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Rimini, le linee di mandato del sindaco Jamil Sadegholvaad

Il Consiglio comunale di Rimini nella seduta di ieri ha approvato le linee di mandato 2021-2026 Rimini presentate dal sindaco Jamil Sadegholvaad. Hanno votato a favore 19 consiglieri (tutta la maggioranza) 12 contrari (i gruppi di minoranza)
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Questo il testo sottoposto dal sindaco al voto del Consiglio:

Care e cari consiglieri, Presidente,

i riminesi che lo scorso 3 e 4 ottobre si sono recati alle urne per il rinnovo di questo consiglio comunale ci hanno consegnato compiti precisi e altrettanto cristalline indicazioni circa lo sviluppo amministrativo e comunitario dei prossimi 5 anni. In questo senso, le linee programmatiche di mandato 2021-2026 non possono che essere la trascrizione in bella copia di un orizzonte, allo stesso tempo concreto e visionario, che ci mostra la città e i cittadini stessi.

Rimini, con il voto, ha evidentemente scelto di proseguire lungo la strada della trasformazione verso la sostenibilità ambientale e sociale, condotta con vigore e determinazione negli ultimi anni. Il modello di sviluppo che ha trovato nuovi motori come quelli ambientali e culturali, il welfare diffuso nella comunità, il senso di orgoglio di essere una capitale italiana riconosciuta in Europa con un progetto di nuovi lungomari che restituiscano qualità urbana sotto una nuova infrastruttura come il sistema fognario, che è garante di una nuova qualità ambientale. Una intuizione non casuale, ma frutto di una pianificazione strategica condivisa, che ha anticipato i trend globali su cui le nostre città e il mondo intero si confrontano nella difficile stagione, evidentemente non alle spalle, del Covid 19. Non ne siamo usciti, questo è bene dirselo. E anche il 2022 sarà un anno di complessa convivenza con il virus. La pandemia ha sconvolto il nostro vivere e le sue conseguenze sono ancora tangibili nella nostra quotidianità. Ci sono attività commerciali in grandissima difficoltà, posti di lavoro persi e altri che rischiano di saltare, la nostra economia turistica ancora ai blocchi di partenza, famiglie che rischiano di non arrivare alla fine del mese e un numero sempre crescente di cittadini in cerca di sostegno presso enti di assistenza sociale. Nel 2020, la nostra città ha registrato 1.951 decessi, ben 400 in più rispetto alla media dei 4 anni precedenti. E c’è, ancor oggi, chi dubita dell’impatto di questa malattia sulle persone e sulla comunità…E’ indubbio che il Covid, stia riorganizzando le nostre priorità. E’ necessario mettere in sicurezza il territorio. Una sicurezza prima di tutto sanitaria e di conseguenza economica. Una sicurezza sociale, che passi da una nuova dimensione della cura, dell’attenzione alla persona, ai suoi bisogni e all’emancipazione da questi. 

Allo stesso tempo, la tornata elettorale ha messo in evidenza alcune direttrici che richiamano più l’impegno pubblico che quello strettamente politico. Un evidente rinnovamento della classe dirigente, chiamata a rappresentare gli interessi di comunità in questo luogo, e, per quanto riguarda il centrosinistra confermatosi al governo della città, un perimetro di forze politiche e civiche, allargato e equilibrato come forse mai nella storia di Rimini dal dopoguerra ad oggi.  Rimini, il 3 e il 4 ottobre scorsi, ci ha detto che vuole riconoscersi nei valori fondanti della libertà della democrazia, della tutela e della valorizzazione dei diritti civili perché essi sono diritti di comunità, della Costituzione, dell’antifascismo.  

Sono 4 i nostri riferimenti valoriali:

le persone (assicurare a tutte le persone le condizioni per realizzare le proprie potenzialità in un contesto equo ed inclusivo,

il territorio (proteggere il territorio da degrado e sfruttamento. Gestendo le risorse in maniera sostenibile e consapevole per e con le nuove generazioni),

il benessere (giungere a uno sviluppo economico, sociale, tecnologico e scientifico duraturo e rispettoso dei temi di sostenibilità ambientale, di generazioni e di genere);

la collaborazione per l’inclusione (rendere la realtà giusta, equa, inclusiva e sicura, mobilitando i mezzi ma soprattutto le forze sociali e istituzionali perché ciò accada).

