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Rimini, Montini: “Nel ravennate mancano vongole, ma non cediamo nostro mare”

“E’ di questi giorni la protesta dei pescatori del Consorzio Cogemo Ravenna, che si ritrovano ad operare in uno specchio di mare – tra Cervia e Goro – ormai del tutto privo di vongole. Una ‘desertificazione’ di quel tratto di mare che ora sta mettendo in difficoltà un comparto che raggruppa meno di venti imbarcazioni”, spiega l’assessore alla blue economy del Comune di Rimini, Anna Montini.

“Una condizione differente rispetto a quella in cui operano le imbarcazioni del Cogemo di Rimini, il consorzio che associa il doppio delle imbarcazioni e che operano nella zona tra Cesenatico e Cattolica e che ad oggi riescono ad avere garantito un pescato adeguato. Tale condizione è frutto di diversi aspetti, ma non semplicemente di caratteristiche migliori delle acque a sud che a nord della costa; infatti, è anche il risultato di una linea di condotta seguita dai lavoratori del consorzio riminese che, proprio alla luce delle oggettive difficoltà di ‘rigenerazione’ delle vongole e della necessità di un’oculata gestione dell’attività di pesca, ha introdotto da tempo un regolamento di pesca molto rigido, che viene fatto osservare in maniera scrupolosa, con multe anche molto salate per gli associati che trasgrediscono”.

“Queste regole chiare e definite – conclude l’assessore -, abbinate ad un’attenzione al mare che si traduce anche nell’adesione a progetti europei per il ripopolamento dei fondali, ha portato oggi ad avere condizioni ambientali tali da garantire a tutti gli operatori associati la possibilità di pescare quanto necessario. Anche nella zona più settentrionale del compartimento in cui operano le imbarcazioni del consorzio e in cui vi sono modalità di crescita diverse. Ecco perché come Amministrazione, pur comprendendo le preoccupazioni degli operatori, non siamo convinti che la soluzione possa essere quella proposta alla Regione dal consorzio ravennate e cioè di poter estendere la propria attività anche ad una porzione di mare dove operano le barche del consorzio riminese. Lavoratori che non senza fatica e sacrifici sono riusciti a trovare un equilibrio tra necessità di pescare e rispetto dei tassi di rigenerazione della specie ittica”.

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