Cerca
Home > Eventi Cultura e Spettacoli > Rimini, Museo: Da domenica 1 ottobre “Biblioterapia”. Curarsi (o ammalarsi) con i libri

Rimini, Museo: Da domenica 1 ottobre “Biblioterapia”. Curarsi (o ammalarsi) con i libri

Cos’è la realtà? E quali strategie e tattiche mettiamo in opera per comprenderla, o per adattarla al nostro desiderio?

La nona edizione di Biblioterapia – Come curarsi (o ammalarsi) coi libri, curata da Oriana Maroni per la Biblioteca Gambalunga di Rimini, con la collaborazione dell’Ufficio scolastico di Rimini,  il contributo di SGR e il sostegno di IBC, muove quest’anno da due domande, e con “REALTA’… e mondi possibili” intreccia un altro nodo della sua mappa concettuale in progress.

Due anche i punti di partenza: l’indagine delle precedenti edizioni sui temi del desiderio, della meraviglia, della paura, del corpo, visti come tensori di quel campo di forze che è la realtà, e la riflessione che il 10 luglio scorso ha visti protagonisti il fisico teorico Carlo Rovelli e il critico letterario e poeta Antonio Prete: “Natura e desiderio di infinito. La lezione di Giacomo Leopardi”.

I dieci appuntamenti in calendario dal primo ottobre al 2 dicembre, tra lectio e narrazioni, raccolgono infatti l’incitamento del poeta filosofo a interrogare la realtà, la sua stessa imponderabilità, coltivando la libertà di pensiero e la  meraviglia, lo stupore di fronte all’impensato. Consapevoli della nostra finitudine, ma capaci in quell’orizzonte di trovare il desiderio, che coincide con il respiro stesso dell’uomo.

Uno sconfinamento “oltre la siepe” dell’immaginazione che scardina ciò che è stabile e apre alla dimensione del possibile, che comporta la capacità di vedere e pensare altrimenti.

Ma immaginare i cambiamenti, prefigurare una realtà altra, richiede la comprensione e la capacità di interpretare i codici di quella che ci circonda. E se ci sono domande che attraversano nei secoli la filosofia occidentale, quelle che interrogano le nozioni di natura, di realtà e verità sono tra le più impervie, le più difficili a cui dare risposta.

La realtà è spesso diversa da come appare. L’astronomia copernicana e galileiana, le scienze naturali hanno dimostrato la fallacia dell’idea della corrispondenza fra il mondo e la sua rappresentazione nella coscienza, poiché gli organi di senso, che sono parti del cervello, inducono al falso e al provvisorio. I meccanismi cognitivi cerebrali non sono estranei alla natura, ma ne fanno parte. La verità non è la corrispondenza fra mondo e conoscenza. La ragione cambia la visione dell’universo e della natura, a seconda delle scoperte, delle ricerche e riflessioni di cui è capace.

La scienza ambisce all’oggettività, ma non deve dimenticare che la nostra esperienza del mondo è dall’interno. Molte cose del mondo che vediamo si capiscono se teniamo conto dell’esistenza del punto di vista. A esserne investito è il significato stesso di verità e falsità, nonché la distinzione fra realtà ontologica, indipendente da noi, e la realtà epistemologica, che fa riferimento a ciò che sappiamo della realtà. A  partire dalla considerazione che nella contemporaneità l’eccesso di reale, la sua intensificazione iperreale, si traduce in una sua opacizzazione, tanto che la nostra viene definita l’epoca della post-verità.

Mappa di Biblioterapia 2017

A restituire la complessità del quadro tracciato sarà un percorso tra Conversazioni e Narrazioni, che avrà come guide autorevoli figure del contemporaneo, completate da tre incontri di cinema e psicoanalisi in collaborazione con la Società psicoanalitica italiana (SPI).