Qui, tutti noi, siamo dunque investiti di una grande responsabilità per il territorio, che avrà ricadute anche sulla provincia. Rimini, comune capoluogo, condivide strategie, politiche di territorio e area vasta di grande rilievo. Questa città crede fermamente in questa visione che si allarga, condividendola, oltre i suoi naturali confini amministrativi: Non vogliamo fare una ‘Grande Rimini’, semmai una ‘Rimini grande’ in un sistema di relazioni con i territori vicini, quelli di Romagna, quelli regionali e nazionali in cui al centro sia posto il merito e le vocazioni.  

Noi opereremo per questo, perché ne valutiamo pienamente le straordinarie e diffuse potenzialità, ma se dovessimo registrare una non adeguata tensione verso lo stesso obiettivo concreto da parte dei compagni di viaggio dico da subito che Rimini non aspetterà e farà da sola. Non piegheremo né svenderemo le nostre peculiarità né le nostre eccellenze nel nome di qualsiasi cosa che non sia l’interesse di questa comunità. 

Dal punto di vista strettamente amministrativo, il lavoro e la visione dei prossimi 5 anni non prescinderanno da una profonda riorganizzazione della macchina comunale per rispondere alle grandi sfide che si chiamano PNRR, Patto lavoro e Clima. Agenda 2000, Fondi Strutturali e RomagnaNext e con le cui risorse e relazioni internazionali vogliamo completare il processo di rigenerazione urbana e trasformazione in atto e proiettare al 2026 Rimini tra le località europee più all’avanguardia. Questo significa interpretare il futuro, focalizzando ogni azione e attenzione verso le competenze e la condivisione allargata delle soluzioni, facendo della partecipazione ai processi di cambiamento della città un metodo di lavoro strutturale e strutturato. Il Comune che intendiamo realizzare è quello che vive e respira con la comunità: è rapido nelle risposte perché compente e flessibile; è giusto e equidistante perché si riconosce nella trasparenza, nell’indipendenza e nella lotta contro la corruzione; è democratico perché diffuso in maniera omogenea in tutto il territorio; è moderno perché, grazie alla tecnologia, alla digitalizzazione, alla preparazione di ci vi lavora, inverte la logica unidirezionale che sinora nel nostro Paese ha visto costantemente ‘il cittadino andare verso l’Istituzione’ e non viceversa; è intelligente perché sa che la partecipazione non è una ‘cessione di sovranità’ ma, al contrario, la via più efficace per migliorare i servizi e., più in generale, l’ecologia di comunità; è capace di ascoltare, nel senso che non si arrocca sull’andamento inerziale dell’iter burocratico ma sa leggere i cambiamenti della società, disponendo di conseguenza le proprie azioni. 

La città di Rimini, e dunque il Comune di Rimini, devono proiettarsi dunque in una visione allargata. I livelli di intervento e le matrici di riferimento rappresentano un’opportunità non solo in termini finanziari ma soprattutto per un doveroso ripensamento sulle missioni tracciate dell’operato dell’Amministrazione che deve pianificare in chiave ecologica, digitale e di sostenibilità, nell’ambito di una pianificazione allo stesso tempo strategica e concreta.

Avere la capacità di intercettare le risorse del Recovery Fund  può dare un impulso decisivo al completamento dei processi di trasformazione in corso e a un nuovo, successivo, salto di qualità, avendo come effetto la ripresa della città. Una Rimini che mette al centro dello sviluppo quel concetto di ‘green new deal’ o meglio l’ambiente come casa comune, richiamato da Papa Francesco nell’Enciclica Laudato Sì. Una ecologia di comunità, pubblico e privato in sinergia, che comprende in un processo virtuoso e circolare la salute di tutti (agendo su una nuova territorializzazione dei servizi), la tutela dell’ambiente, il sostegno alle imprese e dunque a una occupazione in grado di garantire retribuzioni dignitose.

