’anni la stessa cultura vuole riminizzare lo skyline riminese ed il nostro mare Adriatico.
Non credo né agli studi né alle consulenze tecniche, perché conosco il territorio e dico che la ventosità dell’Adriatico non rende l’impianto remunerativo.
Il vantaggio economico per il costruttore – prosegue l’esponente leghista – consisterebbe nell’incassare il finanziamento europeo per fare funzionare l’impianto pochi anni ovvero pochi mesi e poi lasciarlo marcire nel mare aperto. Ciò non può essere consentito.
Inoltre il Presidente Santi non ha alcun diritto né legittimazione per affermare che l’impianto si fa.
Il Presidente abbia l’umiltà di discutere la delibera in consiglio provinciale con tutti i sindaci come chiede il Sindaco di Coriano.
Il Covid19 purtroppo – conclude Marzio Pecci – ha innestato nella mente di diversi personaggi politici il virus dell’autoritarismo da stivaloni, ma non hanno capito che la democrazia richiede passaggi istituzionali obbligatori e voto.
Se le cose sono fatte male si può sempre sperare in un Giudice. Casomai a Berlino”.