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Rimini, no green pass vanno all’Arco d’Augusto: “Manifestazioni aiutano commercio

Libertà Rimini,  “Movimento spontaneo, apartitico, auto-finanziato che ripudia ogni forma di violenza”, continuerà a manifestare contro il green pass e per “l’autodeterminazione nelle cure mediche”. Dopo il divieto di farlo nelle piazze, il prossimo raduno è stato convocato all’Arco d’Augusto. manifestazione per cui è stata chiesta l’autorizzazione alla Questura, che l’ha concessa nei termini determinati dall’ultima ordinazna del Prefetto di Rimini: niente cortesi, distanziamento e mascherina.

In un comunicato stampa, il movimeto ribadisce tutte le argomentazioni no vax e no green pass.

Si parla di “stretta anti democratica”, che “prosegue in nome del diritto supremo alla salute. Questa però non viene tutelata perché la sanità è ridotta all’osso da anni di tagli economici, dalle sospensioni dei sanitari non vaccinati, e dal protocollo governativo anti-Covid che aumenta i casi gravi della malattia non curando i primi sintomi”.
La protesta andrà avanti sempre più decisa e sempre pacifica, sia in Emilia-Romagna (dove sono sempre stati buoni i rapporti con le forze dell’ordine) sia nel resto del Paese.

Si contestano le motivazioni del ministero ai nuovi divieti, che “evidenziano ancora una volta la natura politica del provvedimento”. Sul “presunto” aumento dei contagi: “Non è mai stata fornita alcuna prova scientifica che le manifestazioni ne siano la causa e il problema non è mai stato posto in occasioni di altre manifestazioni, politicamente più gradite al governo. Ricordiamo le manifestazioni con migliaia di persone del sindacato CGIL contro il fascismo del 16 Ottobre a Roma, quella di Milano, Bologna, Parma e altre città del 28 ottobre dopo l’affossamento del DDL Zan contro l’omofobia, fino al 30 e 31 ottobre a Roma in occasione del G20. L’aumento dei contagi in pieno autunno è un fenomeno che esiste da quando esiste l’influenza stagionale”.

Si ripetono affermazioni di questo tipo: “Ma se vogliamo proprio riferirci al Covid-19, ricordiamo che da più di un anno esistono cure precoci domiciliari sulla cui efficacia c’è ampia prova documentale grazie a centinaia di medici di gruppi volontari internazionali come IppocrateOrg che solo in Italia hanno curato e guarito più di 60 mila persone con soli 9 decessi. Cure, che ad oggi, continuano a non essere inserite nel protocollo ufficiale anti-Covid del governo”.

Tuttavia fin dall’inizio della pandemia i protocolli del Ministero della Salute, aggiornati ad aprile 2021, prevedono la cosiddetta “vigile attesa”, cioè un trattamento a domicilio dei sintomi con paracetamolo e antinfiammatori non steroidei, unito a un costante monitoraggio della situazione. Nel caso questa peggiori, possono essere somministrati diversi altri medicinali (dall’eparina ai cortisonici) ma sempre sotto la supervisione di un medico. Mentre il Comitato cure domiciliari – un gruppo di medici e dottori italiani fondato tra marzo e aprile 2020 dall’avvocato Erich Grimaldi – mette insieme alcuni dei farmaci previsti anche dalle linee guida ufficiali, a certe condizioni, con altri farmaci e terapie la cui utilità non è mai stata dimostrata da studi scientifici. Ad esempio il Comitato sostiene che l’uso di idrossiclorochina, vitamina D e ivermectina darebbe risultati notevoli e permetterebbe di curare in casa la Covid-19. Inoltre,  il Comitato non pubblica i propri schemi terapeutici, né rilascia pubblicamente la propria controanalisi della letteratura accademica, rendendo impossibile una valutazione aperta da parte della comunità scientifica.

Quanto alla “motivazione per la quale manifestare nei centri storici mette a rischio i monumenti” per Lbertà Rimini “è irricevibile: un movimento che ha alla base la “nonviolenza” non rappresenta in nessun modo una minaccia per il bene pubblico”.

Infine, “l’argomento del disturbo alle attività economiche lo rigettiamo nel modo più assoluto in quanto dimostrazione di una grave perdita di coscienza democratica di cui ne faremo tutti le spese, anche chi attualmente sostiene queste azioni di governo. Chi è in piazza chiede il ripristino del diritto al lavoro, del diritto alla salute, al libero movimento, all’uguaglianza e alla non discriminazione. Tutti diritti violati dai provvedimenti governativi in nome di un’emergenza “infinita”, soprattutto dall’introduzione dell’obbligo vaccinale per i sanitari e del green-pass per la vita sociale, gli spostamenti e infine perfino per poter lavorare, quindi per poter vivere! Anche se le motivazioni fossero di natura economica, chi da mesi è in piazza vede molto bene come bar e ristoranti abbiano aumentato la clientela proprio grazie alle manifestazioni e alla forte presenza di persone nelle piazze”.

“Continueremo a far sentire la nostra voce coordinandoci in un clima pacifico e cordiale con le forze dell’ordine. Così inviteremo a fare anche le altre piazze. Abbiamo fiducia che, nonostante il governo cerchi di metterci gli uni contro gli altri, presto le forze dell’ordine saranno dalla nostra parte: è nella natura del giuramento che hanno prestato alla Costituzione italiana”, conclude Libertà Rimini.

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