E’ di gran moda, di questi tempi, l’espressione di ‘città a 15 minuti’ ovvero convertita a un modello democratico di sua fruizione e di servizi di prossimità in un arco di tempo molto limitato. Mi permetto, nel mio pragmatismo, di provare a guardare meno l’orologio e più alla sacrosanta sostanza della cos: una città deve dare a ognuno dei suoi residenti, permanenti e temporanei, in ogni parte ove risiedano o soggiornino, la stessa possibilità di accedere a un servizio di eguale qualità e nella medesima sicurezza. Questo vuol dire ricompattare Rimini intorno a un modello innovativo e equilibrato, in cui ogni singola porzione del suo territorio sia allo stesso modo raggiungibile, vivibile, raggiunta da servizi pubblici e opportunità private, evitando dunque quella ‘metropolizzazione’ o concentramento della città in pochi poli attrattori i cui limiti sono stati drammaticamente rivelati dalla pandemia. Se proseguiremo nel lavoro svolto e lo alimenteremo con nuove idee e contributi, Rimini diventerà una città più semplice, con servizi e opportunità distribuite e vicine ai luoghi in cui si vive, con quartieri valorizzati e rigenerati, per questo più abitati, sicuri e identitari.

Questo percorso è ancora più necessario e urgente dopo la pandemia, visto che il Covid sta ‘ricostruendo’ le città e i viaggi proprio intorno ai temi della natura e dell’open space. Io credo che Rimini orienterà il suo sviluppo nei prossimi 10 anni su un nuovo salto di qualità. Io lo chiamo cittadinanza continua. Non esisteranno più categorie come residenti e ospiti ma cittadini che si fermano più a lungo o temporaneamente. Immagino che con gli investimenti fatti sul mare (fogne), parco del mare (waterfront), cultura (rete museale internazionale e diffusa), mobilità sostenibile, insieme alle infrastrutture della mobilità che dovranno essere realizzate con il PNRR, Rimini possa essere attrattore di vite e esperienze lavorative creative, di altissima professionalità, una sorta di Silicon Valley dell’altissima specializzazione lavorativa e professionale, in grado di essere polo attrattore per nuovi cittadini, elevando il benessere e la qualità complessiva di vita dei residenti. Pensiamo ala prospettiva: recarsi al lavoro a Bologna o Milano con collegamenti ferroviari ad alta velocità in un tempo massimo di un’ora e 40. Tornare a casa a pomeriggio, poi uscire per fare jogging in spiaggia e nel Parco del Mare e alla sera andare a un grande concerto al teatro Galli o una mostra organizzata al Museo Fellini nel castello malatestiano. A corollario centinaia di pubblici esercizi, ristoranti, locali per un’offerta senza pari in Italia. Nel raggio di un chilometro un cittadino di Rimini ha a disposizione quello che un cittadino statunitense fa fatica ad avere in 500 chilometri. 

Come sapete, sono 6 le missioni in cui si articola il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR):

  1. Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura 
  2. Rivoluzione verde e transizione ecologica 
  3. Infrastrutture per una mobilità sostenibile 
  4. Istruzione e ricerca 
  5. Inclusione e coesione 
  6. Salute 

Nel programma di mandato che, a inizio ottobre, ha ricevuto la fiducia del 51,32 per cento dei cittadini riminesi, venivano individuate queste priorità: salute, lavoro e economia, sicurezza e protezione sociale, ambiente, educazione e cultura, partecipazione e inclusione. Nella sostanza si sovrappongono e rispondono nel merito a una medesima idea di città e di modernità post pandemia: Un Comune che favorisce e sostiene la grande energia che la comunità riminese sprigionerà nei prossimi anni. Senza la pretesa di comandare, semmai di affiancare in maniera intelligente e flessibile. Vuol dire tagliare la burocrazia, non incrementare la tassazione, aprire servizi e uffici in ogni parte del territorio, usare la tecnologia per dimezzare tempi e colmare distanze, riferire costantemente la propria azione a uno scenario strategico della programmazione valorizzando ancora di più il lavoro condiviso degli uffici del Piano. Un Comune che si apre definitivamente e senza alcun timore alla cittadinanza attiva e alla partecipazione perché davvero questa volta se ne uscirà tutti insieme, tenendo dentro al presente e al futuro tutti. I progetti, i programmi ora discendono da un metodo: le scelte vanno prese assieme. Insieme, creare lavoro, lavoro, lavoro attraverso giustizia sociale. E per farlo cominciare a considerare, senza tentennamenti, l’impresa sana come un valore imprescindibile. Senza impresa, che crea lavoro e benessere, la nostra comunità non si tiene. Io credo alle regole e al loro rispetto. Nel momento in cui una città come Rimini si apre liberamente all’altro, crea e consolida integrazione e diritti, ha il dovere di pretendere il rispetto delle regole, che valgono per tutti, nessuno escluso. Non può esserci integrazione senza un forte rispetto delle regole che la nostra comunità si è data.