L’inaugurazione della rassegna, il primo ottobre, è affidata al critico letterario Antonio Prete, che presenterà il suo libro Il cielo nascosto: grammatica dell’interiorità (Bollati Boringhieri, 2016), in dialogo con Domenico Pazzini. Narrazione che, aprendo il tema della conoscenza di sé, introdurrà idealmente alle conversazioni successive; a partire dalla riflessione del fisico teorico Guido Tonelli (7 ottobre), su come il nostro universo nasca da “una fluttuazione quantistica del vuoto”, cui farà da contraltare il teologo Vito Mancuso (29 ottobre), indagando la fede alla luce della coscienza laica presente in ogni uomo  che “cerca la verità per se stessa” e vuole aderirvi senza nulla derogare alla ragione intesa come “intelletto e coscienza morale”. Mentre sarà il filosofo Silvano Tagliagambe (4 novembre) ad approfondire il gioco tra “guardare” e “vedere” la realtà, tra filosofia e psicanalisi. La seconda delle Narrazioni, il consueto reading ideato sulla misura della rassegna, l’11 novembre mapperà un’ideale “biblioteca” sul tema, con la drammaturgia di Lorella Barlaam, le letture dell’Associazione Mala Testa e il Visual di Maurizio Giuseppucci.

A seguire, Maurizio Ferraris (12 novembre), autore del Manifesto per un nuovo realismo, partendo dal concetto di post-verità, restituirà le coordinate del rapporto tra verità e realtà al tempo del web. Il matematico Claudio Bartocci (18 novembre), censendo gli “scrittori matematici” sonderà le consonanze tra l’invenzione di mondi possibili e l’offerta di strumenti per demistificare la realtà; toccherà poi allo psicanalista Luigi Zoja, il 25 novembre, toccare il tema radicale dell’incontro con l’altro da sé, costitutivo della realtà relazionale, nell’epoca della virtualità, della “morte del prossimo”. Per chiudere con il linguista Luca Serianni, il 2 dicembre, che farà il punto sul variare dei rapporti tra le parole e le cose.

Tutti gli incontri sono ad ingresso libero gratuito, sino ad esaurimento posti; sede delle Conversazioni, la Sala del Giudizio al Museo della Città. Quanto alle Narrazioni, il primo ottobre l’appuntamento è presso le Sale Antiche, mentre il Reading si terrà presso l’Auditorio dell’Istituto Lettimi. Gli incontri avranno inizio alle ore 17.00.

CONVERSAZIONI

Sabato 7 ottobre 

Guido Tonelli, fisico, Cercare mondi. Esplorazioni avventurose ai confini dell’universo

Pensiamo che quello che percepiamo sia reale, e non ci rendiamo conto che quello che osserviamo con i nostri sensi non è come ci appare. La scienza modifica in continuazione la nostra visione del mondo. La teoria della relatività e la meccanica quantistica ci hanno mostrato l’inganno della nostra concezione dello spazio e del tempo,  hanno fornito le basi per un nuovo modo di concepire la materia e l’universo, influenzando la cultura in ogni suo aspetto, compresa la coscienza di sé e la percezione del mondo. Ma se la scienza ha raggiunto un tale livello di potenza che potrebbe persino dare alla testa: “lasciare alla tecnica e alla scienza le scelte che decideranno il destino dell’umanità nei prossimi decenni e nei prossimi secoli non solo è poco saggio, ma potrebbe anche portare a conseguenze pericolose”. Dei poeti, degli artisti, dei filosofi, gli scienziati hanno bisogno. Ora che sappiamo che l’intero cosmo condivide con noi e il nostro pianeta un’analoga condizione di precarietà, vi è bisogno di un nuovo umanesimo, ci ricorda Guido Tonelli, che per spiegarci che il nostro universo nasce da “una fluttuazione quantistica del vuoto”, anzi “a essere precisi è ancora vuoto”, ricorda che la grande poesia ha espresso concetti simili in forma perfetta: “Tutto è fatto della stessa sostanza dei sogni”, sono le parole di Prospero, nella Tempesta di Shakespeare.

