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Rimini. Operazione “Titano-Coconuts”. Il PM chiede la condanna per i fratelli Paesani

Era giugno 2015 quando la Riviera della Notte viene svegliata da una operazione della Polizia di Stato.

Secondo gli investigatori i titolari del Coconuts, locale principe della movida riminese, avrebbero consentito ad alcuni “pusher” albanesi di loro fiducia di vendere la droga tra i tavoli e, attraverso un’opera di intermediazione, avrebbero permesso ai clienti di consumare cocaina all’interno (nell’inchiesta è coinvolto anche un giovane barista). Ordinare una “bottiglia” al tavolo, in qualche caso, significava probabilmente richiedere e ottenere dell’altro.

Finisce agli arresti domiciliari Fabio Paesani mentre Lucio Paesani, amministratore unico del Coconuts, presidente del Consorzio del Porto tra gli organizzatore della Molo Street parade, è indagato a piede libero (complessivamente sono 41 le persone coinvolte nell’inchiesta e 18 rinviate a giudizio).

Il  questore Maurizio Improta aveva disposto, nel 2015,  la chiusura del Coconuts, a tutela della sicurezza e della salute per un mese.

A distanza di quattro anni il processo con la modalità del rito abbreviato è alle sue battute conclusive. Il PM Paola Bonetti , ha chiesto nell’udienza del 12 marzo, due condanne  per i fratelli Paesani: sei anni per Fabio e quattro per Lucio che hanno sempre respinto ogni accusa. Altri imputati hanno invece chiesto il patteggiamento, e il giudice ha rinviato l’udienza al 2 aprile, quando emetterà anche le sentenze. Il difensore di Lucio Paesani, Paolo Righi, ha chiesto invece l’assoluzione con formula piena. “Agli atti – dice l’avvocato Righi – non c’è nulla che provi la sua responsabilità per il reato di agevolazione allo spaccio” locale”.

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