Oggi, martedì 7 agosto, alle ore 21:30 alla Corte degli Agostiniani, verrà proiettato Oltre la notte del regista tedesco di origini turche Fatih Akin, che si è aggiudicato il Golden Globe come Miglior film straniero.
Germania, anni Duemila. La vita di Katja (Diane Kruger) viene improvvisamente sconvolta quando il marito Nuri (Ruman Acar) e il figlio Rocco vengono uccisi durante un attacco terroristico; un evento che mette in crisi tutta la sua determinazione, che in passato le aveva permesso di trasformare il suo amore per Nuri – uno spacciatore di droghe leggere d’origini turche – in una vera e propria famiglia, aiutandolo nel suo percorso di reinserimento sociale. Dopo tanti sforzi, oltre al dolore per la duplice perdita, Katja si ritrova a dover ricominciare daccapo, privata del significato profondo che aveva fin lì guidato i suoi giorni.
La donna cerca allora di reagire all’evento e trova in Danilo Fava (Denis Moschitto), avvocato e amico del marito, una persona che la sostiene nel processo che vede imputati due giovani coniugi, facenti parte di un movimento neonazista, e sospettati di aver causato l’attacco terroristico. I tempi legali, però, non coincidono minimamente con l’urgenza di fare giustizia che ormai domina la nuova vita Katja.
Tra il 2000 e il 2007, in Germania, sono stati commessi numerosi assassinii di immigrati da parte dell’NSU (Nationalsozialisticher Untergrund), una formazione neonazista che nel 2011 è stata finalmente incriminata in via definitiva. Fino ad allora la tendenza era stata quella di considerare questi episodi come casi isolati, attribuendo le uccisioni a problematiche interne alle comunità etniche, o alla delinquenza comune. Non a caso il luogo scelto per questa storia è Amburgo, che non solo è la città natale del regista, ma anche la città tedesca col più alto numero di immigrati.
Fatih Akin si ispira a questa fase della recente storia tedesca per realizzare un film che intende indubbiamente provocare una discussione, partendo da un tema molto interessante, come quello dell’innamoramento di una donna “per bene” per uno spacciatore. Akin è in questo senso molto attento nel caratterizzare il personaggio di Nuri, il quale ha infatti dei precedenti penali per spaccio di droga, ed è un curdo di nazionalità turca: tutto ciò lo libera da un lato dall’apologia dell’innocente (anche se viene sottolineato come il suo reinserimento nella società fosse stato esemplare, soprattutto grazie a Katja), e dall’altra rende anche impropria la sua possibile identificazione tout court con la grandissima comunità turca in Germania.
La grande trovata di Akin, d’altra parte, è secondo me quella di incentrare la propria opera su una protagonista in tutto e per tutto tedesca, a cui finalmente – tra le altre cose – è stato concesso di recitare nella sua lingua madre: una scelta che, non a caso, ha permesso all’ottima attrice tedesca Diane Kruger di trionfare a Cannes vincendo la Palma d’oro come Miglior attrice.
Un’interpretazione notevole nella quale la Kruger sembra davvero appena uscita da un concerto dei Queens of the Stone Age, di cui è leader Josh Homme, che ha fornito le musiche per il film: la musica rock, che ha spesso contraddistinto il cinema di Akin, in questo caso è molto funzionale per sottolineare gli sbalzi emotivi di Katja, racchiusi in alcune splendide scene in cui vediamo la Kruger letteralmente cambiare sguardo, con gli occhi sbarrati.
Oltre la notte è un film molto inquietante, se non addirittura perturbante, diretto da un regista che ci ha già abituato a film ruvidi come La sposa turca: se lì i lividi erano però esteriori, stavolta Akin si concentra invece sulla violenza interiore, sui lividi dell’anima, realizzando in tre atti (forse un po’ troppo didascalici, a dir la verità) uno dei film che più ha fatto parlare di sé nel 2017.
Edoardo Bassetti