Domenica 29 ottobre 

Vito Mancuso, teologo, Lectio humana, lectio divina

È il cuore a sentire Dio, e non la ragione, spiega Vito Mancuso, che si muove su un’idea di fede che viene intesa non come “ossequio ad una autorità”, ma, così come la concepiva Gesù, “disposizione del cuore, affidamento, fiducia”, come qualcosa che eccede il campo del ragionare umano,  “il tentativo di venire a capo del mistero della vita nella sua globalità”. Ciò alla luce della coscienza laica presente in ogni uomo  che “cerca la verità per se stessa” e vuole aderirvi senza alcuna “forzatura ideologica” e senza nulla derogare alla ragione intesa come “intelletto e coscienza morale”. Il suo argomentare “si basa sulla filosofia e sulla scienza oltre che sulle fonti tradizionali della teologia” nella coscienza che nessuna opposizione e incompatibilità può esserci tra le affermazioni della teologia e quelle della scienza. Il principio su cui si regge il mondo, spiega Mancuso, è il risultato della sintesi tra il concetto di Logos, l’ordine delle cose e razionalità del disegno divino, e il Caos, cioè la casualità materiale con cui percepiamo la realtà che ci circonda. Questi due elementi fondanti danno vita allo spirito vitale, che è Dio, dal quale ogni cosa promana.

Sabato 4 novembre 

Silvano Tagliagambe, filosofo, Cosa significa vedere  

Dal vedere al guardare. Grazie ai suoi studi, a cavallo tra filosofia, scienza e psicoanalisi, Silvano Tagliagambe analizza la grande complessità di questa attività, evidenziando come l’osservazione e l’esperienza mostrino che il cervello rimette continuamente in discussione, in ogni suo atto percettivo, tutto il suo assetto esperienziale, lo ristruttura e lo ridisegna in uno scambio dialogico incessante tra il proprio mondo interiore e la realtà esterna. Dunque la visione si nutre anche di supposizioni e si alimentata di continuo dell’immaginazione. Questa apertura della visione all’immaginazione, e quindi alla dimensione del possibile, che comporta la capacità di vedere e pensare altrimenti, si attiva proprio quando il lavorio della mente non è rivolto a stimoli esterni ma verso il mondo interno. Questo complesso sostrato interiore, fatto di archetipi, di immaginazioni, di visioni, di sogni ad occhi aperti e chiusi retroagisce sul vedere e ci mette in condizione di vedere altrimenti, di vedere con occhi diversi, di vedere l’infinito. L’aveva già capito Leopardi, ricorda Tagliagambe, che nello Zibaldone aveva scritto: “Trista quella vita (ed è pur tale la vita comunemente) che non vede, non ode, non sente se non che oggetti semplici, quelli soli di cui gli occhi, gli orecchi e gli altri sentimenti ricevono la sensazione”.

Domenica 12 novembre

Maurizio Ferraris, filosofo, Fare la verità

Post-verità è la parola scelta dall’Oxford Dictionary nel 2016 per descrivere il nostro tempo. Tutti dicono la loro, e alla scienza si è sostituita l’opinione della maggioranza. L’umanità non è interessata a sapere il vero, ma ad avere ragione: non insieme (come credevano, sbagliando, le chiese ideologiche del secolo  scorso) ma da sole. È il web l’assoluto del nostro tempo, che ha dato voce a milioni di verità individuali.  Esiste un margine di libertà, per i singoli individui, ed è quello di scegliere intenzionalmente di cambiare rotta rispetto alle consuetudini imposte e accettate:  servono “azioni esemplari”. Per cambiare la realtà, è dalla realtà che bisogna partire. Dietro le opinioni, rimane la realtà. La realtà è tutt’altro che frutto del nostro pensiero, spiega Ferraris, “essa ci precede e continua a esserci dopo di noi, a prescindere dal fatto che la si conosca. Essa ci resiste e costituisce per noi un attrito perenne”. Verità e realtà sono entrambe figlie del tempo, ma in modi diversi “la verità che viene a galla è la scoperta di qualcosa che c’era già ma non si sapeva”, la “realtà che viene a galla è un aspetto del reale che prima non c’era”.  Il miglior correttivo alla post-verità è la verità, cioè la cultura.