Tra missioni del PNRR e priorità di mandato, il Comune di Rimini, di qui ai prossimi anni, avanzerà i suoi progetti per attrarre risorse europee e nazionali in ordine alla riqualificazione e alla rigenerazione di tutto il patrimonio edilizio scolastico, all’impulso alla digitalizzazione dei servizi comunali, al completamento degli interventi  per una città sempre più connessa grazie a un sistema di mobilità integrato, che equilibri in chiave sostenibile gli spostamenti da, per e dentro la città equilibrando l’utilizzo dei diversi mezzi, pubblici e individuali, alla rigenerazione urbana che è vettore di sviluppo per fare impresa e produrre benessere e occupazione

Andando più nel dettaglio, come è logico che sia per linee programmatiche di mandato che ovviamente non esauriscono oggi il lavoro che questo consiglio comunale potrà e dovrà affrontare ed esercitare nello specifico dei progetti e degli interventi che corroborano gli obiettivi enunciati:

  • Ambiente e rigenerazione urbana: redazione del PUG secondo l’obiettivo di consumo zero del territorio; rigenerazioni diffuse in luogo di consumo del territorio; completamento del Piano di salvaguardia della Balneazione; recupero delle ex colonie marine attraverso il coinvolgimento attivo di soggetti privati; promozione del Trasporto Pubblico Locale e realizzazione di nuove aree di sosta in zona centro storico e mare; completamento della Bicipolitana; aumento della percentuale della raccolta differenziata; valorizzazione delle aree verdi e realizzazione di nuove; interventi, secondo un programma organico, sulle aree più marginali i ordine a connessioni viarie, incremento di servizi e riqualificazione dei luoghi di relazione
  • Impresa e lavoro: processi di innovazione dell’amministrazione comunale per renderne la risposta più puntuale; potenziamento e digitalizzazione degli uffici comunali che si interfacciano con i progetti di edilizia privata e di agevolazioni governative (es. 110 Bonus); riqualificazione degli assi commerciali principali; estensione della no tax area all’intero territorio comunale, per favorire l’insediamento di nuove attività anche nelle zone più periferiche; promozione di politiche fiscali e tributarie che innalzino il livello di agevolazioni per imprese e famiglie; promozione di una cultura della legalità e della sicurezza sui luoghi del lavoro. Riqualificazione e rigenerazione alberghiera in fascia turistica; completamento parco del mare e sistema integrato della sosta; valorizzazione di IEG; sostegno all’aeroporto di Rimini; sviluppo di Visit Rimini, soggetto che ha le potenzialità per avere un ruolo da protagonista nella delicata e strategica attività di promozione della città e del territorio
  • Educazione e cultura: potenziare il ruolo dei servizi per l’infanzia quali presidi territoriali per l’inclusione e la coesione sociale; realizzazione dei poli per l’infanzia; potenziamento della rete dei servizi pubblici e privati per l’infanzia (0-3, 3-6), per il  rafforzamento dei rapporti col privato (accreditato e paritario) e con le scuole statali e per consolidare un sistema di offerta unitario e armonico; sostegno alle famiglie nella scelta di iscrivere i propri figli ai nidi, introducendo una progressiva gratuità degli asili nido e promuovere, in concomitanza, il sostegno dell’offerta privata accreditata; qualificazione ulteriore dei servizi, sia dal punto di vista degli spazi, mediante ristrutturazione o nuova costruzione di nidi/scuole/poli d’infanzia con l’impiego dei finanziamenti del PNRR,; sinergia tra scuole, istituzioni, Università, realtà produttive. Incremento dell’integrazione tra Università e Città. Per quanto riguarda la cultura, decisiva sarà nei prossimi anni la gestione degli spazi culturali cittadini: teatri, musei, biblioteca e cineteca. Nel volgere di tre anni sono più che raddoppiate le superfici dedicate a funzioni culturali e la varietà e qualità dell’offerta. Integrazione nuovi spazi culturali (Galli, Part, Fellini Museum nella parte indoor e outdoor e Giardino delle Sculture) con il resto dell’offerta culturale cittadina (Astoria, Ex-macello, Agostiniani. Novelli) per costituire un vero e proprio ‘distretto della cultura’. Realizzazione di eventi culturali che mettano a sistema l’offerta e sfruttino distretto e idea degli  itinerari tematici. Istituzione comitati scientifici e potenziamento personale tecnico specialistico nella gestione beni artistici e culturali del Comune. Candidatura a Rimini capitale della cultura 2025.
  • Salute, protezione sociale e sicurezza: prevenzione attraverso cura dell’ambiente, qualità della vita e benessere, in sinergia con gli interventi di rigenerazione urbana sostenibile (es. Parco del Mare); politiche sportive integrate per completo benessere e qualità della vita (Conoscenze e saperi,-Protocollo Rimini Salute Unica); incremento edilizia sportiva diffusa; coinvolgimento in processi decisionali relativi a politiche sanitarie; potenziamento della sanità territoriale con antenne sociali, case della salute, servizi domiciliari, istituzione infermiere di quartiere, psicologo di quartiere; riduzione tempi attesa prestazioni ambulatoriali; prevenzione disagio lavorativo operatori sanitari; welfare di comunità come modello di sviluppo post crisi pandemica – Piani di accessibilità per soggetti con disabilità; piano casa comunale per abitazioni a canone calmierato; riqualificazione e incremento patrimonio ERP; potenziamento del canone sociale; assunzione di 40 nuovi agenti di polizia locale; potenziamento sistemi di videosorveglianza; distaccamenti e presidi di polizia locale sul territorio, in sinergia con il più vasto progetto di dislocazione e decentramento dei servizi comunali.
  • Partecipazione e cittadinanza attiva: politiche di open data; rilevazione performance e qualità servizi; trasparenza e consultazione iniziativa popolare; potenziamento del decentramento amministrativo e gruppi di pianificazione locale; nuovi strumenti di partecipazione (bilancio partecipato, concorsi di idee e progetti); sostegno a laboratori socio-culturali pubblici per incentivare aggregazione sociale

