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Rimini, Mario Erbetta: “Il Sindaco voleva la mia testa”

Il consigliere comunale ha emesso un comunicato che ripercorre il discorso che terrà questa sera in Consiglio Comunale, anticipando le motivazioni della sua uscita dal Gruppo di Patto Civico e conseguentemente dalla maggioranza che sostiene la Giunta Gnassi:

Comunico formalmente, con grande dolore nel cuore, la mia fuoriuscita da Patto Civico e dalla Maggioranza.

Tale sofferta decisione è dovuta non all’avvicendamento nel ruolo di Capogruppo voluto dai miei colleghi consiglieri ma alle motivazioni sottese a tale avvicendamento che non rispecchiano più i valori originali per cui ho aderito a Patto Civico.

Quello che si vuole fare passare come un passaggio condiviso e prestabilito non lo è. 

Tutti i Risultati che Patto Civico ha ottenuto in questi anni se li è dovuti conquistare con i denti. Nulla ci è stato mai regalato. Ma questo modo di lottare non è mai piaciuto al Sindaco e alla sua Giunta che non sono abituati ad avere dei contraddittori validi e competenti. Sono un personaggio scomodo e  da tempo il sindaco voleva la mia testa per avere un Patto Civico addomesticato ai suoi piedi. E ora lo avrà con mio enorme dispiacere.

Ma io, per il mandato ricevuto dai miei e dagli elettori di tutto Patto Civico, non posso limitare il mio agire ad uno Yes Man come qualcuno vorrebbe. I tempi sono cambiati e censurare il pensiero con parole come metodo e maggioranza vuol dire vanificare la pragmaticità che era la forza motrice di Patto Civico.

Le ragioni politiche possono limitare la legittima manifestazione di pensiero sancita dall’art. 21 della Costituzione? “Tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione” dice l’articolo ma questo per una distorta politica non vale per i membri della maggioranza e in particolare per i capigruppo come lo ero io.

E allora censura, sotto forma di collegialità delle comunicazioni, una gabbia fatta apposta per evitare liberi pensieri e addomesticare le opinioni. Questo era il mio dictat per poter rimanere Capogruppo. Ma uno spirito libero che guarda solo il bene dei cittadini non può essere o rimanere prigioniero in una gabbia d’oro.

Ed ecco la creazione dell’ #lerbettapensiero, il pensiero di Erbetta personale per distinguerlo da quello di Capogruppo di Patto Civico. Ma non è bastato. La verità è scomoda sotto qualsiasi punto di vista.

E arriviamo agli ultimi due ODG sul Bando europeo dei Rifiuti e sull’istituzione delle unità cinofile da me presentati, due ordini del giorno indigesti “non per il merito ma per il metodo” così mi è stato detto.

E su un’ennesima riunione in cui mi si chiedeva di smettere di parlare e di fare il Capogruppo dissi che con tali divieti non potevo coesistere e che dopo il congresso sull’elettrodotto avremmo deciso il da farsi.

Gli ODG sono passati e il convegno è stato un successo e le richieste si assopirono.

Poi il mio intervento sulla Molo street Parade e sulle sicurezza carente dell’evento. Un intervento dettato dal turbamento del momento. Ho vissuto attimi di terrore cercando di proteggere mia moglie e mia figlia con le maglie sulla faccia dalla nuvola di gas che ci stava investendo e dalla folla che ci stava venendo addosso. Attimi terribili che mi hanno fatto riflettere sull’evento e sulle carenze di sicurezza e su cosa sarebbe potuto succedere se invece di 4 ragazzini sfigati si fossero trovati dei malintezionati organizzati.

Questo intervento è stato interpretato come una lesa maestà e la prova è stata sotto gli occhi di tutti. Un comunicato alla “volemose bene tanto non è successo niente” di Patto Civico che contrasta enormemente con i dati di 250 soccorsi dalla Croce Rossa e dalle foto e immagini pubblicate sui giornali Online. Poi una dichiarazione del giorno successivo del Consigliere Muratori che preannunciava già il cambio di capogruppo senza neanche che qualcuno mi avesse avvisato.

Questa è la realtà dei fatti: o rimango nel gruppo come un consigliere che non può e non deve esprimere le sue opinioni o esco e cerco di mantenere fede alla parola data ai miei elettori che si aspettano un #erbettapensiero anche divergente dal senso comune ma che porti dei risultati concreti.

Quindi, facendo mio un vecchio slogan tanto caro agli amici della Uil di cui mi onoro di aver fatto parte come delegato e di cui tutt’oggi sono il legale, ho deciso che il mio futuro sarà come è sempre stato, SENZA PADRINI E SENZA PADRONI e pertanto annuncio formalmente la fuoriusciuta dal gruppo di Patto Civico e dalla Maggioranza.

Ma la via avventura politica continua, come continua in me il fervore e gli ideali iniziali di Patto Civico, la pragmaticità del fare, il dare la voce al ceto medio produttivo e silente, a tutti coloro che si alzano la mattina per portare un tozzo di pane a casa.

Il mio impegno futuro sarà la costruzione di una lista civica locale e regionale che raccolga tutti gli uomini  e donne di buona volontà che non si sentono rappresentati da questa maggioranza di centrosinistra, una forza centrista che raggruppi popolari, socialisti, socialdemocratici, liberali e repubblicani che si faccia promotrice delle istanze del ceto produttivo e delle parti sociali e calmieratrice dei populismi in un’allargata coalizione.

Faccio un invito a tutti gli uomini e le donne di buona volontà dei Comuni della Provincia di Rimini, Cesena, Forlì e Ravenna che vogliono dare il loro contributo: la nuova casa vi aspetta. Ci saranno nell’anno prossimo le elezioni di molti Comuni della Provincia di Rimini, le elezioni Regionali e le elezioni Europee. Organizziamoci e  costruiamo un nuovo e migliore futuro insieme”.

Mario Erbetta

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