Sabato 18 novembre 

Claudio Bartocci, matematico, Scrittori matematici

Nell’ultimo secolo matematica e letteratura hanno incrociato il loro cammino innumerevoli volte: tra gli altri,  Hermann Broch, Leo Perutz, Carlo Emilio Gadda, i sodali dell’Oulipo (Raymond, Queneau, Georges Perec, Jacques Roubaud, Italo Calvino), Dino Buzzati, Umberto Eco, Max Frisch, Hans M. Enzensberger, Don DeLillo, David Foster Wallace. Se è vero che letteratura e matematica sono attività dell’intelligenza, della “finzione”, e consistono nell’invenzione di mondi possibili, offrono però strumenti per demistificare la realtà attraverso giochi di rispecchiamento, per sondare la nostra capacità (o incapacità) di dare un nome alle cose, per esplorare le possibilità (nelle parole di Calvino) di un «nuovo rapporto tra la leggerezza fantomatica delle idee e la pesantezza del mondo». Anche la matematica, come la letteratura,  può costruire il nuovo perché sa distruggere i pregiudizi, ignora i confini del sapere; “l’intuizione creativa  rovescia il motto di Sherlock Holmes: non bisogna più abbandonare l’impossibile per l’improbabile, ma dimostrare proprio quello che non pare possibile a coloro che si sentono ‘padroni del pensiero’”.

Sabato 25 novembre 

Luigi Zoja, psicanalista, La morte del prossimo: eccesso di virtualità

“Per millenni, un doppio comandamento ha retto la morale ebraico-cristiana: ama Dio e ama il prossimo tuo come te stesso. Alla fine dell’Ottocento, Nietzsche ha annunciato: Dio è morto. Passato anche il Novecento, non è tempo di dire quel che tutti vediamo? È morto anche il prossimo. Abbiamo perso anche la seconda parte del comandamento perché abbiamo dimenticato che – tanto in ebraico nel Levitico, quanto in greco nei Vangeli – prossimo significava una cosa molto semplice: il tuo vicino, quello che vedi, senti, puoi toccare. Da una parte il rapporto col prossimo scompare sotto l’assalto dell’individualismo e nell’anonimato della società di massa; dall’altra la tecnologia ci regala sempre nuove occasioni di comunicazione coi lontani, sottraendoci il tempo e le energie che dedicavamo ai vicini”.

Sabato 2 dicembre

Luca Serianni, linguista, Le parole e le cose: due realtà che cambiano nello spazio e nel tempo

Il rapporto tra lingua e cose designate cambia continuamente passando da una lingua all’altra e anche all’interno della stessa lingua nel corso del tempo. Le parole non sono etichette che si applicano a realtà condivise, ma interpretano e rappresentano in modo spesso imprevedibile la realtà circostante, secondo la mutevole percezione degli esseri umani.

NARRAZIONI   

Domenica 1 ottobre

Biblioteca Gambalunga, Sale Antiche, ore 17

Antonio Prete, Il cielo nascosto: grammatica dell’interiorità (Bollati Boringhieri, 2016)

introduce Domenico Pazzini

La conoscenza per la sapienza greca, dunque anche la conoscenza di sé, è un dialogo tra il limite e l’oltre, tra il visibile e il nascosto. Quel che è nascosto dentro di noi è profondo e insondabile quanto quel che è nascosto nella natura. Il soggetto è un enigma e raccontare l’interiorità significa iscriversi in un movimento necessario e senza termine, che lega l’io al tu e l’io al mondo. Dire interiorità significa muovere verso quello che sempre è nominato come soggetto – dalla filosofia, dalla psicoanalisi, dalle scienze – con un’attenzione nuova. Un’attenzione che non riduca quel soggetto a un’astrazione, ma che indugi sulla corporeità, sulle forme del suo rappresentarsi, sulla geografia del sentire, sul ventaglio della sua lingua. Presto ci si accorge che in questa mappa del sentire è l’altro che fonda il sé. E questo  altro può essere anche l’altrove, il tempo vissuto e quello non vissuto, la presenza e l’assenza. L’io non è dato; Freud ci ha insegnato che l’io diviene, e questo divenire può accadere e mostrarsi soltanto in relazione a un tu.