Queste le direttrici e alcuni degli obiettivi che intendiamo sottoporre alla città e a questo consiglio nei prossimi 5 anni. Sarò e saremo costanti e puntuali nel confrontarci con la comunità e con le forze politiche e civiche qui rappresentate sui progetti che vogliamo incrementino la qualità urbana e la qualità del vivere e sociale. Come ho detto all’inizio, non siamo usciti dalla pandemia e ci aspettano altri mesi complessi, di difficile gestione tra esigenze sanitarie e ragioni dell’economia e del lavoro. Ma non possiamo uscirne con una dicotomia, così come non possiamo adagiarci sul pensiero che sviluppo e interventi di contrasto e mitigazione ai cambiamenti climatici siano due sponde opposte e nemiche. Siamo la generazione nella storia che ha avuto, ed ha, il più grande supporto dalla tecnologia: 20 anni fa non era neanche immaginabile tenere in una sola mano tutta la biblioteca di New York o visitare virtualmente il Louvre di Parigi. Eppure restiamo ancorati al presente, alla evidente considerazione che dopo di noi ci sia solo il diluvio e quindi non vale neanche la pena affannarsi oltre il nostro interesse spicciolo.

Rimini, a fronte di sacrifici enormi e di una convinzione ferrea su una visione di futuro possibile, è oggi la città sul Mediterraneo con il maggior tasso introdotto di interventi rigenerativi e di trasformazione urbana. La pandemia è quell’incidente imprevedibile che, paradossalmente, ci indica come la direzione di ricercare un nuovo rapporto tra gli spazi della città e il suo utilizzo sia quello più lungimirante. Adesso siamo come gli squali: non possiamo che andare avanti. Non c’è più possibilità di tornare indietro nel processo di cambiamento. Siamo tornati a essere protagonisti e vogliamo essere protagonisti del riscatto e della rigenerazione del nostro Paese, con i nostri progetti, le nostre eccellenze, la nostra capacità di visione.

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