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Rimini, Mario Erbetta: “Il Presidente del Consiglio Comunale non è super partes”

Il comunicato di Mario Erbetta, della lista Rinascita Civica, a margine del consiglio comunale di Rimini di ieri sera, dove doveva essere presentata la mozione di sfiducia del consigliere della Lega Marzio Pecci, proprio nei confronti del Presidente del Consiglio:

Ieri sera durante il Consiglio Comunale abbiamo assistito all’ennesima violazione dei diritti della minoranza.

Al consigliere Pecci, che voleva presentare formalmente la mozione di sfiducia contro il Presidente del Consiglio, è stato impedito di parlare non per discutere la subito la mozione, cosa improcedurale, ma solo per poter pubblicamente dichiarare la consegna della mozione firmata dai 13 consiglieri della minoranza.

Poco prima, il presidente del Consiglio, temporeggiava e ritardava la votazione sulla provvisoria esecutività della delibera per i debiti fuori bilancio per dare il tempo al Sindaco, che mangiava tranquillamente al Ponte di Tiberio come le immagini su facebook confermano, di poter tornare a votare e dare il diciasettesimo voto utile al fine dell’approvazione, cosa non accaduta nelle precedenti votazioni a causa della defezione di un consigliere di Patto Civico.

Queste situazioni si aggiungono al comportamento del Presidente del Consiglio che qualche settimana fa durante una votazione usciva dall’aula, seguendo le istruzioni del consigliere Magrini, per far mancare il numero legale ad una delibera che avrebbe visto soccombente la maggioranza, dato che i componenti di patto Civico avevano dichiarato il voto sfavorevole.

Questi comportamenti compromettono la figura super partes che il ruolo di Presidente del Consiglio deve avere e confermano la necessità da parte delle minoranze di sfiduciare un Presidente ormai esplicitamente di parte.

Ma la cosa ancora più grave accaduta ieri sera e che per poter dare voce all’istanza fatta precedentemente dal consigliere Pecci sono stato costretto a intervenire fuori tema durante il dibattito della delibera sui prossimi lavori da fare alla Stazione. Un intervento

legittimo ma che in tutti i modi è stato ostacolato prima dal Presidente stesso, invitandomi a parlare solo della delibera, e poi dal baccano e dalle urla dei banchi della maggioranza e del Pd a partire dal suo capogruppo Piccari (la cui voce abbiamo il piacere di sentirla solo in queste baruffe da Stadio) e dell’assessore Jamil, baraonda creata ad hoc mentre leggevo la deontologia a cui deve attenersi un Presidente del Consiglio.

I paladini della democrazia hanno cercato per l’ennesima volta, con comportamenti intimidatori da veri fascisti, di chiudere la bocca alla minoranza e alla mia persona con urla e baccano, ma come ho concluso nel mio intervento mi dispiace per loro ma Non mi chiudereranno mai la bocca”.

Avv. Mario Erbetta

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