Sabato 11 novembre

Istituto musicale Lettimi, Auditorium, (Via Cairoli, 44 Rimini), ore 17

La realtà e il suo angelo

Reading a cura di Lorella Barlaam, letture dell’associazione culturale Mala Testa, visual di Maurizio Giuseppucci

Oggi che parole come “verità” o “realtà” sono diventate per qualcuno impronunciabili, a meno che non siano racchiuse tra virgolette scritte o mimate, come scrive Carlo Ginzburg, l’Angelo necessario della terra non è più la Realtà. E la realtà «stessa» – aggiunge Gianni Vattimo – non parla da sé, ha bisogno di portavoce – di interpreti motivati, che decidono come rappresentare su una mappa un territorio a cui hanno avuto accesso attraverso mappe più antiche.

Interpreti come Italo Calvino, Jorge Luis Borges, Anne Carson, Fleur Jaeggy, Anna Maria Ortese, Francis Ponge, per vedere di nuovo, come ha scritto Wallace Stevens, “la terra, libera dai ceppi della mente, dura” ed ascoltarne “il canto /monotono levarsi in liquide lentezze e affiorare/ in sillabe d’acqua; come un significato/che si cerchi per ripetizioni, approssimando.”

FILM – Cineteca comunale  (Via Gambalunga, 27 Rimini),

martedì 7, 14, 21 novembre ore 21

Ingresso gratuito

 

“Realtà e immaginario” 3 incontri di cinema e psicoanalisi in collaborazione con Società psicoanalitica italiana (SPI)

Profili

Associazione culturale Mala testa. Vi fanno parte Giorgia Bondi e Matteo Castellucci. L’Associazione si occupa di eventi culturali e spettacoli teatrali. Insieme hanno ideato ed allestito spettacoli dedicati a G. Pascoli, F. Fellini, E. A. Poe, W.Shakespeare e L. Pirandello. Hanno collaborato con il festival musicale “70s’ Flowers” di Pesaro, l’Accademia Pascoliana, il Centro San Domenico di Bologna, il festival “Tramonti” di Ancona, organizzato dal teatro stabile delle Marche, e quello Accento sulla Bellezza della Cassa di Risparmio di Forlì. L’ultimo spettacolo Siamo tutti in pericolo, tratto da testi di Pier Paolo Pasolini, ha ottenuto il riconoscimento da parte del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali quale evento di rilevanza culturale. Dal 2006 collaborano alle iniziative culturali del Comune di Rimini e della Biblioteca Gambalunga. Valentina Baroni avvocato di professione, pianista per vocazione. Ha un particolare amore per le avanguardie musicali parigine di fine Ottocento e per il legame indissolubile che unisce musica e letteratura.

Lorella Barlaam ha frequentato la facoltà di Lettere classiche a Bologna. Collabora con il Teatro Valdoca di Cesena, con la Biblioteca Gambalunga di Rimini per le varie edizioni della “Biblioterapia” e con il Laboratorio Stabile Alcantara di Rimini. Scrive sul Corriere Romagna e  il Colophon. Con Guaraldi editore ha pubblicato In corpore vili. Anatomia di una lettrice (2010); quattro antologie minime (Giardini; Io, l’altro; Souvenir e Zoologica, 2014) e Il corpo pensante/La mente danzante (2015).

Claudio Bartocci, matematico, è docente di Geometria, Fisica matematica e Storia della matematica presso l’Università di Genova. Ha ricoperto visiting positions presso la State University of New York at Stony Brook, l’Université de Paris VII, la University of Philadelphia, l’École de Hautes Études en Sciences Sociales, Paris, la Sissa di Trieste; nel 2011 ha avuto una fellowship dalla Italian Academy, Columbia University, New York. È autore di numerose pubblicazioni specialistiche e ha diretto con P. Odifreddi, i 4 volumi della Matematica (Einaudi, 2007-2011). I suoi ultimi libri sono Una piramide di problemi (Cortina, 2012) e Dimostrare l’impossibile. La scienza inventa il mondo (Cortina, 2014; finalista premio Galileo), Zerologia: sullo zero, il vuoto e il nulla  (con Piero Martin, Andrea Tagliapietra, Il mulino, 2016), Scrittori matematici, (Codice, in corso di pubblicazione).

