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Rimini, liquami in mare: dipendenti comunali assolti dopo sette anni

L’accusa era di aver permesso lo sversamento in mare di liquami. Ma il tribunale di Rimini ha assolto tutti:  il direttore di infrastrutture e ambiente Massimo Totti (assistito dall’avvocato Moreno Maresi); il dirigente Massimo Paganelli (avvocato Luca Greco); l’impiegato Franco Parmeggiani (avvocato Carlo Alberto Zaina); e il socio di una ditta di smaltimento rifiuti, la Ecodemolizioni Srl, Alberto Ticchi (avvocato Moreno Maresi).

I fatti erano accaduti nel giugno del 2012 e lo sversamento in mare di liquami fognari era avvenuto tra il Bagno 27 e 28 attraverso la condotta dell’Ausa. Il sostituto procuratore Davide Ercolani aveva chiesto il processo con l’accusa di danneggiamento aggravato di acque pubbliche in concorso.

Secondo la Procura, la notte dell’8 giugno 2012, verso le 4, fu segnalato agli uomini della stazione navale della Guardia di Finanza e del nucleo ambientale di Polizia Municipale la presenza di un escavatore meccanico della società Ecodemolizioni che stava effettuando un taglio sul bagnasciuga tra i Bagni 27 e 28 al fine di permettere ai liquami presenti nel canale Ausa di defluire in mare. Per gli inquirenti la ditta entrò in azione di notte proprio per non essere vista, col beneplacito dei dirigenti comunali. Dalle informazione raccolte dagli investigatori, anche attraverso intercettazioni, emerse che a causa di un malfunzionamento della pompa di ricircolo posta nel canale Ausa tra le paratie di sfioro e il mare si era formato un ristagno di liquami.

Lo stesso Ticchi dichiarò di essere stato incaricato dall’ingegner Paganelli e dal dipendente comunale Parmeggiani di ‘riprofilare’ il canale nella parte compresa tra la battigia e il mare, consentendo così il deflusso nell’Adriatico.

Per la Procura nessuno dei soggetti preposti si pose il problema di far eseguire campionamenti volti a verificare se i liquami formatisi fossero inquinanti (come poi risultato dalle analisi eseguite dal personale del laboratorio Lav), né tantomeno di avvisare l’autorità sanitaria affinché quest’ultima potesse emettere il necessario divieto di balneazione. “Il taglio va eseguito in serata senza dare nell’occhio, senza che nessuno veda la macchia nera dei liquami sversati in mare, evitando così l’intervento dei quotidiani”, disse uno degli indagati al telefono senza sapere di essere intercettato.

Dopo l’avviso conclusione indagini, Totti, Paganelli, Parmeggiani e Ticchi sono finiti a processo perché “in concorso morale e materiale tra loro, compivano atti idonei in modo non equivoco a sversare in mare, in assenza di alcuna autorizzazione e fuori dalle ipotesi consentite, una notevole quantità di liquami putrescenti formatisi nell’ultimo tratto dello scolmatore di piena del sistema fognario del comune di Rimini denominato Ausa, a causa del mal funzionamento di una pompa di ricircolo delle acque, non riuscendo nell’intento grazie al tempestivo intervento di Finanza e Ambientale”.

E così commentano l’assoluzione gli avvocati Moreno Maresi, Luca Greco e Mattia Lancini. “In data odierna si è concluso innanzi al Tribunale Monocratico di Rimini, presieduto dalla Dr.ssa Ceccarelli, il processo relativo al “tentato “sversamento nel mare Adriatico di “una notevole quantità di liquami putrescenti formatisi nell’ultimo tratto dello scolmatore di piena del sistema fognario del Comune di Rimini denominato Ausa “ avvenuto il 08.06.2012; il Tribunale alla conclusione del lungo iter dibattimentale, ha mandato assolti l’Ing. Totti e il Dr. Paganelli per non aver commesso il fatto ed il Ticchi perché il fatto non costituisce reato (motivazione riservata entro gg. 90)”.

“Si conclude così dopo oltre 7 anni una vicenda avviata da una indagine che ha destato nel tempo un notevole clamore mediatico, sebbene sin dall’inizio sembrasse sfornita di fondamento, come peraltro acclarato dall’ampia sentenza assolutoria del Tribunale di Rimini”.

“Non c’è mai stato quindi alcun tentativo di “sversare “in mare liquami, attraverso il canale Ausa; pertanto mai si è verificato alcun pericolo per la balneazione il giorno 08.06.2012 , quando in piena notte gli inquirenti intervennero sul posto”.

 

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