Una rappresentanza di Non una di meno si è recata questa mattina in Comune di Rimini per consegnare al sindaco Jamil Sadegholvaad un plico con la stampa delle testimonianze di molestie accadute durante l’adunata degli alpini che sono state raccolte sui loro canali social.
“Abbiamo voluto fare questa azione simbolica per chiedere una risposta da parte dell’amministrazione comunale a tutte quelle persone che sono state molestate e hanno subito violenze in quelle giornate, risposta che tuttora non è arrivata da parte del Sindaco. Abbiamo voluto stampare queste testimonianze, in forma anonima per tutelare chi le ha inviate, per sottolineare la realtà e concretezza dei fatti.”
Le attiviste hanno anche colto l’occasione di invitare il Sindaco di Rimini all’assemblea pubblica di giovedì 19 maggio alle ore 18.00 all’Anfiteatro piazza Francesca da Rimini.
Sono invitate a partecipare anche la giunta comunale, il Centro Antiviolenza Rompi il Silenzio, le associazioni che si occupano di violenza di genere, i movimenti che hanno a cuore queste tematiche, le persone che sono state molestate, le persone che si sentono coinvolte in questi avvenimenti e la popolazione tutta.
“Non vogliamo promuovere questo incontro per parlare di quello che è accaduto all’Adunata degli Alpini e continuare a spettacolarizzare i fatti dentro il circuito mediatico, ma per discutere e organizzarci affinché questi non accadano mai più. – afferma Non una di meno – Vogliamo continuare a tenere aperto quello spazio inclusivo e intersezionale che si è generato da fatti che riteniamo gravissimi e che ci raccontano di catcalling, molestie sessuali, insulti, accerchiamenti, palpeggiamenti nelle strade, nei parchi, sotto casa, nei luoghi di lavoro, da troppi minimizzati e considerati del tutto normali. I fatti di Rimini, come quelli avvenuti alle precedenti adunate o in qualsiasi evento pubblico che richiami un certo numero di persone, ci dicono pertanto che la cultura della violenza maschile e di genere è diffusa, parte integrante della società che abitiamo. Per questo non si tratta di un fenomeno che riguarda poche mele marce, ma che investe l’intera società.
E’ solo merito del gruppo di autodifesa transfemminsita – Non una di meno, Casa madiba, Pride Off – una rete che da anni promuove pratiche mutualistiche e forme auto-organizzate e comunitarie di cura in città, se le molestie mascherate da goliardia e tradizione sono emerse e stanno facendo discutere la politica e tutto il paese.
Questi fatti sono avvenuti e sono stati agiti dai responsabili con un senso di impunità, evidentemente senza che fossero state adottate delle misure idonee e adeguate a contrasto, sia da parte di ANA che del Comune di Rimini. Questo non deve più accadere, in nessun evento pubblico promosso nella nostra città come altrove”.