Maurizio Ferraris è professore di Filosofia teoretica presso l’Università di Torino (dove presiede il Laboratorio di Ontologia) e responsabile di ricerca presso il Collège d’études mondiales di Parigi. Ha insegnato in università europee e americane, collaborato con Jacques Derrida e Gianni Vattimo e scritto oltre cinquanta libri, tradotti in varie lingue. La sua Storia dell’ermeneutica (Bompiani, 1988) è diventata un classico, Estetica razionale (Cortina, 1997) ha inaugurato l’interpretazione dell’estetica come teoria della sensibilità, Documentalità (Laterza, 2009) ha trasformato le prospettive dell’ontologia sociale con ricadute che, dalla filosofia, si sono allargate al diritto, all’architettura, ai media studies.. Ha contribuito alla rielaborazione delle posizioni ermeneutiche, in vista di una nuova definizione delle questioni estetiche e fenomenologiche, con particolare riferimento alla teoria dell’immaginazione e alla psicologia della percezione. Fra i libri più recenti: Manifesto del nuovo realismo (Laterza, 2012), Emergenza (Einaudi, 2016).

Maurizio Giuseppucci ha frequentato la facoltà di lettere dell’Università di Urbino laureandosi con una tesi in storia dell’arte contemporanea sul rapporto tra poesia e pittura nell’opera di Pier Paolo Pasolini, e pubblicato un inedito di Pasolini sul quaderno “le dilettante” di Katia Migliori. Dopo una collaborazione con la galleria “il Polittico” di Arnaldo Romani Brizzi, partecipa a diverse collettive in Italia e all’estero. www.mauriziogiuseppucci.com/

Vito Mancuso, teologo italiano, è stato docente di Teologia moderna e contemporanea presso la Facoltà di Filosofia dell’Università San Raffaele di Milano dal 2004 al 2011; dal 2013 al 2014 ha insegnato”Storia delle dottrine Teologiche” presso l’Università degli Studi di Padova. I suoi scritti hanno suscitato notevole attenzione da parte del pubblico, in particolare L’anima e il suo destino (Raffaello Cortina, 2007), Io e Dio Una guida dei perplessi (Garzanti, 2011), Il principio passione La forza che ci spinge ad amare (Garzanti 2013), Dio e il suo destino (Garzanti 2015). Il suo pensiero è oggetto di discussioni e polemiche per le posizioni non sempre allineate con le gerarchie ecclesiastiche, sia in campo etico sia in campo strettamente dogmatico. Il suo ultimo libro è Il coraggio di Essere Liberi (Garzanti, 2016).

Domenico Pazzini, studioso di letteratura cristiana antica, fa parte del gruppo italiano di ricerca su “Origene e la tradizione Alessandrina” e della redazione della rivista scientifica “Adamantius”. Varie le pubblicazioni dedicate Origene , fra cui voci Figlio, Giovanni, Virtù, nel volume Origene-Dizionario. La cultura, il pensiero, le opere (Città nuova, 2000).

Antonio Prete, critico letterario, poeta e narratore, ha insegnato Letterature comparate all’Università di Siena e ha tenuto corsi e conferenze in prestigiosi atenei stranieri, da Parigi a Harvard, da Salamanca al Collège de France. È considerato uno dei massimi esperti dell’opera di Leopardi, Baudelaire e Jabès. Il suo libro Il pensiero poetante (Feltrinelli, Milano 1980) ha cambiato il modo di leggere il poeta di Recanati, al quale ha poi dedicato altri volumi, come Finitudine e Infinito (Feltrinelli, 1998) e Il deserto e il fiore (Donzelli, 2004). Ha tradotto I fiori del male di Baudelaire. Tra i suoi libri di poesia: Se la pietra fiorisce (Donzelli, 2012). Tra gli ultimi saggi: Compassione (Bollati, 2013), Il cielo nascosto. Grammatica dell’interiorità (Bollati, 2016) che ha avuto quest’anno il Premio Mondello.

