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Rimini, nella Giornata del teatro i lavoratori scendono in piazza: “Non siamo invisibili”

La data del 27 marzo era stata indicata per la riapertura dei teatri e dei luoghi di spettacolo ma così non è stato. Per questo anche a Rimini un centinaio di lavoratori del settore sono scesi in piazza per far sentire la propria voce in quella che è stata ribattezzata come Giornata mondiale del teatro. L’appuntamento era per le 11.30 davanti al Teatro Galli, ma non sono mancati sit-in anche davanti al Cinema Fulgor, altro luogo dell’identità culturale riminese.

Sugli striscioni affissi campeggiava la scritta “Non siamo invisibili” e a rimarcare il concetto la presenza di alcune maschere bianche sul volto, a velare le identità dei manifestanti.

Il 23 febbraio scorso, ad un anno esatto dal blocco totale del mondo dello spettacolo e della cultura causato dalla pandemia, anche Rimini ha partecipato alla Manifestazione Nazionale dei Lavoratori dello Spettacolo e della Cultura, portando il proprio presidio in Piazza Cavour in contemporanea con altre 20 piazze italiane.

In seguito a quella esperienza si è andata a costituire la Rete PACS (Professionisti Arte Cultura Spettacolo)_Rimini, uno spazio indipendente, di discussione e confronto sulle tematiche culturali, aperto a tutti coloro che desiderano partecipare attivamente alla risoluzione delle urgenze lavorative di questi settori, tra i più colpiti a seguito della pandemia.

Accanto agli operatori, come la scorsa volta, anche il Comune di Rimini, che rappresentato dall’assessore alla Cultura Giampiero Piscaglia, sottolinea “solidarietà al settore”. “Noi c’eravamo la scorsa volta e siamo tornati anche oggi in segno di solidarietà con il mondo dello spettacolo – dichiara l’assessore -. Siamo solidali anche con questo nuovo movimento che si sta creando in città e che comprende tutti i lavoratori, dagli artisti ai tecnici. Abbiamo ripetuto più volte quanto i protocolli nei luoghi di spettacolo possano garantire una sicurezza vera (sostenuta anche dalle statistiche) e siamo stati ascoltati arrivando con un piccolo passo in avanti al risultato di ottenere la data del 27 marzo. Non è stato possibile poi riaprire come speravamo per via della zona rossa. Ora continuiamo a portare avanti questa battaglia, con la consapevolezza che qualche misura di sostegno sia stata prevista, anche se, come accade in altri settori, non è mai sufficiente”.

“Come Comune abbiamo sempre cercato di aiutare artisti e tecnici facendoli lavorare – continua Piscaglia -. E’ stato così durante l’ultimo lockdown in cui abbiamo ospitato le compagnie in residenza o realizzando eventi in streaming. Abbiamo cercato di non fermarci mai del tutto per sostenere i lavoratori dello spettacolo, non solo a livello simbolico ma anche con gesti concreti. Questo perché sappiamo benissimo che stiamo parlando di lavoro a tutti gli effetti che prevede per chi lo svolge il mantenimento di se stessi e delle proprie famiglie”.

“Appena c’è stata la riapertura lo scorso anno siamo partiti con il progetto “E la chiamano Rimini” dando la possibilità ai musicisti di tornare sul palcoscenico in estate e continueremo anche quest’anno con le arene estive, dal mare al centro. Abbiamo poi continuato con Radio Ora (Officina Arte Rimini) dal teatro Novelli arrivando in filodiffusione a coinvolgere tutta la città. Ogni artista o tecnico è stato retribuito e come Comune abbiamo utilizzato tutte le risorse a nostra disposizione, così come facciamo con le rassegne che gravitano in città. Continueremo poi a coinvolgere le realtà teatrali del territorio anche quando andremo a realizzare il prossimo cartellone”. 

Oggi i lavoratori dello spettacolo sono tornati in piazza Cavour a Rimini per rimarcare la forte necessità di far sentire la propria voce, per un ordinamento equo, plurale e inclusivo della cultura e dello spettacolo che tuteli realmente i lavoratori, e per richiedere nuovamente la presa in carico – da parte delle istituzioni competenti – delle seguenti urgenze:
> convocazione di un Tavolo Interministeriale Permanente che coinvolga lavoratrici e lavoratori del settore spettacolo e cultura, al quale siedano Ministero del Lavoro, Ministero dello Sviluppo Economico, Ministero dell’Economia e delle Finanze e Ministero della Cultura
> sblocco immediato e conseguente erogazione dei ristori rimasti in sospeso (DL ristori 5)
> progettazione e realizzazione di tutte le misure, economiche e non, relative ai protocolli di sicurezza, necessarie a garantire una vera e totale ripartenza del settore > riconoscimento dei contributi figurativi per le intere annualità 2020 e 2021 a tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori del settore
> attuazione di una ormai necessaria riforma strutturale, formale e fattuale, del settore che tuteli realmente non solo grandi enti e grandi aziende ma anche e soprattutto lavoratrici e lavoratori
> concretizzazione di provvedimenti finalizzati al finanziamento e al sostegno delle piccole e medie realtà che si occupano di spettacolo e di cultura, che ad un anno dal blocco del pubblico spettacolo rischiano di chiudere e di non poter più compiere il loro fondamentale ruolo legato alla cultura di prossimità su tutto il territorio del nostro Paese.

(FOTO DI ANDREA SHINIGAMI)

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