Fosse stata una domenica di tempo ordinario non ci sarebbero stati dubbi. Le spiagge a Rimini sarebbero state prese d’assalto, visto il sole e il cielo terso, anche solo per una passeggiata. Alcuni bagnini avrebbero iniziato già in questi giorni a piantare almeno le basi dei primi ombrelloni, con i bar e qualche ristorantino sulla spiaggia aperto anche all’ora dell’aperitivo visto che oramai c’è luce quasi fino alle 19.30.
E lo stesso vale per il centro storico, per i comuni vicini, per l’entroterra. L’emergenza coronavirus e l’isolamento ci hanno già abituato a panorami diversi, deserti e quasi inediti. A fare impressione, sono i luoghi della movida giornaliera, la passeggiata sul porto senza neppure l’ombra di qualche passante. Al di là della suggestione, tuttavia, possiamo affermare che gli appelli alla responsabilità comune siano stati recepiti da gran parte della cittadinanza.
Va comunque ricordato e sottolineato che ogni settimana anche le nostre cronache riportano le comunque numerose violazioni delle disposizioni di distanziamento sociale introdotte con i decreti del premier Conte e le ordinanze disposte dagli enti locali e regionali. Al momento, stando a quanto indica l’autorità sanitaria è questa l’unica strada percorribile per poter un giorno ritornare a ripopolare gradualmente, quelle strade, quelle piazze, le battigie e i lungomari.
A proposito dell’emergenza coronavirus, oggi a Rimini sono stati accertati 30 casi in più di contagio. E aumentano anche i decessi, 5 in più di ieri. I pazienti affetti da Covid morti nelle ultime settimane sono più di 100 e per quanto i numeri disegnino un quadro parziale della reale portata dell’epidemia permettono comunque di afferrare il significato delle strade, delle piazze e dei lungomari deserti.