Luca Serianni, linguista e filologo, ha lasciato quest’anno l’Università La Sapienza di Roma, dopo quasi quarant’anni di insegnamento. È considerato uno dei più attendibili e influenti studiosi della lingua italiana. Socio dell’Accademia della Crusca, dell’Accademia delle Scienze di Torino  e dell’Accademia Nazionale dei Lincei, nonché direttore delle riviste “Studi linguistici italiani” e “Studi di lessicografia italiana”, nel 2010 è stato nominato vicepresidente della Società Dante Alighieri. È aurore di una nota Grammatica italiana (UTET, poi Garzanti), più volte ristampata, ed è revisore e curatore, con Maurizio Trifone, del dizionario Devoto-Oli. Nel 2015 ha pubblicato Prima lezione di storia della lingua italiana (Laterza), mentre è del 2016 il saggio Parola (Il Mulino).

Silvano Tagliagambe è un filosofo ed epistemologo italiano. Ha insegnato Storia della filosofia contemporanea e di Filosofia della scienza in varie università italiane, partecipato alla fondazione della Facoltà di Architettura ad Alghero.  Dopo gli studi sulla meccanica quantistica, si è concentrato sui temi del rapporto tra realtà osservata e sistema osservante, il ruolo del linguaggio, della comunicazione intersoggettiva, della mediazione linguistica e della semiotica nel pensiero scientifico. Ha studiato le interconnessioni tra artificiale e naturale, il rapporto fra visibile e invisibile, il ruolo dell’arte e il senso epistemologico dello spazio intermedio e del confine. L’attività presso la facoltà di Architettura lo ha portato a riflettere sulla relazione tra possibilità e realtà, sul rapporto tra l’Io, lo spazio, il tempo, l’ambiente. Nel 2017 ha pubblicato Lo sguardo e l’ombra (Castelvecchi).

 

Guido Tonelli, professore di Fisica all’Università di Pisa, è uno dei principali protagonisti della scoperta del bosone di Higgs, la cosiddetta “particella di Dio”, al Cern di Ginevra.  Alla testa della collaborazione CMS negli anni 2010-11, ha guidato la caccia alla particella più elusiva della storia della fisica nei momenti cruciali. Per il suo contributo a questa scoperta ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti internazionali. Fra i più prestigiosi lo Special Prize for Fundamental Physics, l’Enrico Fermi Prize e la Medaglia d’onore del Presidente della Repubblica. Nel 2016 ha pubblicato La nascita imperfetta delle cose (Rizzoli), nel 2017 Cercare mondi. Esplorazioni avventurose ai confini dell’universo (Rizzoli).

Luigi Zoja, psicanalista, già Presidente della associazione internazionale junghiana, si è formato all’Istituto Jung di Zurigo e ha esercitato la professione a Zurigo, New York e infine Milano. Si è occupato di questioni cruciali dell’esperienza contemporanea quali la dipendenza, la crisi della figura paterna, le derive politiche dell’odio e della paranoia, le radici della violenza maschile, sempre nel quadro di un’interpretazione archetipica e mitica.  Tra i suoi libri recenti: La morte del prossimo (Einaudi, 2009); Paranoia. La follia che fa la storia (Bollati Boringhieri 2011); Al di là delle intenzioni. Etica e analisi (Bollati Boringhieri 2011); Utopie minimaliste (Chiarelettere, 2013); Psiche (Bollati Boringhieri, 2015);  Centauri. Alle radici della violenza maschile (Bollati Boringhieri, 2016); Nella mente di un terrorista (con Omar Bellicini; Einaudi 2017).

Ultimi Articoli

Scroll Up