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Rimini: se ne è andato Piero Bona. Il ricordo di Teo De Luigi e dei compagni

E’ scomparso, nella notte trascorsa, Piero Bona. Aveva 73 anni. Malato da tempo, era ricoverato in Ospedale a Rimini dove è deceduto. Il nome di Piero Bona è indissolubilmente legato alla storia del movimento studentesco e alla politica riminese. Laureato a Bologna in ingegneria, ha partecipato alle lotte studentesche del ’68 prima nel capoluogo e, successivamente nella nostra città. Intelligenza attiva e vivace, è stato fondatore, nei primi anno ’70 del gruppo de Il Manifesto a Rimini, precursore del Partito di Unità Proletaria. Successivamente, insegnante di matematica al “Valturio”, ha continuato la propria attività politica ricoprendo incarichi anche in ambito amministrativo. Negli anni ’90 ha dato a Rimini all’Arci Gola, svolgendo importanti attività.

In ricordo di Piero

Oggi è una giornata triste, molto triste, è morto Piero Bona. Ci mancherà anche se non lo frequentavamo più quotidianamente, ma il suo gruppo, il suo piccolo gruppo di compagni del “Manifesto” sentirà pesante la sua scomparsa. Lui era l’uomo più “leggero” del mondo mentre raccontava, e ricordo di aver immaginato i suoi studenti al “Valturio” catturati dalla sua matematica come logica di vita e non come “far di conto”. Piero era l’uomo dell’immaginazione giocosa anche quando discuteva dei problemi più complessi perché al fondo di ogni argomento era l’ironia di gruppo che sapeva creare. Forse proprio per questo amava sentirsi e comportarsi come un vero solitario. A molti rimarranno le sue bizzarrie nella scelta dell’ automobile o nella ricerca accurata dei ristoranti “che sanno gestire i gusti”, a me risulterà impossibile separarlo dalla sede quasi “clandestina” di via Cignani 1bis dove l’ho conosciuto, leader fra i leader, semisommerso dalle carte scritte e dalla densità del fumo, mentre si ascoltava il dove, il come e il perché si sarebbe fatta la rivoluzione. E lui c’era sempre, pronto a “sbriciolare” qualsiasi analisi e a ricostruirne un’altra, con lo stesso obiettivo di fondo, ma curandone meglio i dettagli che, come diceva, sono “il sale della vita”. Grazie Piero, anche per questo rimarrai sempre con noi“.

Teo De Luigi

1975, 27 feb.-2 marzo. Saluto di Piero Bona per il PDUP al 10° Congresso del PCI Riminese

Nella notte fra domenica 4 febbraio e lunedì, ci ha lasciato Piero Bona, un amico, un compagno. Figlio di un militare di professione aveva seguito il padre nella base Aeronautica di Rimini, città nella quale ha vissuto.

Nel cuore della lotta degli studenti dell’Università di Bologna, alla fine degli anni sessanta, si laurea brillantemente in ingegneria. Da quel momento Piero dovrà affrontare decisioni non facili e si troverà spesso di fronte a strade che divergono.

Ed ecco il primo bivio della sua vita: come far convivere una laurea fortemente “tecnica” con la recente scoperta della politica che lo ha visto protagonista a Bologna nei collettivi universitari? La scelta cade sull’insegnamento di matematica nelle scuole superiori della città d’adozione, anche perché in quegli anni il movimento studentesco a Rimini produce un’azione insieme fervida e riflessiva, capace di innestare un ciclo di lotte durato molti anni e di tracciare un segno profondo nella scuola e nel rapporto con il mondo del lavoro. Piero decide di portare la sua intelligenza e l’esperienza dei collettivi bolognesi, nel cuore del movimento riminese.

Ecco il secondo bivio, la scelta di stare nel movimento gestendo la critica del ruolo di insegnante, ma anche di cercare una ancoraggio politico capace di guardare al complesso della società e del mondo, ai luoghi in cui si produce l’egemonia del capitale, ai luoghi della politica. Arriva per lui, insieme a molti compagni, la scelta di dar vita al Gruppo del Manifesto, subito dopo lo strappo del 1969, nei primissimi anni ’70. Grazie all’intensa attività nel movimento e, si può aggiungere, di “maestro” per tanti giovani che si venivano affacciando alla politica, Piero diventa protagonista dell’insediamento a Rimini del pensiero unitario ma critico nei confronti della tradizione comunista, proprio del gruppo del Manifesto e, negli anni successivi, del PdUP. Diventa un dirigente politico riconosciuto, organizza seminari sul marxismo, gruppi di intervento nei poli industriali della provincia, entra in Consiglio Comunale, dà vita ad una pubblicistica politica che orienta il dibattito pubblico anche su temi propriamente locali. Questa fase prosegue per tutti gli anni settanta e parte degli ottanta.

Il terzo bivio. Nel novembre del 1984 il Partito di Unità Proletaria decide a maggioranza di sciogliersi per confluire nel PCI. Piero, rispetto a quella scelta che non condivide del tutto, decide di dedicarsi ad attività culturali. In particolare si dedica alla riscoperta dei valori del territorio dando vita all’Arci-Gola e impegnandosi nella Azienda di Promozione Turistica della provincia. La vita politica attiva gli è ormai lontana, ma la sua voce in città continua a farsi sentire con intelligenza e capacità critica, osservando l’evoluzione della sinistra, le effimere vittorie e le molte sconfitte sotto i colpi del neocapitalismo. 

Questa voce e l’acume dei suoi giudizi, ora ci mancheranno”.

Anni ’80: Nando Piccari e Piero Bona

I compagni di Rimini

“Oggi è morto Piero Bona, insegnante in pensione, di 73 anni, compagno ,laureato in ingegneria chimica all’Università di Bologna e profondamento inserito nella storia di una certa Rimini , quella degli intellettuali che attraverso idee e relazioni hanno cercato di portare nuove motivazioni e ragioni per una sinistra in crisi.

Tutto è iniziato al liceo scientifico Serpieri dove gli allievi della sezione B avevano conosciuto alcuni insegnanti di lettere e filosofia fondamentali per inaugurare un nuovo modo di intendere il sapere. Il docente di Filosofia si chiamava loris Ricci Garotti, aveva 33 anni, veniva da Bologna, aveva scritto un bellissimo libro su Hegel e Heidegger. Poco dopo morì , ma il suo insegnamento aveva lasciato una traccia profonda e da quel momento l’impegno sociale, la ricerca di un pensiero e di una prassi politica libera e aperta non ci abbandonò più. Il sessantotto a Rimini e a Bologna, la formazione del manifesto, l’insegnamento di matematica, la partecipazione alla vita culturale di Rimini, ecco i passaggi della vita ricca e fertile di Piero Bona, parte di un processo che ha coinvolto molti giovani di allora divenuti protagonisti della vita istituzionale a Rimini e Bologna.

Oggi lo voglio salutare con queste poche frasi, ma con un ricordo difficile da cancellare, perché se con Piero se ne va un altro pezzo della nostra comune esistenza, quel tessuto fatto di ideali e utopie resta impresso nella nostra condizione quotidiana, nelle nostre ragioni di vita. Ciao Piero”.

Otello Ciavatti, l’amico di Bologna

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